L'importanza della scelta di Vittorio Gorresio

L'importanza della scelta IL 19 MAGGIO L'importanza della scelta Dopo quello socialista, già enunciato, in settimana saranno resi noti i programmi elettorali di altri partiti concorrenti o avversari: giovedì quello democristiano, poi il repubblicano e il socialproletario. Le novità che vi troveremo non saranno sensazionali, e può essere almeno parzialmente giustificata una certa mancanza di curiosità a conoscerli, da parte del grande pubblico. Pino a questo momento, forse anche in virtù della distrazione festiva pasquale, non si è infatti notato interesse largamente diffuso per la consultazione del 19 maggio, come se la maggioranza degli elettori considerasse le parole e le promesse tutte già dette, i giochi tutti fatti e l'esito scontato. La realtà è diversa e occorre stare in guardia, perché il confronto fra i partiti sarà molto impegnativo ed i suoi risultati determinanti per le sorti del Paese, tanto politiche quanto economiche. E' in gioco la formula di cèntro-sinistra, cioè la continuazione di un'azione di governo che può riuscire efficace — anche più di quanto sia stata durante la quarta legislatura — solo in virtù di una prolungata stabilità. Il programma di sviluppo economico nazionale che i nuovi parlamentari erediteranno dai loro predecessori richiede un largo arco di tempo per dare frutti, e quindi.al pari delle impazienze sarebbero ingiustificati arresti e cambi di rotta. E' contro pericoli di questo genere che debbono premunirsi gli elettori nel votare. Bisogna anzitutto respingere le tentazioni dell'astensionismo — sia soltanto per pigro disinteresse, sia per protesta — considerandolo, come è realmente, un atteggiamento sbagliato, nocivo alla collettività non meno che ai singoli. La campagna per la scheda bianca che sta svolgendo con qualche ostinazione il cosiddetto «Movimento per la nuova repubblica» si richiama a un esempio peronista che non trova legittimazione nelle condizioni obbiettive della democrazia italiana, del tutto diverse da quelle in in cui si trova l'Argentina, per nostra buona fortuna. Infecondo luogo, a smuo- ere quel tanto di apatia che sembra oggi caratteristica di una parte dell'elettorato italiano, è necessario fare presente la risolutiva importanza delle scelte da compiere il 19 maggio. E' la prima volta che sul piano nazionale si debbono saggiare validità e riuscita del processo di unificazione dei due partiti socialisti, psi e psdi, una grande operazione politica che ha avuto inizio nel 1966 ed è quest'anno destinata a giungere al termine dell'organica integrazione. Le prospettive sono favorevoli, ma quello che conta è la misura del successo: quanto essa sarà maggiore e incontestabile, tanto più sicuramente continuerà il centro-sinistra senza pause, intervalli o sospensioni, sempre dannosi, anzi pericolosi. L'efficienza di un governo di coalizione è sensibilmente condizionata da un relativo equilibrio tra le forze che lo compongono, se si vuole evitare l'egemonia di una parte sulle altre, ridotte alla funzione di satelliti. E' nell'interesse della democrazia in Italia — e pertanto della stessa de — che il socialismo risulti rafforzato dalla propria unificazione. Quale partito di maggioranza relativa, la de ha bisogno di solidi collaboratori e non di semplici compagni di strada, un ruolo che i socialisti, d'altro canto, non sarebbero disposti ad accettare. Come ha detto a Firenzuola il mi¬ nistro Mariotti, la tesi che si debba stare nel governo « ad ogni costo » è da respingere e, anche senza arrivare alle posizioni dell'on. Riccardo Lombardi, c'è tutta un'ala del socialismo propensa a negare che la partecipazione al potere sia un dogma irrecusabile. Il senso del problema è molto chiaro. Come alla de non servpno alleati deboli, nello stesso modo i socialisti rifuggono da uno stato di soggezione nei confronti di un alleato troppo forte, capace di dettare ogni sua legge. Essi piuttosto sarebbero indotti a rivedere le proprie posizioni, a rifare i conti da capo, cioè a «rimescolare le carte», secondo l'espressione che già l'onorevole Rumor usò per la de alla vigilia del suo ultimo congresso. Quello socialista — dedicato alla fusione organica tra psi e psdi — si terrà nel prossimo autunno. Un eventuale relativo insuccesso elettorale degli unifìcandi potrebbe, nell'attesa, rimettere in causa molte cose, non solo nel partito ma anche nel governo. Come nel 1963, la nuova legislatura si inizierebbe forse all'insegna di un monocolore di minoranze, o governo-ponte, un triste esordio che delude gli elettori all'indomani del dovere compiuto, diffonde la sfiducia, aggrava l'incomprensione fra il cosiddetto paese reale e quello chiamato legale. Non dimentichiamo che tutti i guai politici ed economici che attraversò l'Italia nella difficile annata 1964 ebbero la loro origine, sia materiale sia psicologica, nelle incertezze e negli attendismi dei partiti durante il corso dell'estate precedente. Sia il ricordo di norma ai nuovi dirigenti per le loro prossime decisioni e agli elettori per le loro prossime scelte. Vittorio Gorresio

Persone citate: Mariotti, Riccardo Lombardi, Rumor

Luoghi citati: Argentina, Firenzuola, Italia