Cordata di 7 alpinisti travolta da una slavina: sono tutti morti

Cordata di 7 alpinisti travolta da una slavina: sono tutti morti Stilla cima dio ila I*x*essolax*ar sieM Bergamasco Cordata di 7 alpinisti travolta da una slavina: sono tutti morti Sono cinque giovani e due ragazze - Erano giunti ai piedi della vetta, in valle Seriana, a bordo di tre auto targate Bergamo - Nel canalone Bertotti sono stati investiti da una gigantesca valanga di neve, sassi e terriccio che li ha sepolti sotto uno strato alto oltre sette metri Bergamo, lunedi mattina Una gigantesca slavirw ha travolto ieri pomeriggio una cordata di alpinisti che stavano tornando da un'escursione sulla Presolana. Della cordata facevano parte cinque giovani e due ragazze, tutti bergamaschi: Gianni Petrogalli, 35 anni, Renata Pomini, 23, Beniamino Spada 20, Piera Lazzari 19, abitanti a elusone; Antonio Betelli, 29 anni, di Bergamo, Antonio Bonella, 22 anni e Edoardo Palamino, 30 anni, di Ponte Selva. Da ieri le squadre di soccorso stanno lavorando a ritmo febbrile; purtroppo sono poche le speranze di ritrovare in vita qualcuno: il canalone Bendotti, dove è avvenuta la sciagura, è stato quasi livellato da un'enorme massa di sassi e di neve alta sette metri. La Presolana si erge al culmine della valle Seriana, al confine tra la provincia di Bergamo e quella di Sondrio. Con ì suoi 2511 metri, è la vetta piti alta delle prealpi lombarde: un massiccio di tipo dolomitico, mèta di parecchi arrampicatori ed escursionisti. Una delle vie più battute è quella che si inizia dall'alberghetto Grotto, a quota 1300, proprio alla base del canalone Bendotti. Qui gli alpinisti lasciano le auto e cominciano la marcia. Accanto all'alberghetto c'è una cassetta: gli escursionisti dovrebbero scrivere su un foglietto ì loro nomi e l'itinerario che intendono seguire e poi imbucarlo. Una norma di prudenza che, in genere, nessuno segue. Hanno dimenticato di farlo anche gli alpinisti che sono giunti ieri mattina su tre vetture targate Bergamo: una « 850 » e due « 500 ». Il custode dell'alberghetto, Santino Calegari, ricorda soltanto che erano sei, forse sette. Sacco in spalla hanno imboccato il canalone Bendotti e sono scomparsi. Verso le 17 è arrivato un giovane di Bergamo. Di ritorno da un'escursione aveva trovato due sacchi abbandonati. « Forse qualcuno verrà a cercarli ». ha detto conseg-nandoli al custode. Ancora nessuno sospettava la tremenda sciagura. Intanto cominciavano a rientrare i vari gruppi di alpinisti che dal mattino si trovavano sulla Presolana. Ma le tre auto erano sempre là, vicino all'alberghetto. I due sacchi che il giovane di Bergamo aveva trovato a quota 2000 erano strappati in - più punti. Il custode è stato assalito da un terribile dubbio ed ha telefonato a elusone. Subito è partita una squadra di soccorso guidata da Rino Olmo. L'allarme si è propagato fulmineamente ed un'altra squadra del Cai di Bergamo, con gli alpinisti Calegari e Novi, si è affrettata a raggiungere il luogo della sciagura. A tarda notte è arrivata anche una squadra del Cai di Bormio, con alcuni cani da valanga. Nel frattempo la terribile notizia si era sparsa in tutta la zona. Sono cominciate ad arrivare telefonate angosciate. Molti alpinisti non erano ancora rien- trati a casa, i loro familiari vivevano momenti di apprensione. Solo a tarda notte si è giunti all'identificazione degli scomparsi: cinque giovani e due ragazze; quattro abitavano a elusone, tutti erano legati da una lunga amicizia. Sovente partivano per delle escursioni, amavano la montagna, vi dedicavano gran parte del loro tempo libero. Parecchi volontari sono giunti in aiuto delle squadre di soccorso e le ricerche hanno assunto un ritmo frenetico. Fino a questo momento degli sventurati non è stata trovata traccia. Sono sepolti sotto metri e metri di neve, impossibile che qual¬ cuno sia ancora vivo. I familiari degli sventurati scalatori bergamaschi sono su in montagna, vicino alla slavina che ha ucciso i loro cari. Sono accadute scene strazianti di dolore. La slavina si è staccata dalla cima del canalone Bendotti a causa dell'alta temperatura. Secondo gli esperti ciò è avvenuto fra le 13,30 e le 15,30, ora in cui il giovane alpinista dì Bergamo ha trovato i due sacchi. E' quasi certo che il gruppo degli escursionisti era legato in cordata: tutti sono stati accomunati nella stessa tragica sorte. Erano partiti presto, probabilmente si trovavano sulla strada del ritorno. La slavina di neve, terra e sassi è scesa verso valle a velocità vertiginosa e li ha travolti senza possibilità di scampo. Altre slavine, sia pure di minori dimensioni e senza tragiche conseguenze, si sono staccate ieri nel gruppo della Presolana. Una è caduta sul versante opposto a quello dove hanno perso la vita i sei alpinisti bergamaschi, fermandosi a poca distanza da un gruppo di sciatoti. Ugo Guadaiaxara