Il Cancelliere teme una crisi di sfiducia fra gli alleati di Tito Sansa

Il Cancelliere teme una crisi di sfiducia fra gli alleati Il Cancelliere teme una crisi di sfiducia fra gli alleati (Dal nostro corrispondente) Bonn, 29 aprile. Il successa dei neonazisti dell'Npd nelle elezioni di ieri nel Baden-Wuerttemberg (sì presentavano per la prima volta: hanno ottenuto il 9,8 per cento dei voti e 12 seggi) è minimizzato da quasi tutti i giornali tedeschi e da diversi uomini politici. Soltanto il cancelliere Kiesinger si è detto allarmato e, vista la preoccupata reazione all'este- ro, ha rivolto nel pomeriggio un appello ai democristiani, invitandoli a lottare -con decisione contro Z'Npd. « Obiettivo di questa lotta — ha detto il Cancelliere durante una riunione del suo partito (e gli ha fatto eco il capo del suo gruppo parlamentare, Barzel) — è di schiacciare VNpd prima delle elezioni politiche del 1969 ». Manca finora una presa di posizione del governo. Il portavoce ufficiale Diehl ha citato i dati di due sondaggi statistici, compiuti dagli istituti demoscopici \ di Allensbach e di Tubinga, dai quali si dovrebbe dedurre che non esìste un pericolo nazista. « Se si votasse domenica prossi¬ ma—Zia detto Diehl — il 43 per cento degli elettori sceglierebbe la socialdemocrazia, il 43 per cento la democrazia cristiana, l'8 per cento il partito liberale e soltanto il 5 per cento VNpd ». Nel Baden-Wuerttemberg. ieri, la democrazia cristiana ha ottenuto 60 seggi nel Parlamento: regionale (+1), la socialdemocrazia 37 (—10), i liberali 18 C+ 4) et neonazisti 12: I giornali cercano di gettar sabbia negli occhi dei' propri lettori, attribuendo più importanza al ruzzolone della socialdemocrazia che non all'allarmante fenomeno del neonazismo rinascente. Si parta di un voto di protesta, conseguenza dei disordini studenteschi di Pasqua, si accenna all'insoddisfazione degli operai e alle incertezze dei contadini. Nessuno mette in rilievo il fatto che gli elettori di sinistra e di destra, per votare contro la «grande coalizione » dei democristiani e dei socialdemocratici, avevano a disposizione le liste della sinistra democratica e del partito liberale. I partiti stanno esaminando i risultati di ieri per cercare di capire le cause dello slittamento a destra. Si è creduto di trovarle'nei moti degli studenti. Ai disordini della Settimana Santa, in seguito all'attentato contro Rudi Dutschke. si attribuisce negli ambienti democristiani e socialdemocratici V ascesa dellTXpd. « E' una vecchia regola — ha detto il portavoce Diehl —. Ad ogni azione di sinistra corrisponde una reazione di destra ». Se ne deduce che, per impedire che i tedeschi votino per i nazisti, bisogna imbrigliare i ribelli di sinistra. Per la democrazia cristiana (che ha perduto il 2,1 per cento dei voti) e per i liberali (che hanno guadagnato l'I,3 per cento) il risultato di ieri è una conferma della fiducia dell'elettorato; per i socialdemocratici (che hanno perso V8.2 per cento) è un segnale di allarme. Secando molti osservatori politici, il segnale, è forse suonato troppo tardi: si dubita che nei 16 mesi che mancano alle elezioni politiche, Brandt e Wehner riescano a riconqui¬ stare la fiducia degli elettori. Per il partito, abbandonato da molti fedeli, soprattutto nei centri industriali, è finito il sógno di diventare la prima compagine politica del paese. Al momento, in Germania, non ci si preoccupa eccessivamente per il successo' dei neonazisti, che, èra dato per scontato, sia pure in misura minore. Sul piano interno, gli uomini politici responsabili, a cominciare dal cancelliere Kiesinger; sono sicuri di poter controllare Z'Npd. Per afini si è sempre predicato che « il pericolo sta a sinistra » e si stenta ord a rendersi conto che viene da destra. Si è invece allarmati per i riflessi negativi- che il voto nazista potrà avere sulle relazioni con l'estero. «Passaporto per la nostra politi ca estera — ha detto Kiesinger — è la fiducia che riscuotiamo presso i nostri alleati. Il successo dell 'Npd la scuòte ». Si. temono a Bonn conseguenze per la politica europea (gli elettori dell'Naà. so-' no nazionalisti e antieuropei)^ si teme per la politica di «apertura a Est» (come sarà ora possibile convincere Praga e Varsavia che in Germania il revanscismo e il nazionalismo sono, morti?), ci si aspetta che Mosca scateni le armi psicologiche contro Bonn. E si ricorda il monito rivolto da Kiesinger il giorno prima delle elezioni: « Se VNpd ottenesse più del 5 per cento dei voti l'estero si domanderebbe allarmato se i tedeschi ricominciano daccapo ». Tito Sansa

Persone citate: Brandt, Diehl, Kiesinger, Rudi Dutschke

Luoghi citati: Baden-wuerttemberg, Bonn, Germania, Mosca, Praga, Varsavia