Tra una settimana in Val d'Aosta si vota per il Consiglio regionale

Tra una settimana in Val d'Aosta si vota per il Consiglio regionale Nove formazioni politiche presenti alla competizione Tra una settimana in Val d'Aosta si vota per il Consiglio regionale Oltre 75 mila persone, domenica prossima, dovranno eleggere 35 consiglieri che a loro volta nomineranno una Giunta con ampie funzioni - Il governo uscente è di centro-sinistra - Dispone di 16 seggi su 35 ed ha retto con l'appoggio esterno del « Rassemblement » e dei liberali - L'esito è incerto (Dal nostro inviato speciale) Aosta, 13 aprile. Tra una settimana, domenica prossima, i valdostani votano per il rinnovo del Consiglio regionale. Sono chiamati alle urne 75.718 elettori, di cui oltre la metà donne, che dovranno nominare 35 consiglieri. Resteranno in carica quattro anni. Il Consiglio eleggerà poi una Giunta che ha ampie funzioni di governo nella regione autonoma valdostana. Partecipano alla competizione elettorale nove formazioni politiche con un totale di 280 candidati.' Hanno presentato liste complete di 35 candidati, sette di nove partiti: pei, pli, Union Valdòtaine, psiup, de, Rassemblement Valdótain, psu. Il pri ha una lista di 21 nomi e il msi di 14. All'ultimo momento, quando già le liste erano state depositate, un candidato dello psiup, Domenico Federico, ha ritirato la sua adesione accusando i socialproletari di essere « succubi dei comunisti ». Poco meno di un terzo degli elettori, circa 24 mila, sono accentrati nella città di Aosta; gli altri sono sparsi in 73 comuni piccoli e medi. Le votazioni nella regione autonoma precedono di un mese la consultazione generale politica per la nomina dei deputati e senatori (i valdostani il 19 maggio torneranno alle urne per designare un rappresentante della Valle alla Camera e al Senato). E' ovvio che questa scadenza ravvicinata tra « regionali » e « politiche » accentui l'attenzione degli osservatori sull'andamento della competizione elettorale in Valle d'Aosta e moltiplichi l'impegno dei partiti con la speranza di conseguire risultati tali da stimolare l'opinione pubblica alla vigilia del voto politico del 19 maggio. L'esito della battaglia è incerto. E' sempre difficile fare previsioni elettorali. Diventa difficilissimo nell'area valdostana, dove il panorama politico è complicato da componenti locali come l'Union Valdótaine e il Rassemblement Valdótain. Tuttavia, una cosa sembra chiara: la competizione ha come perno il centro-sinistra e non esistono alternative. Si tratta di sapere se il centro-sinistra, tra una settimana, avrà avuto dall'elettorato valdostano la forza sufficiente per governare la Valle, oppure se si aprirà un periodo di difficoltà (e quindi di stasi amministrativa) che potrebbe anche portare alla gestione commissariale ed a nuove elezioni. Eventualità dannosa perché ritarderebbe i programmi ed i piani per lo sviluppo della Valle d'Aosta. Lo schieramento elettorale, tutto sommato, è semplice. Da una parte democristiani e socialisti unificati puntano sulla riconferma del centrosinistra costituito venti mesi addietro, dopo anni di governo « frontista ». Dall'altra, comunisti e Union Valdótaine, senza escludere la possibilità di diventare maggioranza, considererebbero già un successo impedire la formazione del centro-sinistra. Nel Consiglio regionale uscente il centro-sinistra disponeva di 16 seggi su 35 (13 democristiani, 2 socialisti, un socialdemocratico). Durante questi venti mesi ha retto con l'appoggio esterno del « Rassemblement » (due seggi: un « campagnard » e un esponente che ha abbandonato l'Union Valdótaine) e dei due liberali che hanno dato il loro voto « per mettere alVopposìzone i comunisti e consolidare la democrazia nella Valle ». I comunisti avevano 9 seggi e l'Union Valdótaine 7 (ridotti poi a 6 per il distacco del consigliere geom. Chamonin). In totale questa coalizione dispone oggi di 15 seggi su 35 e per