La Libia è diventata in pochi anni il sesto Paese petrolifero del mondo

La Libia è diventata in pochi anni il sesto Paese petrolifero del mondo La Libia è diventata in pochi anni il sesto Paese petrolifero del mondo Dal 1960 al 1967 la produzione è passata da zero a novanta milioni di tonnellate II governo utilizza i proventi per costruire strade, scuole, case e ospedali - La disoccupazione è scomparsa; i giovani che vanno a scuola ricevono uno stipendio (Nostro servizio particolare) Parigi, 18 aprile. Il petrolio ha fatto un nuovo miracolo nel deserto, questa volta in quello della Libia. Inesistente fino al 1960, la produzione di petrolio grezzo di questo Paese ha raggiunto 90 milioni di tonnellate nel '67: tre volte quella dell'Algeria. L'Irak è superato e la Libia si colloca già al sesto posto tra i produttori di petrolio del mondo. In media, la produzione raddoppia ogni due anni; a questo ritmo — scrive L'Express — la Libia minaccia di detronizzare il Venezuela che oggi è il primo esportatore di prodotti petroliferi del mondo. Il 90 per cento della produzione è in mano a Società americane. In « royalties », queste compagnie versano annualmente circa 2800 milioni di franchi (352 miliardi di lire) allo Stato libico, cioè il 97,7 per cento delle sue entrate di bilancio. E recenti nuove scoperte permettono di prevedere il raddoppio di questa cifra in qualche anno. tutto questo petrolio sgorga in un paese di 1 milione 700.000 abitanti. Un tempo l'uomo più povero dell'Africa, il cittadino libico ha oggi un livello di vita che, con 800 dollari di reddito medio all'anno, si avvicina a quello italiano (circa 1000 dollari). Il veccàìo re Idris 1 vive semplicemente. Il governo non può utilizzare più del 30 per cento dei suoi redditi petroliferi per le spese ordinarie di bilancio. Il resto va a finanziare il piano quinquennale di sviluppo. Scuole, dighe, ospedali, strade escono dalla terra, ma non vi sono medici né insegnanti a sufficienza. Si pagano i ragazzi perché vadano a scuola: uno studente arriva a prendere 350 franchi al mese (circa 45.000 lire). La disoccupazione non esiste più, anzi vi è scarsità di mano d'opera. Nel 1956 il paese, rurale all'80 per cento, era in maggioranza popolato da seminomadi. Oggi V80 per cento della popolazione vive in città moderne. Gli avvenimenti di giugno in Medio Oriente hanno minacciato seriamente la stabilità politica del paese. L'industria petrolifera è stata paralizzata da uno sciopero generale. Il flusso delle « royalties », la loro utilizzazione da parte del governo, permetteranno di spegnere queste nascenti tensioni politiche? E' questa, conclude L'Express, la domanda che ci si deve porre, parlando dell'avvenire della Libia. m. 1. I suoi abitanti erano Uno a ieri i più poveri dell'Africa