Il possidente sardo scomparso un mese fa è stato ucciso e il suo rapimento simulato? di Giuseppe Fiori

Il possidente sardo scomparso un mese fa è stato ucciso e il suo rapimento simulato? Inquietanti domande eulla sorte di Paolino Pittorru Il possidente sardo scomparso un mese fa è stato ucciso e il suo rapimento simulato? L'esperienza insegna che i fuorilegge si fanno sempre vivi, prima o poi, per chiedere il riscatto - Invece, nel caso del proprietario di Calangianus, sono già trascorsi 34 giorni di silenzio - L'unico testimone oculare del sequestro, l'allevatore Nicolli, è fermato dai carabinieri perché sospettato d'essere coinvolto nella vicenda (Nostro servizio particolare) Cagliari, 22 aprile. Paolino Pittorru, il piccolo possidente di Calangianus scomparso la sera di S. Giuseppe, fu veramente rapito a fin di lucro? Il dubbio che il suo caso in qualche misura si distinguesse da quelli delle altre vittime di sequestri nacque'fin dal primo momento. Ora só'Heìft rnoH^oj credere phe l'uomo sia staio uccìso e la versione del\ràpimèntò in realtà servisse a sviare le indagini. L'unico testimone oculare del presunto sequestro, l'allevatore trentaseienne Lino Nicolli, è sempre in stato di fermo e il Sostituto Procuratore della Repubblica, dott. Pigozzi, lo interroga continuamente. Una circostanza che, se accertata, potrebbe appesantire la posizione del Nicolli è la sua situazione debitoria nei confronti del Pittorru: gli indagatori avrebbero raccolto in proposito elementi di rilievo. Certo è che la scomparsa del possidente si colloca in un quadro assai diverso da quello solito dei sequestri di persona. Prima o poi i rapitori si fanno vivi: o mandano una lettera scritta di pugno dell'ostaggio con l'indicazione del riscatto e le modalità per il versamento, o stabiliscono un contatto attraverso emissari; insomma, avendo un solo fine (la realizzazione d'un profitto) trovano sempre il modo di collegarsi ai familiari del prigioniero. e o ò e e e o , a o i a n a i o o e r o o i I i lei caso di Paolino Pittor- ' gru, nulla di tutto questo è avvenuto, benché la moglie dello scomparso. Gavina Pileri, avesse ìjnmediatamente pregatoci giornali e la radio di rèndere pubblica la sua volontà di pagare. A trentaquattra giorni dall'inizio della misteriosa vicenda, nessuna richiesta di denaro è giunta alla signora. Le sono arrivate le solite lettere di.«sciacalli » che profittano sempre di simili sventure per estorcere soldi anche se l'ostaggio è in mano di altri. Ma dal marito neppure un rigo. E dai rapitori nessuna prova che Pittorru è vivo. - Siamo quindi molto lontano dalla dinamica del sequestro di persona. E l'ipotesi dell'assassinio acquista con il passare del tempo maggiore consistenza. Stamane la signora Pittorru, stanca di aspettare, ha deciso di istituire una taglia privata: compenserà chi le dia notizie del marito e la aiuti a raccogliere prove per lo scioglimento del mistero. Altre volte in Sardegna si era tentato di fuorviare l'autorità inquirente preordinando il delitto in modo che apparisse commesso dai fuorilegge. Quando manifestazione dominante del banditismo sardo era l'assalto stradale con sparatoria contro l'automobile che non si fosse fermata, caddero in un'imboscata al bivio di Borore il rag. Francesco Lutzu. figlio d'un colonnello di fanteria, e la moglie Domenicangela Atzas. La donna morì. Purtroppo in quel periodo (inizio del '60) episodi simili erano tutt'altro che infrequenti e i giornali registrarono il fattaccio senza intravedervi alcun retroscena. Ora il rag. Lutzu è in carcere, condannato all'ergastolo per uxoricidio. Sempre all'epoca degli assalti stradali, a chi voleva defraudare di un po' di quattrini la ditta di cui era esattore, l'espediente glielo suggeriva la cronaca cittadina. Bastava inventarsi due o tre uomini sbucati dal ciglio della strada con le armi in pugno. E nel bel mezzo della temj pesta di lettere estorsive. un I operatore e un autista del l'Istituto «Luce», stufi di gì- e | rare t paesì deiVOgiiastra per sa o gè nsli nre o po di oioo. ee iel lo lmi proiezioni propagandistiche, tutt'a un tratto se ne tornarono a Roma di propria iniziativa. A giustificazione del lavoro interrotto a mezzo senza autorizzazione, esibivano una terrificante lettera minatoria. Era scritta a stampatello. L'aveva composta l'operatore con la mano sinistra. Il « caso Pittorru » sembra avere la stessa caratteristica di operazione preordinata in modo che il sospetto di responsabilità vada a cadere sui banditi Infine la polizìa teme che le ricerche debbano essere indirizzate a scoprire non un ostaggio nascosto in una tzndcdPd■ grotta ma un cadavere sot- terrato. Chi l'assassino? E' convinzione degli inquirenti che Xèno Nicolli sappia molto più di quanta finora ha detto e che le cose dette siano frutto di fantasìa. Giuseppe Fiori ;—»— Paolino Pittorru, scomparso il 19 marzo (Telefoto)

Luoghi citati: Borore, Cagliari, Calangianus, Roma, Sardegna