Andreotti alla Fiera di Milano rassicura gli operatori economici

Andreotti alla Fiera di Milano rassicura gli operatori economici La rassegna inaugurata ufficialmente Andreotti alla Fiera di Milano rassicura gli operatori economici «Il progresso economico del Nord — ha detto — è condizione preliminare per il progresso del Centro e del Sud» - Le eloquenti cifre della Mostra illustrate dal presidente Casati - La visita delle autorità ai padiglioni della Fiat dedicati all'evoluzione tecnica e tecnologica del motore (Dal nostro inviato speciale) Milano, 16 aprile. Domenica e lunedì, aggirandoci fra uno stand e l'altro della Piera di Milano, abbiamo constatato che operatori economici ed espositori erano divisi in due schiere. Alcuni sostenevano che la apertura di quest'anno, avvenuta il giorno di Pasqua senza particolari cerimonie, quasi in sordina, era la più adatta al carattere della manifestazione. Altri invece affermavano che le cerimonie non sono soltanto pura etichetta, hanno un loro significato e una loro funzione come le maiuscole, gli abiti scuri, i pranzi nuziali. Secondo loro, a questa quarantaseiesima edizione, entrata nella vita di Milano in punta di piedi, mancava qualcosa. Bene, stamattina le esigenze di questo secondo gruppo, certo foltissimo, sono state soddisfatte, la Fiera ha avuto il suo battesimo ufficiale cui hanno partecipato il ministro dell'Industria e Commercio, on. Andreotti, il corpo diplomatico, le autorità milanesi. Su nel grande salone dei congressi, affollato dalle rappresentanze diplomatiche e dai maggiori nomi del mondo economico, il presidente della Fiera, avv. Adrio Casati, dopo aver rivolto il suo saluto al Ministro, ha dato secondo la tradizione la parola alle cifre. Dunque, 13.641 espositori, dei quali 10.098 italiani e 3543 stranieri. Nazioni rappresentate 89, nazioni presenti ufficialmente 65. Fino a qualche anno fa, non appena il presidente aveva esposto queste cifre, lo sguardo degli operatori economici e dei giornalisti correva automaticamente alle statistiche delle fiere precedenti per controllare se vi fosse stato un regresso o un progresso. Oggi questo non succede più, la Fiera è satura, non ha più spazio, da diversi anni le cifre si aggirano sempre attorno allo stesso livello, le variazioni sono minime. Quest'anno per esempio ci sono 46 espositori in meno dell'anno scorso (13.641 contro 13.687), ma a nessuno verrebbe in mente di considerare preoccupante questa leggera diminuzione. Tutti invece sono concordi nel ritenere sintomatico e positivo il netto aumento dei paesi partecipanti ufficialmente: l'anno scorso erano 48, quest'anno sono 65. Sono presenti tra gli altri tutti i paesi dell'Europa orientale, nessuno escluso; 13 paesi africani, quasi tutti i paesi dell'America del Sud. I paesi che partecipano per la prima volta sono otto e precisamente Algeria, Ecuador, El Salvador, Gabon, Hon duras, Indonesia, Nicaragua, Repubblica centroafricana. La Fiera di Milano attira il Terzo Mondo. L'avvocato Casati ha tenuto a sottolineare il continuo aumento delle mostre specializzate che si svolgono nel recinto della Fiera durante l'arco dell'intera annata. Nel 1962 cè ne furono 20, quest'anno ce ne sono state 34. Di fronte a queste cifre al profano vien fatto di domandarsi se la Fiera di Milano non sia destinata a svenarsi e a deperire a poco a poco per dar vita a un numero sempre maggiore di fiere spe cializzate. Ma negli ambienti fieristici questo timore non c'è. « Il volume di affari che un espositore può intrecciare alta Fiera campionaria — ci ha detto un esperto — è di regola quattro-cinque volte maggiore di quello ottenibile in una mostra specializzata ». Il ministro Andreotti, rispondendo al saluto di Casati, ha esordito con un'affermazione che ha fatto particolarmente piacere agli operatori economici milanesi. Questi infatti, pur essendo favorevoli a una politica di sviluppo del Mezzogiorno, temono sempre che, per aiutare il Sud, il governo attui una polìtica di austerità e di disincentivazione nei confronti del nord e di Milano in particolare. Andreotti li ha rassicurati affermando che agli occhi del governo « il progresso economico di Milano non contrasta ma è condizione preliminare per ti progresso del Centro e del Sud cui siamo tutti così appassionatamente tesi ». Circa la situazione economica nazionale, il ministro dell'Industria si è limitato a ripetere i dati — dì per sé eloquenti — forniti recentemente dal Governo nella «Relazione economica generale » per 11 1967. Nel suddetto pe¬ riodo, com'è noto, il reddito è aumentato del 5,90 per cento, il tasso degli investimenti dell'I 1,20 per cento, i consumi del 6,70 per cento. E si sono avuti 223 mila nuovi posti di lavoro. « Queste cifre hanno importanza — ha detto Andreotti — ma sono facilmente comprensibili soltanto dagli iniziati. Il grande merito della Fiera di Milano è quello dì far vedere, di far comprendere anche ai profani questo sforzo produttivo ». La visita ai vari padiglioni della Fiera quest'anno si è svolta in modo nuovo. Anziché in macchina le autorità l'hanno compiuta su piccoli convogli a motore elettrico, lenti e silenziosissimi. La prima tappa è stata al padiglione della Fiat dove i visitatori sono stati accolti dal vice-presidente, ing. Nasi, che ha illustrato all'ori. Andreotti i criteri dello stand intitolato « Evoluzione tecnica e tecnologica del motore Fiat nelle sue parti e funzioni ». Le vecchie auto del secolo scorso e i nuovissimi modelli, il motore dei primissimi «velivoli», quello dell'idroplano di Agello, quello dell'ultimo aereo a reazione costruito dalla Fiat hanno attirato l'attenzione di tutti inducendo molti dei presenti a una sosta più lunga del previsto. Quando sono usciti, il silenzioso trenino si era già allontanato verso la seconda tappa col ministro-e il suo seguito. La maggior parte delle autorità ha dovuto proseguire il giro a piedi. Gaetano Tumiati L'on. Andreotti, a destra, durante la visita inaugurale alla Fiera (Telefoto A. P.)