Il presunto «corriere» dei banditi sardi in carcere a Nuoro col padre e il fratello

Il presunto «corriere» dei banditi sardi in carcere a Nuoro col padre e il fratello I MILIONI DEI BISCATTI NASCOSTI Ili PIEMONTE? Il presunto «corriere» dei banditi sardi in carcere a Nuoro col padre e il fratello E' Salvatore Falconi, trentenne, da Fonni - Da tre anni risiedeva nel Vercellese ed ha lavorato come cameriere ed autista a Torino e Milano - L'altra sera era «tato «fermato» a Porto Torres mentre s'imbarcava per Genova - Gli inquirenti sospettano ch'egli sìa stato in possesso del riscatto di Luigi Moralis (85 milioni) con l'incarico di depositarlo in una banca del continente (Dal nost.o corrispondente) Sassari, 20 aprile. L'ex servo-pastore Salvatore Falconi, trentenne, da Fonni (Nuoro) — sospettato di essere il « corriere » dei banditi sardi con l'incarico di depositare nelle banche di Torino e di Milano i milióni dei riscatti pagati dalle vittime — da stasera è nelle carceri di Nuoro in una cella isolata e sottoposta a « grande sorveglianza ». Il prosieguo del suo « fermo » è stato autorizzato dalla magistratura. Con lui sono in carcere anche il padre, il commerciante di bestiame Michele Falconi, sessantatreenne, detto « Tropeia », e il fratello Peppino, di 27 anni. L'altro fratello, Stefano, uno studente ventenne, è stato rilasciato in giornata. Quali accuse si muovono ai Falconi, e specialmente a Salvatore? Fino a questo momento gli inquirenti parlano in modo vago e riservato di « accertamenti di polizia giudiziaria » e dei quali viene tenuto costantemente informato il Procuratore della Repubblica. I tre Falconi, a quanto si sa, respìngono con energia tutti gli addebiti: non hanno mai avuto — dicono — alcun contatto con la malavita; l'unica loro disgrazia è di avere un fratello fuorilegge, Gavino Falconi, di recente condannato a Nuoro per rapina. Anche se gli inquirenti non escono dal riserbo si sa comunque che essi sospettano Salvatore Falconi come « corriere » dei malviventi. L'ex pastore di Fonni, da tre anni, abita in continente, nel Vercellese, e potrebbe avere avuto in mano l'importo del riscatto del commerciante Luigi Moralis (85 milioni) con l'incarico di trasferirlo in qualche banca del Nord. Oggi carabinieri e polizia hanno compiuto minuziose perquisizioni nella casa dei Falconi, in via Vittorio Emanuele a Fonni, alla ricerca di una traccia quatsiasi del denaro incriminato. Luigi Moralis, appena liberato, diede una descrizione non troppo approssimativa del capo che lo teneva prigioniero: « Alto, asciutto; autoritario; dalla sua bocca uscivano soltanto ordini secchi e precisi... ». Potrebbe essere la descrizione di Michele Falconi ma questi e i suoi figli si sono difesi con argomenti che, almeno all'apparenza, sembrano estremamente solidi: essi hanno detto che, fin dai primi sequestri di persona, i carabinieri di Fonni li avevano tenuti sotto una costante vigilanza e quindi non potevano andarsene per le montagne della Barbagia e del Goceano; in secondo luogo, ch'essi, durante tutto marzo, non si erano mossi da Nuoro dovendo comparire quotidianamente al processo contro il loro congiunto, Gavino Falconi. Altre novità per quanto riguarda la posizione dell'allevatore trentaseienne Lino Nicolli, di Calangianus, il testechiave del rapimento di Paolino Pittorru. In serata il Nicolli è stato portato in carcere perché anche il suo « fermo » ha avuto una proroga da parte del magistrato. Per tutta la giornata carabinieri e « baschi blu» hanno perlustrato metro su metro la tenuta del Nicolli ad Ussaggia. Il fatto che si sia scavato in diversi punti con badili e picconi fa supporre che si cercasse qualcosa di più d'un semplice indizio. Forse il cadavere del Pittorru? Evidentemente essi dubitano dei diversi racconti resi dal Nicolli: quello sulle modalità del sequestro, sulla sua scomparsa e ricomparsa, infine della sua dichiarazione di avere visto, in prigionia, il Pittorru vivo. In realtà appare strano che un uomo venga sequestrato e poi rilasciato dietro promessa verbale che avrebbe pagato il riscatto. Se invece il Nicolli è stato preso perché portasse un messaggio alla famiglia Pittorru non era più facile farlo pervenire direttamente alla moglie? Costei invece non ha ricevuto ancora alcuna richiesta di riscatto e questa è un'altra delle tante singolarità del « giallo di Calangianus ». a^ pj^