Pieraccini: occorre riformare finanza locale e oneri sociali di Arturo Barone

Pieraccini: occorre riformare finanza locale e oneri sociali La situazione economica all'esame del Cnel Pieraccini: occorre riformare finanza locale e oneri sociali li ministro afferma che sono questi « ì due nodi da sciogliere » per attuare la programmazione - Anche il presidente dell'Ili, Petrilli, insiste sulla necessità di riordinare l'attuale sistema previdenziale, per ridurre i costi di produzione (Nostro servizio particolare) Roma, 18 aprile. Il ministro del Bilancio, Pieraccini, illustrando stamane al Cnel la relazione generale sull'economia italiana nel 1967, ha fornito alcuni dati inediti sul grado di attuazione del programma 1966-70, rispetto alle previsioni fatte a suo tempo. Nel settore degli investimenti sociali, il più caratteristico della politica di piano, lo scarto fra la realtà e il piano è minimo: nel biennio 1966-67 tali categorie d'investimento (trasporti, comunicazioni, scuole, bonifiche, ecc.) hanno impegnato il 9,4 per cento delle risorse interne anziché il 9,7 previsto per il quinquennio. Meno soddisfacente è il consuntivo riguardante gli investimenti direttamente produttivi. Secondo il programma, avrebbero dovuto assorbire il 13,4 per cento delle risorse disponibili; tale obiettivo non è stato raggiunto, anche se la quota effettivamente investita è venuta via via crescendo: 10,5 per cento nel 1965; 11 per cento nel 1966, 12 per cento nel 1967. Il ritardo accumulato nella fase di recessione — ha osservato il ministro — «non può essere colmato con un salto». I consumi privati, nel triennio 1965-67, hanno assorbito più del 65 per cento delle risorse totali, anziché il 60 previsto dal piano come media del quinquennio. Ciò è andato a scapito anche dei consumi pubblici; comunque, con i progressi compiuti nell'ultimo anno, la situazione è notevolmente migliorata: in definitiva, per consumi pubblici e privati è stato impiegato il 78,6 per cento delle risorse contro il 76,9 indicato dal piano; per gli investimenti immediatamente produttivi e sociali il 21,4 contro il 23,1 del piano. Pieraccini ha quindi sostenuto la necessità di adeguare la spesa pubblica alla necessità di accrescere l'occupazione, ubbidendo alla duplice esigenza dell'espansione territoriale e della diversificazione produttiva. La politica di programmazione, ha osservato ancora il Ministro, « rischia tuttavia di essere seriamente minacciata se nella prossima legislatura non saranno sciolti definitivamente i due nodi della finanza locale e previdenziale. Per gli enti territoriali, sarà necessario un riordinamento che implichi l'istituzione delle Regioni e una nuova dimensione per la gestione dei servizi pubblici che i Comuni non possono più sostenere; per l'attività previdenziale, il passaggio ad un sistema di sicurezza sociale che concentri e riunifichi le prestazioni dei servizi e ponga a carico della collettività ciò che oggi pesa sulla produzione, senza che il sacrificio richiesto abbia un'adeguata contropartita ». Dopo il discorso di Pieraccini è cominciato il dibattito che si concluderà, verosimilmente, domattina. Primo oratore è stato il presidente dell'Iri Petrilli che ha insistito su due aspetti senz'altro favorevoli del consuntivo 1967: la forte ripresa degl'investimenti, specie nel settore dei beni strumentali, e il fatto che l'occupazione sia cresciuta nel Mezzogiorno in misura più che proporzionale rispetto alla sua popolazione. Si è però detto anche preoccupato dell' aumento del costo del lavoro verificatosi lo scorso anno (oltre il 5 per cento per unità prodotta) e ha perciò nuova mente sollecitato la riforma dell'attuale sistema previdenziale attraverso la progressiva fiscalizzazione degli oneri sociali relativi alle prestazioni-base. Il dott. Franco Mattei, vice-segretario della Connndustria, ha richiamato l'attenzione dell' assemblea sulle prossime scadenze commerciali e sulla necessità di ri durre i costi, per far fronte alla più vivace concorrenza internazionale. Egli ha inoltre suggerito di esaminare il problema della oc cupazione nell'ambito globale della politica economica e in particolare delle politiche che, facendo crescere il costo del lavoro (oneri sociali, riduzioni della settimana lavorativa, ecc.), tendono ad accelerare nell'industria la sostituzione della mano d'opera. Ha concluso con l'invito ad analizzare, nella relazione economica annuale, anche l'economia dei singoli settori e delle imprese e a preoccuparsi, circa l'attuazione del programma, più degli aspetti qualitativi che di quelli quantitativi. Arturo Barone

Persone citate: Franco Mattei, Petrilli, Pieraccini

Luoghi citati: Roma