Musicisti e pubblico spericolati al Festival d'avanguardia di Royan

Musicisti e pubblico spericolati al Festival d'avanguardia di Royan Musicisti e pubblico spericolati al Festival d'avanguardia di Royan Tra le più importanti creazioni, «Nuits» di Yannis Xenakis, ispirata ai detenuti delle carceri greche e spagnole -. L'estro interpretativo di Bruno Maderna . La sorpresa più grande è data dai molti ascoltatori: giovani, preparati, intransigenti (Dal nostro inviato speciale) Royan, 10 aprile. La mattina del 5 gennaio 1945, prima dell'alba, due ondate di bombardieri britannici distrussero questa tranquilla cittadina balneare, di cui i tedeschi avevano fatto un caposaldo della loro difesa sull'Atlantico. Rimase in piedi- una sola casa, che ora viene mostrata come una curiosità. La città venne ricostruita dopo la guerra, col proposito di farne un campione di architettura e d'urbanesimo moderni. Lasciando ai competenti di giudicare l'esito di quésta operazione,.culminata nel 1958 con l'inaugurazione di una avveniristica cattedrale in cemento armato, v'è da constatare che la città ha saputo far buon viso a cattivo gioco. Visto che ormai era tutta nuova, ha deciso di far di questo la propria bandiera. Royan conta sì e no 20.000 abitanti, che d'estate diventano 200.000. Il suo problema è quello di attirare la corrente turistica anche durante la morta stagione, per sfruttare più ampiamente l'attrezzatura alberghiera, e ci s'ingegna coi soliti modi: congressi, esposizioni, attrazioni varie. Le autorità locali, con alla testa il sindaco deputato Jean-Noél de Lipkowsky, e il dinamico presidente dell'azienda turistica, dr. Bernard Gachet, un singolare tipo di oculista che ormai è diventato un esperto impresario teatrale, decisero di promuovere nella città un Festival d'arte contemporanea fondato principalmente sulla musica. Si nominò un comitato d'onore, nelle persone dei musicisti Georges Auric, Olivier Messiaen, Maurice Le Roux e Michel Philippot. Si affidò la consulenza artistica al critico musicale Claude Samuel, che è il progettista e l'artefice dei programmi. Si presero gli indispensabili accordi con la Radio e con l'istituzione parigina del Domaine musical, fondata da' Pierre Boulez per la diffusione dellà'jnusica contemporanea, e ossei passata nelle mani del sub discepolo Gilbert Amy, e si cominciò con molto coraggio e con uno spirito di radicalismo decisamente giacobino, anche se questa terra è invece la patria dei Girondini. Già alla terza edizione, nel 1966, la partecipazione di Hermann Scherchen sanciva la reale portata internazionale assunta dalla manifestazione, ormai diventata uno dèi punti fissi di riferimento nella vita musicale contemporanea. Anche quest'anno la quinta edizione, svoltasi dal 4 al 10 aprile, ha dato vita ad alcune importanti creazioni, tra cui assume particolare rilievo Nuits di Yànnis Xenakis, il compositore e architetto greco residente a Parigi, che si è reso noto per i suoi astrusi esperimenti di musica « stocastica », e per la sua partecipazione, quale aiuto di Le Corbusier, al padiglione Philips dell'esposizione di Bruxelles, per il quale Varese aveva creato la musica elettronica. Fortunatamente, in Nuits, XenaWs non ci parla né da- architetto, né da matematico, né dà ingegnere, ben"sì da musicista, e da appassionato uomo di parte qual è (Xenakis non ha , nemmeno avuto bisogno di aspettare la congiura dei colonnelli per lasciare la Grecia dove il suo passato di resistente e la sua fede politica gli rendevano impossibile la vita). Nuits è dedicato ai detenuti politici oscuri, quelli che languono nelle prigioni spagnole e greche, quattro dei quali vengono indicati con nome e cognome, e con le tremende date d'incarceràzione (1946 per il primo, Narcisso Julian), e per tutti gli altri, « migliaia di dimenticati,, di cui i nomi stessi sono perduti ». Nell'ammirevole esecuzione diretta da Marcel Couraud, Nuits è apparso una specie di moderno mottetto per 12 voci miste, dove si opera con naturalezza la sintesi della tradizione polifonica con le punte estreme dell'avanguardia (qua e là le voci del coro a cappella si producono in imitazioni dei più inediti suoni elettronici), ed interamente dominata da una fermezza grave, un po' cupa, come titolo e argomento richiedono. Un'eccellente riuscita orchestrale è stata quella di Imaginario II di