I valdostani nella tormenta di A. Galante Garrone
I valdostani nella tormenta I valdostani nella tormenta La Resistenza ebbe una parte decisiva nel salvare italianità ed autonomia democratica della Valle - L'opera dell'abate Chanoux e di Chabod Severino Caverl, che fu, alla fine del 1945, uno dei fondatori della Union Valdotarne, pubblica oggi in Francia un volumetto autobiografico (Souvenirs et révélations. Vallèe d'Aoste, 1927-1948), fortemente polemico. Più che una « tessera del mosaico della storia politica contemporanea » valdostana, esso è un documento, indubbiamente significativo, di uno stato d'animo esacerbato e rancuroso. Peccato. Se si fosse preoccupato di esporre fatti più che di trinciare giudizi, l'autore, che sa maneggiare la penna, avrebbe potuto darci un libro utile. Per esempio, sarebbe desiderabile avere maggior copia di particolari sul movimento della Jeune Vallèe d'Aoste, che nel 1927 si raccolse attorno a Chanoux, già allora antifascista e repubblicano. E' ima pagina ignorata, che varrebbe la pena di illuminare a fondo. Anni decisivi, in questo periodo storico, sono quelli in cui drammaticamente si pone il problema dell'autonomia valdostana. Con la guerra disastrosa e il profilarsi della disfatta del regime, vengono al pettine tutti i nodi della politica fascista: che anche in Valle d'Aosta aveva perseguito metodi e fini stolidamente accentratori e sopraffattori. In realtà, qui come altrove, la reazione più efficace al fascismo venne dalla Resistenza. E' un fatto che la Valle fu difesa e liberata dai suoi partigiani, con lotte e sacrifici che il Caveri (forse perché rifugiato in Svizzera durante quei mesi) stranamente sembra Ignorare. Fu essenzialmente questa autonoma spinta partigiana, prontamente appoggiata dal prefetto aostano dei giorni della Liberazione e dal Cln, che permise di rintuzzare le mire annessionistiche e separatistiche fomentate, negli ultimi mesi di guerra, da alcuni ambienti francesi, quelli più legati a un gretto nazionalismo ormai condannato dalla storia. Il vero problema politico, scaturito dalla crisi di allora, fu quello dell'autonomia. Ma la ricostruzione del Ca¬ veri ha il torto, secondo noi, di poggiare su una artificiosa distinzione fra gli autonomisti « autentici », che volevano una garanzia interna-» zionale, e quelli « finti », postisi al servizio di Roma. La contrapposizione che egli fa di Federico Chabod a Emilio Chanoux non regge a una serena analisi storica. Nessun « abisso » li separava; li accomunava invece l'amore per la loro « piccola patria», non disgiunto dalla volontà politica di collaborare fiduciosamente con i partiti politici italiani, per inserire il problema valdo¬ stano nel quadro dei problemi nazionali, e dalla consapevolezza che la Valle di Aosta avrebbe dovuto esercitare, in un'Europa rinnovata, una funzione mediatrice di civiltà. Al di sopra di ogni meschina acrimonia di parte, dobbiamo ravvisare in questa persuasa e profonda cooperazione la prima radice dell' autonomia valdostana. A. Galante Garrone S. CAVERI: Souvenirs et rivélations. Vallèe d'Aoste. 19271948 - Bonnevillo, Imprimerla Plancher - pagine 310.
Persone citate: Caveri, Chabod Severino Caverl, Chanoux, Emilio Chanoux, Federico Chabod, Plancher
Luoghi citati: Europa, Francia, Roma, Valle D'aosta, Valle Di Aosta
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