avere la maggioranza dovrebbe guadagnarne tre. Nell'ambito del centro-sinistra i due maggiori partiti hanno assunto una posizione chiara che non consente equivoci. Il presidente della Giunta regionale avv. Cesare Bionaz, che capeggia la lista della de, dice: « La collaborazione con i socialisti c stata cordialissima, leale, ottima. Per il futuro contiamo di proseguire il lavoro con i socialisti e. senz'altro, con il Rassemblement L'Union Valdótaine si è svuotata di contenuto sposando le tesi dei comunisti ». I segretari socialisti Froire Jorrioz sono altrettanto espliciti. Essi dichiarano: «La esperienza fatta con il centro- Elezioni regionali del 27 ottobre 1963 PARTITI Voti Seggi Percentuali PU 3.136 2 4,9 LIGUE CAMPAGN. . . 2.077 1 3,3 UDV 634 — 1 sinistra è nettamente positiva. I rapporti con la de sono stati buoni. Ci sono le condizioni per la conferma di questa maggioranza. O centrosinistra o commissario. Non è nemmeno il caso di parlare di possibilità d'intesa con i comunisti e con l'Union ». Per il centro-sinistra potrebbero diventare determinanti i voti del « Rassemblement » e dei liberali. Non bisogna nemmeno trascurare i repubblicani, che si presentano per la prima volta in Val le d'Aosta. Nel « Rassemblement » sono confluiti i « campagnards » e la « Ligue val¬ dótaine » che avevano il consigliere regionale Albaney e parecchi esponenti staccatisi dall'Union Valdótaine, tra cui il consigliere regionale geom. Chamonin e il consigliere comunale di Aosta Fisanotti. Il segretario del « Rassemblement » Armand dice: « Abbiamo appoggiato il centro-sinistra quando lo ritenevamo opportuno nell'interesse dei valdostani. Per il futuro non siamo per gli uni o per gli altri. Accetteremo la collaborazione di chi potrà aiutarci a realizzare i nostri obiettivi ». Il geom. Chamonin preci¬ sa i motivi del distacco dall'Union Valdótaine. « Noi — dichiara — consideriamo la autonomia in modo diverso, cioè come un mezzo valido per giungere, nella legalità, al soddisfacimento dei bisogni dei valdostani. Non intendiamo usare l'autonomia come strumento di lotta aprioristica al governo centrale ». I repubblicani sperano di ottenere almeno un seggio nel nuovo Consiglio regionale. Non hanno dubbi: « Siamo — ci dichiara il segretario Fiorentini — nella coalizione di centro-sinistra, anche se la passata emministrazione non. è esente da critiche». II consigliere liberale uscente comm. Tedrini (che è anche presidente della Società autostrade valdostane) spiega il punto di vista del pli: « Se avremo il conforto degli elettori chiederemo di assumerci tutte le nostre responsabilità, come gli altri partiti, nell'ambito del governo regionale. Noi opteremo per una concentrazione di centro fra democristiani e liberali con l'apporto interno dei socialisti ». Capo dell'Union Valdótaine è l'avv. Caveri. Liquida con una frase gli avversari del « Rassemblement »: « La nascita di questo movimento non ha alcuna importanza E già diviso in tre gruppi ». Circa l'atteggiamento dell'U nion, dichiara: « Mi accusano di aver svolto una politica protestataria. In viaggi a Roma ho percorso una distanza pari a più volte il giro del mondo ». Per spiega re l'alleanza con i comunisti ricorre ad una battuta: « l nemici dei nosti'i nemici so no nostri amici ». Il segretario comunista Germano « vede » una « giun ta difficile » con la partecipazione dei liberali. Su questa ipotesi imposta il suo ragionamento: « Riteniamo — afferma — che per realizzare l'autonomia valdostana sìa necessario allargare lo schieramento autonomista e popolare. La base attuale di questa forza è costituita da Union, psiup e pei ». Il psiup partecipa per la prima volta alle elezioni regionali. Conduce una campagna di acceso estremismo. Sergio Devecchi

Persone citate: Caveri, Cesare Bionaz, Chamonin, Domenico Federico, Durante, Fisanotti, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Aosta, Roma, Val D'aosta, Valle D'aosta