Il voto del 19 maggio, dice Moro decisivo per il futuro della nazione

Il voto del 19 maggio, dice Moro decisivo per il futuro della nazione Discorso a Novara del Presidente dei Consiglio Il voto del 19 maggio, dice Moro decisivo per il futuro della nazione Da esso dipendono la libertà e il progresso - Non abbiamo ancora raggiunto la maturità e la tranquillità dei Paesi anglosassoni, dove nessuno mette in discussione il sistema democratico - Il pericolo delle schede bianche - « Non si scoraggi chi pensava che il governo potesse fare di- più: partecipi maggiormente alla vita politica, e faccia azione di pungolo» - Moro ha ricevuto ad Arona i sindaci del Verbano - Oggi a Vercelli e ad Aosta (Dal nostro inviato speciale) Novara, 18 aprile. « Molti sono convinti che la situazione politica italiana in questa vigilia elettorale sia sufficientemente tranquilla e, in ogni caso, meno drammatica di quanto non fosse prima di altre elezioni. Ed in parte è vero. Ma questo ci autorizza forse a ritenere che quelle del 19 maggio siano consultazioni di ordinaria amministrazione? Certamente no. Al contrario si tratterà di elezioni decisive per il futuro del Paese ». Questo, in sintesi, il monito che il presidente del Consiglio, Moro, ha rivolto ai novaresi e, indirettamente, a tutti gli italiani all'inizio del discorso tenuto stasera al teatro Coccia, gremito in ogni ordine di posti. Il Presidente del Consiglio ha ammesso che il nostro Paese gode effettivamente di una certa serenità proprio perché l'esperienza dì centro-sinistra ha portato più avanti quella coincidenza fra popolo e Stato che è alla base di ogni vera armonia sociale; ma ciò non vuol certo dire che abbia raggiunto la maturità e la tranquillità dei paesi anglosassoni, dove il dibattito sui mezzi e sugli strumenti per raggiungere nuove mete è sempre vivissimo, ma a nessuno passa per la mente di mettere in discussione lo stesso sistema democratico. Da noi la situazione è diversa, i dubbi sono più profondi e preoccupanti. Lo dimostra, fra l'altro, l'interesse suscitato dal dibattito sulla scheda bianca. « Io credo che questo fenomeno venga sopravvalutato — ha detto Moro — mar sento il bisogno di richiamare tutti al dovere del voto, che poi non è che una faccia della medaglia che ha stampato sull'altra il diritto alla.\libertà ». - Sulla causa che può spingere un cittadino ad introdurre nell'urna una scheda bianca, non ci possono essere molti dubbi: si tratta quasi sempre di insoddisfazione e sfiducia. Ma, secondo Moro, vi possono essere vari tipi di sfidùcia: una sfiducia generica, provocata dalla stanchezza, molto simile al disinteresse qualunquistico; una' sfiducia specifica nel centrb sinistra da chi sperava che facesse più di quanto in realtà abbia fatto; una sfiducia totale, nei partiti e nello stesso sistema democratico. A chi è insoddisfatto perché ritiene che l'attuale .coalizione governativa non abbia fatto abbastanza. Moro ha detto di non scoraggiarsi, di insistere, di partecipare maggiormente aila vita politica, si da svolgere un'azione di pungolo. Molto più difficile, o additura impossibile, è il discorso con coloro che rifiutano l'intero sistema. « Il guaio è — ha detto il presidente del Consiglio — che tutte le schede bianche, anche' quelle di quegli elettori che, per quanto sfiduciati e insoddisfatti, credono nel sistema democratico, finirebbero per esse re interpretate come schede di contestazione al sistema, come schede contro i partiti e contro le libertà democratiche ». Secondo il presidente del Consiglio, una simile interpretazione sarebbe inevitabile e fomenterebbe automaticamente nel nostro paese gli sporadici spunti di violenza manifestatisi in questi ultimi mesi. Da queste premesse, Moro ha dedotto la necessità che il corpo elettorale concentri ancora una volta tutta la sua attenzione sui grandi temi della libertà e della democrazia. Circa la posizione della democrazia cristiana nei confronti del partito comunista, il presidente del Consiglio ha affermato che il quadro di fondo non è cambiato, anche se ha acquistato aspetti più complessi e sfumati. « Lo so. ad alcuni una netta, rigida contrapposizione fra democrazìa cristiana e partito comunista italiano oggi appare meno comprensibile, ma io sono convinto che non sia possibile contrapporre al pei uno schieramento di forze politiche tra le quali non ve ne sia una che abbia non soltanto un peso ed un'autorità particolari, ma anche una ispirazione spirituale nettamente diversa da quella comunista ». Proprio questa diversità di ispirazione, secondo Moro, rende possibili convergenze col pei su temi particolari, Il presidente del. Consiglio on. Moro ieri sera durante ii discorso al Teatro Coccia di Novara (Foto Moisio) senza che si possa mai dubitare che queste intese parziali possano minare la divergenza di fondo che contrappone i due partiti sul piano della ideologia. Moro aveva iniziato il suo giro piemontese ad Arona, sul Lago Maggiore, dove nel tardo pomeriggio era stato ricevuto da tutti i sindaci del Verbano. Al saluto dei sindaco di Arona, Pietro Sorisio, che gli ha fatto omaggio di due volumi con la storia della città, Moro aveva risposto sottolineando l'importanza che hanno gli enti locali nella vita del Paese. « Non c'è democrazia senza comuni — ha detto il presidente del Consiglio —, la loro autonomia e la loro libertà è la condizione prima della libertà del Paese. Domani mattina, proseguendo nel suo giro. Moro parlerà a Vercelli; nel tardo pomerìggio sarà ad Aosta. Gaetano Tumiati *

Persone citate: Gaetano Tumiati, Moro, Pietro Sorisio

Luoghi citati: Aosta, Arona, Novara, Vercelli