Impresa difficile per la nostra squadra

Impresa difficile per la nostra squadra Sul campo di Fuorigrotta una svolta decisiva per il nostro football ANCHE SE NON IMPOSSIBILE Impresa difficile per la nostra squadra Gli italiani sono stali sconfitti (2.3) in Bulgaria - Per essere ammessi alle semifinali della Coppa Europa devono superare i loro avversari almeno con due goals di scarto (Dal nostro inviato speciale) Napoli, 19 aprile. Quando, qualche mese fa, la estrazione a sorte destinò la squadra nazionale italiana ad incontrare quella bulgara, non ci fu nessuno, si può dire — a rrieno di qualche pessimista inveterato — che non si fosse fregato le mani dalla soddisfazione per il fatto che avevamo da incontrare una squadra che era facile da battere. In realtà, sarebbe stato necessario possedere delle capacità divinatorie tutt'affatto speciali per prevedere quel che sarebbe successo ai danni della nostra rappresentativa nazionale nel seguito della Coppa Europa. Nella partita di andata della competizione a Sofia, (persa per 2 reti a 3), gli azzurri si sono imbattuti in un osso molto più duro di quanto ognuno si sarebbe aspettato di incontrare. Era insito nella concezione generale nostra una mentalità che classificava genericamente le squadre balcaniche come un qualche cosa di tecnicamente inferiore al calcio della zona europea occidentale. Si era convinti che noi avremmo fatto un boccone solo di una compagine proveniente da questo settore dell'orbe terracqueo. Quanto era avvenuto due anni or sono ai Campionati del Mondo in Inghilterra, era stato completamente dimenticato. Si pensava che quanto era successo ai nostri danni su ai confini della Scozia non fosse che la conseguenza di errori nostri casuali od accidentali. E si ritenne che ogni cosa si potesse liquidare con una serie di querimonie e di improperi rivolta a chi si era portato male mentre si attendeva un trionfo. E non ci si soffermò nemmeno un istante a pensare che noi si era rimasti fermi su posizioni statiche, mentre attorno a noi altri avevano preso a camminare a passi lunghi e volenterosi. Su quanto aveva fatto quella sera a Liverpool la Bulgaria al momento in cui essa fu contrapposta al Brasile, nessuno dedicò molta attenzione. In Italia, la grande maggioranza dei critici si scagliò con uno spirito tutto particolare contro un uomo solo. Bastava vendicarsi su di una persona isolata perché l'amor proprio nostro fosse rivendicato. Uno sguardo a quanto avvenuto attorno a noi, uno sguardo deciso e comprensivo, non venne gettato da parte di coloro che dovevano parlare di responsabilità. Nel mondo del calcio, come in genere in tutte le cose dell'orbe terracqueo, chi sta fermo, retrocede. E chi invece cammina, progredisce e va avanti. Nei Balcani si è camminato. Gli smacchi raccolti in lunghi anni di infortuni internazionali, hanno insegnato qualche cosa a coloro che devono dirigere il movimento calcistico. Hanno insegnato fra l'altro a riflettere. E poco per volta si è posto rimedio ai mah. Da noi ci si è gettati tutti quanti su di una persona sola, pensando che, colpita quella, ogni cosa sarebbe automaticamente andata a posto. E ci si è andati ad impelagare nella giungla delle costruzioni tattiche, in quella giungla che non serviva ad altro che a far guadagnare dei milioni a gente che aveva'trovato nel calcio il modo di arricchirsi indebitamente. L'andamento e il risultato della partita di Sofia avrebbero dovuto portare un brusco risveglio all'ambiente nostro. Invece, parte notevole dell'ambiente stesso ha continuato a cullarsi in vane ambizioni, rimanendo lontano dall'essenza vera e propria delle cose. Ed ora ci troviamo ad affrontare una situazione che è molto più incresciosa di quanto molti ritengono. Una situazione certamente non insuperabile, ma davvero poco piacevole. Abbiamo perduto — di stretta misura, è vero — l'incontro d'andata con uno dei rappresen- Zoff 1 Simeonov Burgnich 2 Scialamanov Facchetti 3 Dimitrov Ferrini 4 Gaganelov Guarneri 5 Penev Castano 6 ' Jecev Domenghini 7 Popov Juliano 8 Bonev Mazzola 9 Asparukov Rivera 10 Jakimov Prati 11 Dermendjev Arbitro: Dienst (Svizzera) Inizio ore 16. La partita sarà trasmessa per tv sul primo canale (telecronista Nando Martellinl) e per radio sul nazionale (Enrico Ameri radiocronista) a partire dalle 15,55. tanti dei Balcani, ed ora ci troviamo a dover risalire l'erta. Per conseguire quel successo che molti ritengono sia un nostro essenziale diritto nel torneo europeo, non ci basta colmare il distacco di una rete subita alcuni giorni or sono. E' necessario, è strettamente indispensabile,, fare di più e di meglio, cioè vincere con almeno due reti di scarto. E, nemmeno farlo apposta, una serie inesorabile di contrattempi è venuta ad abbattersi sulla persona che in piena buona fede sta lavorando per porre rimedio ai contrattempi: Di errori ne sono stati commessi. E' cosa innegabile. Ma la sorte si è decisamente accanita contro di noi. Quasi una metà della squadra nostra, come colpita dal malocchio, ha dovuto allontanarsi dall'agone. La malasorte è venuta a sfogarsi quasi completamente sul settore difensivo del nostro « undici ». Due portieri, l'uno dopo l'altro, due difensori base, un mediano laterale hanno dovuto — per una ragione o per l'altra — essere sostituiti. L'impresa che stiamo per affrontare non è certamente insuperabile, ma difficile sicuramente lo è. Perché l'avversario è tenace e deciso a difendere il pur esiguo margine di vantaggio che detiene. Più che affrontare una prova di carattere tecnico, gli azzurri sono tenuti ad affrontare'una prova di carattere morale. Vittorio Pozzo