Scontri tra polizia e studenti a Roma Feriti trentasei agenti e 14 civili di Gianfranco Franci

Scontri tra polizia e studenti a Roma Feriti trentasei agenti e 14 civili Scontri tra polizia e studenti a Roma Feriti trentasei agenti e 14 civili I giovani chiedevano la liberazione di due universitari in carcere e gridavano insulti alla magistratura - Alle cariche della polizia i manifestanti rispondono lanciando sedie, tavolini dei bar, bottiglie prese da un camion - Per fermare le camionette hanno messo di traverso alle vie le auto in sosta - Fermate 165 persone: dopo gli interrogatori sono state dimesse, meno sei dichiarate in arresto (tra queste un avvocato) .(Nostro servizio particolare) Roma, 27 aprile. Scontri violentissimi sono avvenuti nella tarda mattinata in piazza Cavour e nelle strade adiacenti tra polizia e studenti al termine di una manifestazione indetta per sollecitare la scarcerazione degli universitari arrestati nei giorni scorsi per i furti compiuti durante l'occupazione della facoltà di Architettura e per l'incendio provocato nel magazzino di una industria produttrice di adesivi. Alla fine sì sono contati 36 tra agenti e carabinieri, e 14 civili feriti; 165 persone fermate, delle quali sei successivamente dichiarate in arresto. Come preannunciato, gli studenti s'erano riuniti verso le 10 di stamane sul Piazzale della Minerva, alla Città Universitaria. Erano più di tremila e, quando hanno lasciato l'Ateneo per dirigersi in corteo verso il centro, si sono uniti a loro un migliaio di alunni delle scuole medie. Il corteo si è ingrossato ancora durante la lunga marcia. File di agenti sorvegliavano insieme con gli studenti del servizio d'ordine che non accadesse nulla. Su un grande striscione bianco c'era scritto: «Il potere nella scuola e nel lavoro si conserva con la violenza e la repressione »; su un altro striscione rosso: « Studenti e operai in lotta »; e poi cartelli (« De Lorenzo in carcere, gli studenti liberi », « Riempiendo le carceri, riempite le piazze») e slogans inneggianti al Vietnam, a Mao, a Che. Passando per via Bissolati, il corteo ha raggiunto via Veneto e l'ambasciata americana, dinanzi alla quale s'è fermato per alcuni minuti alternando le grida per il Vietnam all'urlo di guerra degli indiani. Poi gli studenti hanno percorso via Ludovisi per inneggiare alla Grecia libera dinanzi all'albergo in cui alloggia re Costantino. Scesi in via del Tritone, uno studente ha infranto una vetrina dì un giornale romano. In Piazza di Spagna, dove è la sede dell'ambasciata spagnola presso la Santa Sede, si sono levate urla contro il regime franchista. Infine a Ponte Cavour gli studenti hanno raggiunto di corsa la piazza dove si erge il Palazzo di Giustizia^ Si sono schierati dinanzi alla scalinata e alle rampe dì acces¬ so sorvegliate da un gran numero di agenti. Compressi tra uno striscione di stoffa, steso da una fila dì studenti per evitare che gli altri venissero a contatto con gli agenti, ed una lunga incastellatura di tubi alzata su un lato della strada per l'affissione dei manifesti elettorali, i giovani sono rimasti per più di un'ora ad ascoltare i discorsi dei loro rappresentanti e a chiedere a gran voce la scarcerazione dei loro compagni. « Gli studenti liberi o Roma brucerà » urlavano mentre all'indirizzo dei magistrati, che avevano ordinato gli arresti, venivano lanciate frasi ingiuriose. La manifestazione sembrava avviata alla conclusione. Verso le 13, mentre alcuni studenti si allontanavano, altri hanno cominciato a gridare «Abbasso la polizia », accompagnando le frasi con gesti ostili verso gli agenti schierati sulla scalinata del Palazzo dì Giustizia. Un commissario ha indossato la fascia tricolore ed un agente ha suonato i tre rituali squilli di tromba. Immediatamente sono avvenuti ì primi tafferugli; gli agenti sono intervenuti per allonta¬ nare gli studenti che si rifiutavano di lasciare la piazza e che continuavano ad insultare il Procuratore della Repubblica. I corpo a corpo sono stati violenti, poi sono intervenute le jeep per inseguire coloro che cercavano riparo nelle vie adiacenti, Nei giardinetti al centro della piazza venivano intanto raccolti sassi per lanciarli contro gli agenti. Una finestra del Palazzo di Giustizia è andata in frantumi. Da un camioncino che scaricava bibite gli studenti si rifornivano di bottigliette per farne proiettili. Alcune finivano contro le vetrine dei negozi infrangendole. I giovani si sono serviti anche di sedie e tavolini presi dai bar. In via Tacito e in via Cola di Rienzo gruppi di studenti spostavano verso il centro della strada le auto in sosta per impedire i caroselli delle jeep. Alle loro sirene si univano quelle delle autoambulanze che si dirigevano verso gli ospedali con i feriti a bordo. Nessuno è in gravi condizioni. I fermati, che erano stati raccolti in un'aula del Palazzo di Giustizia, sono stati più tardi trasportati in questura. Erano 165 e dopo gli interrogatori sono stati rilasciati tranne cinque, arrestati per violenza, resistenza e manifestazione non autorizzata. Il sesto arrestato è un avvocato di trentadue anni, Giovanni Ozzo, accusato di aver istigato gli studenti a rivoltarsi contro i tutori dell'ordine. Gianfranco Franci mimili: iiiiiilllliiiiiliiiiiliiiiniiliiiii li

Persone citate: De Lorenzo, Giovanni Ozzo, Mao

Luoghi citati: Grecia, Roma, Vietnam