Boghetti illeso a Monza nell'auto che si rovescia di Michele Fenu

Boghetti illeso a Monza nell'auto che si rovescia Boghetti illeso a Monza nell'auto che si rovescia Durante la « 4 ore » per vetture da turismo - Il tedesco Schueler si salva dall'incendio della sua Alfa - Quattro Porsche ai primi quattro posti - Affermazione della Fiat-Abarth con Schetty nella classe 1000 «tic DAL NOSTRO INVIATO Monza, lunedi mattina. Impegnati i piloti « ufficiali. » nella corsa di Sebring, la Porsche è ricorsa per la « 4 Ore » di Monza ai suoi clienti sportivi. Il risultato ù stato lo stesso: la Casa di Stoccarda ha vìnto la gara, prima prova della Coppa europea turismo, piazzando quattro vetture ai primi quattro posti. Successo di Helmut Kelleners, di 30 anni, e Erwìn Kremer dì 33, sèguiti dal nobile tedesco Ferlried Von Hohenzollern con Jurgen Nehaus, da un pilola milanese che si cela sotto lo pseudonimo di « Nomex », e dallo svizzero Blank. Kelleners e Kremer hanno percorso nelle 4 ore 664,821 km, alla media di 166.105 km orari. 1 due si sono alternati al volante di un coupé identico nella carrozzeria e nel telaio alla « 911 S », ma con motore portato attraverso varie « elaborazioni » a fornire 220-230 Cv (velocità 235 orari) in luogo dei 170 Cv del modello di serie. Gli altri piloti, invece, erano su versioni normali. Ieri le avversarie della Porsche avrebbero dovuto essere le Alfa Romeo, in particolare le tre « Giulia GTA » affidate a SchultzeSchueler, Bianchi-Schutz, e «Nanni»-Baghetti. Era venuto a vederle anche l'ina. Luraghi, presidente della Casa milanese. Ma le tre vetture, dotate di motori 1600 sovralimentati da due compres sori centrifughi (220 Cv di potenza. 240 km orari di velocità) sono rimaste in gara soltanto per due ore La prima a sparire è stata quella di Schueler, e purtroppo per un incidente che solo per un miracolo non si è risolto tragicamente. Schueler è arrivato troppo «lungo » ad una delle due « chicane » (o serpentine ad « S ») che servono a far rallentare i piloti prima delle curve sopraelevate del catino di velocità, dal fondo dissestato. La macchina ha urtato contro una barriera di protezione e si è capovolta, ricadendo sulle quattro ruote e prendendo immediatamente fuoco. Mentre accorrevano gli uo mini dei servizi di sicurezza, Schueler tentava di uscire, ma la porta, accartocciata dagli urti, non si apriva. Il pilota, allora, sfondava a calci il parabrezza e sgattaiolava fuori, illeso. La GTA bruciava completamente. Questo al primo giro, verso le 14. Poi toccava alla GTA di Bianchi e Schutz, dopo circa un'ora di corsa. I due si stavano battendo molto bene contro le Porsche di Von Wendt e di Kelle ners, anzi passavano in testa quando Von Wendt doveva riti rarsi per la rottura del tubo di adduzione dell'olio al motore. Ma anche la vettura italiana si doveva fermare ai boxes per un guasto davvero banale: si spezzava il tirante dell'acceleratore. Balzava al comando la « 911 » di Kelleners, cui si accodava quella di Hohenzollern, seguita dall'ultima GTA, pilotata da Gian Carlo Baghetti. E ancora un incidente toglieva di mezzo la mac- china, che, però, stava già perdendo terreno. Scoppiava il pneumatico anteriore sinistro, l'Alfa si metteva di traverso, capottava, pochi metri prima dell'imbocco della curva « parabolica ». Un attimo di spavento, ma il « roll-bar » proteggeva Baghetti, che usciva da solo sul prato ai margini della pista. Il milanese se ne veniva a piedi ai boxes, a raccontare la sua avventura. Tranquillissimo, si infilava sulla tuta un giaccone blu e se ne andava al bar dell'autodromo in compagnia di amici a bere una bibita. « Cose che capitano » dicena sorridendo. La competizione era praticamente finita. Nessuna emozione turbava più la gara, che era giunta alla seconda ora. Le Porsche continuavano a inanellare giri su giri, la media, logicamente, calava. Nelle classi inferiori, la Fulvia elaborata dai fratelli Facetti e guidata dagli stessi Giuliano e Carlo, aveva la meglio su un nutrito stuolo di Alfa Romeo GT Junior (forse a corto di preparazione hanno « rotto » tutte) e di Mini-Cooper, mentre nella classe 1600 si imponeva la GTA normale di Giorgio Pianta e Teodoro Zeccali. In mattinata si era svolta la « 4 Ore » riservata alle vetture fino a 1000 cmc. La Fiat-Abarth 1000 TC del corridore elvetico Peter Schetty superava nettamente j la « Mini » di John Handley percorrendo 595,"15 km alla media ' oraria di 14S.933 km. Schetty, 25 anni, neo-laureato in economia e commercio, ha portato con mol- j fa abilità la macchina affidatagli dalla Casa torinese. Una vettura « mostro », con l'innocuo aspetto della « 600 » ma con caratteristiche ben più « spinte »: motore portato a 992 cmc, 107 Cv a 8000 giri, quasi 200 km orari. Per batterla e per vedere il comportamento delle sue « Mini » si era scomodato persino John Cooper, il proprietario della famosa scuderia inglese di formula leu preparatore » delle auto della BMC. Un viaggio inutile (ai fini del risultato), ma la Coppa europea è lunga: ci sono ancora undici prove da disputare. Pare addirittura che Cooper tralasci le monoposto di formula per mettere a punto le « Mini ». Michele Fenu

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