Stagnila non ancora diciottenne spinse la cognata a prostituirsi

Stagnila non ancora diciottenne spinse la cognata a prostituirsi Una squallida vltenda al Tribunale di Torino Stagnila non ancora diciottenne spinse la cognata a prostituirsi Condannata a tre mesi (con i benefici di legge) anche per atti osceni Un anno e sette mesi all'amico sfruttatore; un anno e 10 mesi al marito Una ragazza che non ha ancora 18. anni, Rita Circiello, è comparsa ieri in tribunale a Torino accusata di aver indotto alla prostituzione la cognata Anna Maria Curato in Carlesso, di 29 anni, e di atti osceni in compagnia dell'amante. Quest'ultimo, Angelo Paolino, di 35 anni, rispondeva anche di favoreggiamento e sfruttamento. La stessa accusa pesava sul marito della Circiello, Giuseppe Curatodi 32 anni, che il perito profDe Caro ha giudicato seminfermo di mente. Solo il Curato era detenuto. Nel gruppo degli imputati c'erano anche Giordano CBr lesso, di 32 anni, accusato di sfruttamento della moglie Anna Maria e Antonio Formento, di 29 anni, che avrebbe compiuto atti contrari alia morale con la moglie del Carlesso, portandola a spasso in macchina. Alla difesa gli avvocati Altara, Trebbi, AstoreDurand, Tardy e GilardoniTutto cominciò con una denuncia della Circiello nel dicembre del 1966. La ragazza si era sposata a 15 anni ed aveva quasi subito cominciato a fare la prostituta. « Avevamo molte spese, bisognava comperare i mobìli ». Da Torino, con il marito, si trasferì a Napoli, ma dopo qualche mese, rimasta sola nella città partenopea, si unì al Paolino. Con quest'ultimo soggiornò per qualche tempo a Genovama poi fece ritorno nel capoluogo piemontese. La Circiello e il Paolino non hanno potuto negare gli atti osceni: lapolizia sequestrò una serie difotografie, scattate in una cabina a moneta, dove i due sono ritratti in pose quanto mai compromettenti. Nelle prime dichiarazionla Circiello accusò sia il marito, sia il Paolino. In particolare, per quanto riguarda il Curato, precisò: « Mi seguiva sul posto di lavoro, munito di un fischietto da vigile urbano. Quando arrivava la polizia dava l'allarme con acutissimi trilli ». Ieri la ragazza è stata più benigna nei confronti del Paolino. Ha ammesso che l'amico, quando si unì a lei, possedeva circa 700 mila lire di risparmi: « Quando li finì, cominciai a mantenerlo io ». Ma il Paolino ha replicato: « Non è vero. Ho sempre fatto il commerciante e con ottimi profitti. Per questa donna ho speso circa 10 milioni ». Il Curato, figlio di un alcolizzato che finì sotto processo per omicidio, « psicopatico e privo di qualsiasi freno morale », si è difeso dicendo: « Non ho mai sfruttato mia moglie. Immaginavo che facesse la prostituta, ma ero innamorato di lei. Dovevo piangere in ginocchio perché mi concedesse un po' di affetto ». Nella squallida vicenda c'è ancora un episodio sconcertante. La Circiello ha narrato che, verso la fine della loro relazione, il Paolino intendeva cederla ad un altro ammiratore per mezzo milione, « L'affare non fu concluso perché l'altro offriva 200 mila lire in contanti e il resto in cambiali ». Il Tribunale ha condannato il Paolino a 1 anno, 7 mesi e 1 anno di casa di lavoro per sfruttamento e atti osceni; il' Curato a 1 anno, 10 mesi e un anno di casa di cura per favoreggiamento e sfruttamento; la Circiello a 3 mesi con i benefici di legge. Ha assolto gli altri per insufficienza di prove. g. a. » Rita Circlello, da sinistra, Giordano Carlesso, Anna Maria Curato in Carlesso e, dietro, Giuseppe Curato durante l'udienza ieri al Tribunale di Torino (F. Molsio)

Luoghi citati: Napoli, Torino