Anche in Italia cresce il numero delle vetture di cilindrata media

Anche in Italia cresce il numero delle vetture di cilindrata media Una tendenza europea che trova conferma nel nostro paese Anche in Italia cresce il numero delle vetture di cilindrata media La categoria da 1000 a 1500 cmc è passata l'anno scorso al primo posto nella produzione Quella da 1500 a 2000 è aumentata di tre volte rispetto al 1966 - Ma non si avverte flessione nei modelli utilitari - Le 500 rappresentano ancora il 28 per cento del totale costruito La produzione automobilistica italiana è da molti anni caratterizzata dai modelli utilitari, che si possono considerare quelli di cilindrata al disotto dei 1000 cmc. Nel 1967 le due categorie fino a 500 cmc e da 501 a 1000 costituivano insieme oltre il 57 per cento del totale costruito; ma la percentuale tende costantemente a diminuire: nel 1965 era il 68 per cento, nel '66 il 62 per cento. Se ne può ricavare un'indicazione di tendenza, che del resto corrisponde alle richieste del nostro mercato, considerando nel totale delle immatricolazioni le automobili importate. Se ne ha una conferma precisa esaminando nella tabellina a lato le colonne relative alla produzione di vetture delle categorie da 1001 a 1500 omc e da 1501 a 2000. La prima è aumentata, dal 1960 a oggi, di oltre 2 volte e mezzo; la seconda di quasi sette volte. Sempre nel 1960, le auto di cilindrata da un litro a un litro e mezzo rappresentavano il 31 per cento della produzione totale; nel 1965 (logica conseguenza della crisi congiunturale) erano scese a poco più del 26 per cento, e l'anno scorso risalivano al 33 per cento, passando al primo posto tra le cinque principali categorie di cilindrata. Come si è accennato, ancor più impetuosa, in termini percentuali e assoluti, è l'ascesa della categoria da un litro e mezzo a due litri: 2,9 per cento nel 1960; 3,3 per cento nel 1962; 4,5 per cento nel 1965; 8,2 per cento l'anno scorso. Se ne può quindi desumere che il fenomeno dell'aumento della cilindrata media dei motori' — o se vogliamo, dell'evolversi delle preferenze e delle esigenze degli automobilisti italiani — sia andato accentuandosi dopo la recessione economica del 1964, confermando la tendenza generale dei mercati europei verso macchine più grandi e più comode. Presi singolarmente, è vero che i modelli costruiti in maggior quantità sono sempre il 500 e 1*850 Fiat, ma nel complesso le vetture di cilindrata da 1001 a 1500 (cioè le Fiat 1100 R e 124, la Lancia Fulvia, l'Alfa Romeo Giulia 1300, l'Autobianchi Primula, la Innocenti 1100) sono in prevalenza. E si sta potenziando la domanda di modelli della categoria superiore, con motore oltre il litro e mezzo, come abbiamo visto. Peraltro, le utilitarie propriamente dette non sono affatto in fase declinante. Ma il discorso è diverso, dal momento- che la vetturetta di 500 cmc o costituisce il primo passo verso la motorizzazione a quattro ruote, oppure è diventata la seconda auto di famiglia, pre: ziosa nel traffico urbano (si parla tauto della macchina da città come toccasana per la paralisi della circolazione, e questa macchina esiste già, ha le caratteristiche e le dimensioni ohe occorrono). Per questo la categoria minima continuerà ad estendersi, non sarà mai soppiantata. Occorre tuttavia una precisazione, a proposito dell'aumento delle vetture di cilindrata media costruite e circolanti in Italia. E cioè che forse non è tanto il pubblico a esprimere una richiesta precisa in tal senso, ma piuttosto sono le Case costruttrici a cogliere attraverso indagini di mercato le possibilità potenziali della clientela, e a tradurle in una realtà produttiva che è poi più facile seguire. E', in insomma, quasi una funzione di stimolo. D'altra parte è ormai lecito parlare di mercato europeo più che di singoli mercati, e non soltanto in forza degli accordi economici internazionali, ma perché è palese un progressivo livellamento in alto delle possibilità economiche medie dei cittadini dei vari paesi europei; e l'Italia, che dopo la guerra è partita da posizio¬ ni estremamente precarie, ha avuto in questo senso uno dei tassi di incremento più elevati. Anche per tale motivo i programmi produttivi dei maggiori complessi europei sono sempre meno orientati verso i soli rispettivi mercati interni, hanno un'apertura di ben più vasto respiro. Ad esempio, come risulta dalle cifre riportate in tabella, la produzione nella cilindrata da 1500 a 2000 cmc — che è considerata tipica dell'Europa — deve il forte balzo in avanti verificatosi tra il 1966 e il 1967 soprattutto all'uscita della Fiat 125, giusto un anno fa; ed è certo che il consuntivo del 1968 registrerà in questa categoria un ulteriore forte incremento, in considerazione delle richieste della 125 sugli altri mercati, nonché della nascita dell'Alfa Romeo 1750, che assieme alla Lancia Flavia e alla Giulia 1600 rappresentano i modelli italiani con cilindrata compresa tra i limiti anzidetti. Ferruccio Bernabò La produzione di vetture italiane secondo la cilindrata ANNO "n0 1)9 501 *'* 1001 1501 2000 CmC TOTALE a 500 cmc a 1000 a 1500 • 2000 '. oltre 1960 125.755 244.640 188.072 17.421 20.035 595.923 1961 147.277 273.228 252.190 10.751 10.249 693.695 1962 176.526 304.153 343.175 29.741 24.265 877.860 1963 254.304 370.922 404.152 54.483 21.430 1.105.291 1964 249.048 388.934 324.014 51411 15.523 1.028.930 1965 296.653 456.156 291.071 49.742 10.310 1.103.932 1966 324,787 470.972 440.861 37.798 8.000 1.282418 1967 398.902 440.479 475.754 118.209 5.867 1.439.211

Persone citate: Ferruccio Bernabò

Luoghi citati: Europa, Italia