Luis de Pablo, il simpatico musicista spagnolo che si è fatto apostolo dell'avanguardia nel suo paese (ed è facile immaginare con quali difficoltà): in questa composizione, commissionata dal Festival stesso, Paolo ha raggiunto una conti¬ ntàbmnl'RdctvecppntgcdcqsRmsvnhnglcnstfrbmcda«sCcmanmsrqdlc e n a è o e r o a o e i n e i o nuità discorsiva e una lievità stimolante di tocchi timbrici che lo pongono in primo piano nel panorama della nuova musica. Alla testa dell'Orchestra Nazionale della Radio Francese Bruno Maderna ne è stato quasi un co-autore, data la libertà aleatoria che entro certi limiti viene concessa all'interprete, e di cui Maderna si è valso con estro spiritoso nella replica del finale richiesta dal pubblico. Molte altre composizioni nuove di vario valore ed interesse componevano i programmi della manifestazione, culminata con due concerti del gruppo di Karlheinz Stockhausen, in parte simili' a quelli che il musicista tedesco ha tenuto di recente a Roma, e salutati qui con tumultuose ovazioni. Un concorso pianistico intitolato a Olivier Messiaen — un poco il nume tutelare del Festival — ha laureato un giovane pianista austriaco, che non eguaglia per ora l'autentica rivelazione dell'anno scorso, Michel Béroff, ormai lanciato nell'orbita dei più prestigiosi interpreti di musica contemporanea. Ma in questo Festival il fatto di maggiore interesse e rilievo è costituito dal pubblico. Mi dicono che al primo Festival di Royan un concerto di quartetto si tenne davanti a 22 persone. Ora, anche se lè file riservate agli « officiels » e alla « presse » sono numerose nella sala del Casinò, ogni concerto. può contare sopra un pubblico di molte centinaia d'ascoltatori appassionati, per non dire fanatici, i quali non sono — miracolo! — dei professionisti della musica. Chi sono? Studenti, si direbbe, e professori, condotti qui da varie città e regioni di Francia, approfittando delle- lunghe vacanze pasquali, con ingegnose combinazioni turistico-cul tura li. Barbe alla cubana, abbigliamenti pittoreschi,, o sempUcément» ; scalcinati. Ma ariette tìeg^m^ professionisti che arrivano qui in auto dalla vicina Bordeaux, o da altri centri della regione. Un pubblico vero, insomma, anche se non interamente locale; in ogni caso non semplicemente la solita élite parigina del Domaine musical, che qui è confinata nei ranghi degli « officiels ». Questo pubblico ha scoperto la musica d'avanguardia come un'esaltante avventura che comincia agli albori del secolo con Debussy, Schònberg e Webern, tollerati in qualità di pionieri, e che continua nel presente con le galoppate più spericolate nei regni della musica sperimentale. Una moda come un'altra? un bluff? Può darsi, e certamente è preoccupante la volubilità con cui questo pubblico è pronto ad abbandonare i suoi idoli di ieri, sostituendo Messiaen con Xenakis e magari Boulez con qualche aquilotto che per il momento non sembra ancora nato. Ma è certo un pubblico competente ed esperto. Nei colloqui che di mattino e pomeriggio affiancano il Festival, questo pubblico è compatto come al concerto, ed interviene energicamente, prende a partito compositori e organizzatori, contraddice clamorosamente i .più autorevoli musicologi e commentatori radiofonici, appena questi hanno l'aria di voler concedere qualche cosa ai diritti della tradizione e dello storicismo. Durante il Festival si disputa la finale d'un quiz musicale le cui eliminatorie si svolgono lungo l'anno alla Radio. Questo quiz comporta prove, orali e scritte, da mettere in imbarazzo anche il più esperto direttore d'orchestra o critico musicale d'avanguardia. EqimSdSoaap Eppure bisogna vedere come questo pubblico ce la fa a immaginare e scrivere, con molto spirito, la risposta che Strawinsky avrebbe potuto dare agli insulti elargitigli da Schonberg nelle Tre Satire op. 28. Oppure a riconoscere al volo, in pochi secondi di ascolto, brani tratti dai Tre pezzi op. 6 di Alban Berg, o da Agon di Strawinsky, o dai Canti di prigionia di Dallapiccola. Per non parlare di Messiaen e Boulez, che qui tutti sanno a memoriai Massimo Mila 4 Circolo della stampa — Stasera alle 21, In corso Stati Uniti 27, concerto della pianista Vera Drencova. In programma musiche di Schumann e Debussy. Arte avveniristica in un centro balneare francese

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