Una Walkiria «decadentista» diretta, da Prétre alla Scala

Una Walkiria «decadentista» diretta, da Prétre alla Scala Polemico edizione del capolavoro wagneriano nel teatro milanese Una Walkiria «decadentista» diretta, da Prétre alla Scala Con il maestro francese si sono esibiti cantanti di .sette nazioni (Nostro servizio particolare) Milano, 29 aprile. Le nuove interpretazioni wagneriane — spesso discordanti assai dai tradizionali e illustri modelli —- si susseguono a ritmo sostenuto. Mentre il festival di Bayreuth affida a Lorin Maazel la direzione dell'Anello del Nibeìungo e a Salisburgo Herbert von Karajan, insieme direttore e regista, ha appena presentato L'oro del Reno e La Walkiria, ecco la Scala predisporre a' sua volta una nuova edizione del ciclo nibelungico^ di cui La Walkiria, dirètta stasera da Georges Prétre, rappresenta la prima tappa: già si annuncia, per la prossima stagione, e nella direzione dello stesso maestro, l'allestimento del Sigfrido. Molte volte La Walkiria — 0 isolatamente o nel contesto dell'intera tetralogia — è tornata sulle scene della Scala: ma se le precedenti edizioni, firmate da De Sabota- e da Furtwàngler, da Krauss e da Cluytens, si conformavano, pur nell'estrema individualità degli accenti, alla grande tradizione wagneriana, il maestro Georges Prétre s'è posto in una posizione decisamente polemica, prospettando il discorso del¬ la Walkiria in chiave crepuscolare e decadentista, come un'anticipazione dell'impressionismo francese. Georges Prétre ha smorzato le sonorità strumentali, ha dilatato i tempi e la dinamica, stemperando l'incisivo segno wagneriano in morbidezze indistinte di pastello, in sfumate immagini timbriche. Dalla sua interpretazione è scaturita una Walkiria singolare e sfuggente, priva di solennità quanto- carica di sussurranti preziosismi fonici La Walkiria è stata eseguita, nella versione originale tedesca, da un gruppo di artisti di sette nazionalità, ma tutti esperti del linguaggio wagneriano e, in maggioranza, abituali ospiti di Bayreuth e di Salisburgo: il nordamericano James King, tipico « heldentenor », nel ruolo di Siegmund, la boema Ludmila .Dvorakova (Brunilde); la francese Regine Crespin (Siglinda), l'inglese Josephine Yease (Fricka) e il gigantesco finlandese Martti Talvela (Hunding); di più limitato rilievo le prestazioni dello scozzese David Ward, nel ruolo di Wotan. In gran parte tedesco il disciplinato sciame delle otto wdlkirie. L'allestimento scenico di Jorg Zimmermann presentava, nel primo atto, aspetti di cupo, angoscioso espressioni¬ smo, divagando poi nelle evocazioni di argentei paesaggi stalagmitici; autorevole e ben governata la regìa di Peter Lehmann. Il pubblico della Scala ha accolto lo spettacolo con favore, tributando caldi e prolungati applausi al maestro e agli interpreti tutti. g. pi La francese Regine Crespin e l'americano James King in scena alla Scala (Tel.)

Luoghi citati: Milano, Salisburgo