Papa Giovanni visto da Gorresio in un animato dibattito a Torino di Carlo Casalegno

Papa Giovanni visto da Gorresio in un animato dibattito a Torino Papa Giovanni visto da Gorresio in un animato dibattito a Torino La serata al Circolo della stampa - Il giornalista ha presentato il suo libro «La nuova missione» - Gli interventi di Carlo Casalegno e del prof. Franco Bolgiani Il libro di Vittorio Gorresio su Papa Giovanni, La nuova missione, è stato presentato ieri sera al Circolo della stampa di Torino. Sala gremita, pubblico attentissimo e senza dubbio appassionato alla « confessione » di Vittorio Gorresio. Una confessione che è balzata dalle risposte dello scrittore, ben noto ai lettori de «io Stampa», ai suoi due interlocutori: il prof. Franco Bolgiani, ordinario di Storia del Cristianesimo all'Università di Torino, e il giornalista Carlo Casalegno. Gorresio (di formazione « radicale neoilluminista » come lo ha definito il prof. Bolgiani, e come ha volentieri consentito egli stesso) non ha avuto nessuna difficoltà a spiegare con franchezza la genesi del suo libro. « Ho voluto cominciare La nuova missione a Montecitorio, il giorno dell'elezione di Papa Giovanni, per sottolineare appunto lo scopo della mia ricerca: l'importanza e le conseguenze dell'avvento di un Papa nuovo per la vita civile italiana ». Il prof. Bolgiani ha obiettato che non è ancora possibile, oggi, scrivere una vera biografia storica di Papa Giovanni. Gorresio ha risposto con molta forza di persuasione: « Se ai giornalisti non fosse consentito fornire il proprio contributo dì testimonianza viva, continua, quotidiana ai grandi fatti della storia, io credo che lo storico futuro mancherebbe di un elemento essenziale per il suo lavoro ». A questo compito di informatore attento, intelligente, delle vicende di Papa Giovanni e della sua opera non solo nei confronti della Chiesa, ma anche della società civile italiana, Gorresio era naturalmente condotto, come ha sottolineato Carlo Casalegno, da tre caratteristiche: la sua professione di cronista politico; la sua sensibilità di storico; il suo interesse per il fatto religioso, forse curioso e certo eccezionale in un laico, ma proprio per questo tanto più meritevole di credibilità. Infatti La nuova missione è la prima opera su Angelo Roncalli che abbia evitato la doppia insidia dell'agiografia bigotta e della strumentalizzazione di parte. Il libro — ha detto Casalegno — fa giustizia di tutte le deformazioni più o meno interessate della grande figura di un Papa. L'opera di.Giovanni XXIII, ha rilevato Vittorio Gorresio rispondendo a un'altra domanda, ha veramente segnato una svolta proprio nel momento in cui il cattolicesimo diventava minoranza (anche in Italia, a giudicare dalle statistiche sulla pietà religiosa autentica): e proprio da questa condizione prendeva l'avvio per un suo rilancio di natura tutta spirituale, attraverso il Concilio voluto da Giovanni. Riconoscere questo, significa sottrarre il personaggio Roncalli alla facile oleografia del Papa buono. Gorresio ha detto: «Per me, dei tre uomini che in virtù di una singolare coincidenza hanno dato per qualche anno al mondo un'impressione di buona volontà. Papa Giovanni, Kennedy e Kruscev, il primo è stato di molto il più grande, anche in virtù di una fede sincera, immensa, come pochi uomini, a mio giudizio, hanno mai posseduto. E io, da laico — ha concluso —, ringrazio che mi sìa stato concesso di vivere nel tempo in cui è vissuto lui ». Molti applausi hanno salutato la conclusione del dibattito, « moderato » dal presidente del Circolo della stampa, Giovanni Giovannini. g. d. c. *

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