Smantellato l'alibi di due nazisti: visti a Meina iI giorno della strage di Tito Sansa

Smantellato l'alibi di due nazisti: visti a Meina iI giorno della strage Gli imputati smentiti da una nuova testimonianza decisiva Smantellato l'alibi di due nazisti: visti a Meina iI giorno della strage Il comandante Krueger sosteneva (insieme con un compagno) di essere stato in licenza al tempo dell'eccidio . Ma un ex infermiere tedesco, grazie alle date del proprio libretto militare, ha dimostrato la sua menzogna - Vano tentativo di difendere gli accusati di un ex capitano delle SS (condannato in contumacia all'ergastolo dal Tribunale militare di Torino) . (Dal nostro inviato speciale) Monaco di Baviera, 24 aprile. Per discolpare gli ex ufficiati delle SS imputati détte stragi sul Lago Maggiore, hanno chiamato a deporre un uomo condannato all'ergastolo. La difesa al processo di Osnabruck (il quale per quattro giorni si è trasferita a Mo¬ naco di Baviera) non è riuscita a trovar di meglio ed ha fatto convocare l'ex capitano delle SS Gottfried Meir, direttore dì una scuola elementare in una cittadina austriaca, che il 2 luglio '55 fu condannato al carcere a vita dal Tribunale militare di Torino. Meir, giudicato in contumacia, era stato riconosciuto colpevole dell'assassinio di quattro persone della famiglia Ovazza, trucidata nel settembre '43 dalle SS ad Intra. In Austria, Meir è stato processato per lo stesso crimine e assolto. Le autorità austriache hanno rifiutato l'estradizione verso l'Italia del condannato; il quale, per venire a. deporre a Monaco, di Baviera, ha chiesto alla Magistratura tedesca un salvacondotto, con la garanzia che non gli verrà torto un capello. La deposizione ' di Meir, dal quale la difesa si riprométteva molto, ha avuto poco \p«s(^pexché4Utestimona-,io!ie \ teme un nuovo procediménto penale nel suo Paese, è stato assai riservato e più che a difendere gli ex compagni d'arme ha pensato a non compromettere la propria posizione, mantenendosi sulle generali. Ha negato ciò che potrebbe nuocergli e confermato ciò che gli è indifferente, e alla fine, per quanto cercasse di tener fede al cameratismo, ha arrecato più danno die giovamento ai suoi ex compagni. « Ad una riunione di comandanti, durante la quale fu deciso di assassinare gli ebrei non ho mai partecipato — ha detto il Meir — ma è evidente che, se le stragi sul Lago Maggiore sono avvenute. contemporaneamente in diversi paesi,' vari comandanti devono aver preso accordi fra loro ». Peggior servìzio di questo lo sterminatore di Intra non poteva rendere ai suoi ex camerati. Una deposizione sì è avuta nel pomeriggio da un altro testimone austriaco la cui importanza era stata finora sottovalutata. Edwin Bergmann, di 46 anni, un ex SS che fu infermiere della III Compagnia, quella di Krueger, di stanza a Stresa, ha messo con le spalle al muro il suo ex comandante, senza astio, senza rancore, con semplicità. Ha portato in aula il proprio libretto militare zeppo di date, e con esso ha distrutto l'alibi di Krueger, il quale sostiene che nei giorni delle stragi di Meina — il 22 e 23 settembre '43 — si trovava in licenza in Germania. Finora, in quasi quattro mesi di udienze, decine di testimoni avevano riconosciuto, con sicurezza più o meno grande, Krueger, ma la questione delle date in cut erano avvenuti questi riconoscimenti era sempre rimasta in dubbio. Il libretto militare del teste Bergmann documenta che l'ex infermiere rientrò dalla licenza il 19 settembre. «Ricordo benissimo che prima della mezzanotte dell'ultimo giorno di vacanza, il 19, passai la frontiera a Tarvisio, che dista pochi chilometri da casa mia. La sera seguente, il 20, ero a Scandiano, presso Reggio Emilia, da dove ero partito per la licenza, ma venni a sapere che la mia Compagnia si era trasferita in località sconosciuta. Pernottai a Modena. La sera successiva, il 21, ero a Milano, dove dormii alla stazione. Ricordo benissimo che non mi volevano far entrare in sala d'aspetto perché avevo la barba lunga. La sera del 22 cercai il mio reparto a Torino, dove, al comando delle SS, in un albergo, seppi che ci eravamo trasferiti sul Lago Maggiore. Partii il 23 mattino e raggiunsi a \ Stresa o la sera stessa o la mattina del 24 ». A questo punto è venuta, attesissima, la domanda capitale del presidente Haack: «Ha visto il comandante Krueger-sul Lago Maggiore?». « Sì », ha risposto il teste con prontezza. Presidente: «E' proprio cerato di averlo visto?». Teste: « L'ho visto con sicurezza assoluta: aveva il suo quartiere vicino all'Albergo Regina ». Tutto questo egli ha detto in assoluta tranquillità e con accento sincero. L'imputato Krueger, impressionato per la sicurezza del testimone, ha chiesto.la parola e si è messo -sul-suo stesso piano, pan landò coti molta calma e gentilezza. « Ho piena comprensione per lei quando dice di avermi vistò a Stresa — egli ha detto —, ma lei certamente si sbaglia. Ci pensi bene, la prego, perché mi sembra impossibile non ricordarmi di averla vista quando lei tornò dalla licenza ». Bergmann è rimasto della sua opinione, ed ha confermato: « Krueger era a Stresa il 24 settembre, cioè " dopo " la strage di Meina ». Di conseguenza, insieme con l'alibi di Krueger, cade anche quello dell'imputato Schnetle, il quale giura dì essere partito per la licenza in Germania insieme con lui il 18 o 19 settembre. Per la difesa, che non ha Ulteriori testi a discarico, sarà difficile se non impoB^ihì^..confutare, lo,jte.stfe monianza odierna, forse, decisiva. Tito Sansa )^ Il comandante delle SS Krueger in aula: è stata provata la sua presenza a Meina il giorno della strage (Tel.)