Arena prosciolto dall'accusa di avere soggiogato Beatrice

Arena prosciolto dall'accusa di avere soggiogato Beatrice Arena prosciolto dall'accusa di avere soggiogato Beatrice Era stato denunciato da un'amica dei Savoia - Secondo ia sentenza, fu l'attore che si piegò più volte al carattere autoritario della « fidanzata » (Nostro servizio particolare) Roma, 10 aprile. Maurizio Arena è stato prosciolto, per non avere commesso il fatto, dall'accusa di avere assoggettato al proprio potere Maria Beatrice di Savoia. Il giudice istruttore ha accolto la richiesta del procuratore della Repubblica e ha concluso cosi una vicenda giudiziaria iniziata nel novembre scorso, quando una conoscente della principessa (che in quel periodo era ospite dell'attore nella villa di Casal Palocco) si rivolse alla magistratura sostenendo che la figlia dell'ex re d'Italia non era in condizione di intendere e volere. Il reato di « plagio » contestato a Maurizio Arena è considerato molto grave dal codice, anche se appare difficilmente identificabile: prevede una pena che oscilla da un minimo di 5 ad un massimo di 15 anni di reclusione. Nei pochi casi presi in esame, la magistratura ha stabilito che il reato sussiste anche se alla vittima viene lasciata la possibilità di muoversi, di parlare con terze persone, di ricevere e fare visite. Il procuratore della Repubblica si preoccupò anzitutto di controllare la situazione nei termini in cui era stata esposta dalla signora, amica dei Savoia, che aveva presentato la denuncia. Ma, anche se il codice prevede il mandato di cattura per il presunto colpevole, il magistrato preferì attenersi al semplice mandato di comparizione. Convocò nel suo ufficio prima Maria Beatrice e poi Maurizio Arena: e non ebbe bisogno di perdere molto tempo per rendersi conto che la denuncia era assolutamente infondata. La ragazza sapeva perfettamente quello che faceva e non poteva essere considerata vittima dell'attore: se continuava a vivere nella villa del « fidanzato », lo faceva di propria volontà. Lo sviluppo della vicenda ha confermato i risultati delle indagini. Maria Beatrice, quando lo ha ritenuto opportuno, ha lasciato Casal Palocco e l'attore per riprendere la propria libertà. Non solo: alla magistratura risulta che tutte le iniziative in quella che, con un pizzico di fanta- Maurizio Arena (Telef.) sia, è stata definita la « grande storia d'amore tra il principe fusto e la principessa », sono state sempre assunte da Maria Beatrice, la quale ha rivelato un carattere forte e autoritario. Maria Beatrice e Maurizio interpretarono con notevole disinvoltura il ruolo degli innamorati. Almeno lei, non dimenticò mai di considerare gli aspetti positivi della situazione. Ad esempio — ricordano i magistrati — fu la principessa che si preoccupò di trattare con un produttore discografico un contratto « molto vantaggioso » per incidere un disco. Maurizio Arena si interessò solo marginalmente dell'affare da cui —; secondo quanto è risultato al procuratore della Repubblica prima, e quindi al giudice istruttore — non ha ricavato nessun vantaggio diretto od indiretto. Fu ancora lei che trattò la cessione ad un fotoreporter dei diritti di un servizio fotografico (utile netto: 10 milioni di lire) che poi sono stati divisi in tre parti: una a Beatrice, una al fotoreporter ed una ad Arena. Ma — sottolinea il magistrato — colui che si interessò meno all'affare, pur approvandolo e partecipando alla divisione del guadagno, fu lui, l'attore. Terzo ed ultimo elemento per concludere che Maria Beatrice non è stata « soggiogata » al potere di Maurizio Arena: fu l'attore — ha accertato il magistrato — che convinse la principessa a partire per Nizza e a raggiungere suo padre Umberto che, malato, era inquieto per il comportamento della figlia. g- 8- Caduta l'imputazione di «plagio»

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