S'impicca a Praga il capo della polizia forse coinvolto nei «crimini staliniani»

S'impicca a Praga il capo della polizia forse coinvolto nei «crimini staliniani» S'impicca a Praga il capo della polizia forse coinvolto nei «crimini staliniani» E' il colonnello Josef Pecepicky: si è tolto la vita in una foresta presso una località turistica - E' il quarto suicidio di una personalità politica dopo l'inizio del "nuovo corso" - Riabilitati tre dirigenti giustiziati nel 1950: tra loro un leggendario comandante della resistenza anti-nazista Praga, 29 aprile. Il comandante della polizia investigativa di Praga, colonnello Josef Pecepicky, si è tolto la v^ta impiccandosi in una foresta della Boemia Occidentale. E' il quarto caso di suicidio di personalità pubblica nel breve volgere di due mesi; è probabile che anche in questo caso le ragioni del gesto vadano ricercate nel processo al passato stalinista e ai suoi esponenti, avviato nelle nelle scorse settimane in Ce: coslovacchia. Il ministro dell'Interno ha comunicato che il cadavere del capo della polizia è stato trovato sabato sera nei pressi del centro turistico di Marianske Lazne. Pecepicky ha lasciato lettere di commiato ai parenti e ad alcuni amici intimi. Era stato recentemente ricoverato in ospedale e proprio nei giorni scorsi era Stato dimesso. Il comunicato del Ministero non dice quale sia il contenuto delle lettere lasciate dal suicida. Negli ultimi giorni la polizia è stata oggetto di ampie critiche per il ruolo avuto negli anni del terrore staliniano: essa si asservì completamente al servizio segreto sovietico,- fabbricò prove false per ottenere la condanna di cittadini innocenti, compi torture e maltrattamenti nel corso degli interrogatori e a danno di detenuti già condannati. Si ignora però se Pecepicky fosse sotto inchiesta per fatti del genere. , I tre personaggi che si sono tolti la vita prima del capo della polizia, sono: il viceministro della Difesa e comandante delle truppe di terra, gen. Vladimir Janko, che si è sparato in marzo mentre viaggiava in tassi; il vice-presidente della Corte Suprema, Josef Brestansky, incaricato di organizzare l'inchiesta sui funzionari coinvolti nelle operazioni repressive degli stali¬ nisti; il dott. Josef Sommer, un medico che prestava servirlo nel carcere di Praga e torturò l'attuale ministro dell'Interno Pavel, uno degli scampati alle « purghe » degli anni « cinquanta ». Il timore di essere pubblicamente accusati di quei crimini infamanti è molto probabilmente all'origine dei suicidi. L'uso spregiudicato che le autorità hanno cominciato a fare della televisione per denunciare i metodi brutali usati dalla polizia negli anni scorsi deve aver gettato nel terrore i responsabili. A Banska Bystrica, in Slovacchia, tre dirigenti comunisti condannati a morte e giustiziati nel 1950 sono stati oggi riconosciuti innocenti e assolti: con loro sono stati assolti due coimputati condannati all'ergastolo, e altri tre, condannati a pene detentive per complessivi 54 anni. « E' stato provato — dice la sentenza — che le accuse di attività antistatale erano state fabbricate dalle forze di sicurezza, e che metodi illegali, tra cui prejssioni fisiche e psichiche, erano stati impiegati contro gli accusati». Fra i tre condannati a morte per spionaggio e tradimento, e oggi riabilitati, c'è Viliàm Zingor, noto comandante partigiano della resistenza anti-nazista iti Slovacchia. (A. P.) »

Persone citate: Josef Brestansky, Josef Pecepicky, Josef Sommer, Vladimir Janko

Luoghi citati: Banska Bystrica, Praga, Slovacchia