A Londra un aereo si incendia nel decollo atterra ed esplode: dei 126 a bordo, 121 sono salvi di Carlo Cavicchioli

A Londra un aereo si incendia nel decollo atterra ed esplode: dei 126 a bordo, 121 sono salvi Uno spaventoso incidente in uno dei più grandi aeroporti d'Europa A Londra un aereo si incendia nel decollo atterra ed esplode: dei 126 a bordo, 121 sono salvi Le vittime: quattro passeggeri e una hostess - Trenta feriti - Fra i viaggiatori undici bambini, un ministro israeliano, un celebre cantante «pop» (Nostro servizio particolare) Londra, 8 aprile. Un quadrigetto « Boeing 707 » di linea, con 126 persone a bordo, si è incendiato oggi pomeriggio a mille metri di altezza, subito dopo il decollo dall'aeroporto internazionale di Londra: è tornato indietro ed è atterrato in fiamme esplodendo dopo pochi secondi. Eppure, cosa incredibile, 121 persone sono riuscite a salvarsi e sono per la maggior parte incolumi. I morti sono cinque: quattro passeggeri e una hostess. L'aereo, appartenente alla compagnia nazionale britannica Boac, si era alzato dalla pista alle 16,27, con un lieve ritardo sulla tabella di volo. Era diretto ad Auckland, in Nuova Zelanda, con scali a Zurigo, Tel Aviv, Teheran, Singapore e Sydney. A bordo vi erano 115 passeggeri e li membri dell'equipaggio. C'erano fra gli altri 24 inglesi in procinto di emigrare in Australia,. e undici di essi erano bambini. C'era una comitiva di ragazze diretta a Teheran. C'era il cantante pop Mark Wynter, il quale si recava a Sydney non per una tournée ma per sposarsi. E c'era il ministro israeliano per le vittime di guerra, Katriel Katz, un tempo ambasciatore a Varsavia. Il decollo fu del tutto regolare. L'apparecchio aveva avuto un incidente abbastanza grave nel novembre scorso, ad Honolulu, ma era stato poi sottoposto ad una revisione completa. Pure, qualcosa doveva essere sfuggito all'attenzione dei tecnici. Alla quota di mille metri, mentre virava al disopra del Tamigi, il pilota Charles Taylor, di 47 anni, si accorse che uno dei quattro reattori, sulla sinistra, era in fiamme. Erano passati due soli minuti dalla partenza. Il pilota richiamò la torre di controllo e segnalò che stava tentando Un atterraggio di emergenza: prova difficilissima non solo per l'inpendio in corso', ma perché il Boeing era al massimo dgl sujp ^eso.i non avendo cónsdmató che fa una miriinìa parte* del rifornimento di kerosene. In altre circostanze il combustibile sarebbe stato scaricato prima di tornare sulla pista, ma ora non ve n'era il tempo. L'aereo sarebbe sceso su una qualsiasi delle corsie, non importa se d'involo o di atterraggio: e in effetti, un altro apparecchio in fase di manovra si scansò per una frazione di secondo dalla sua traiettoria. Sotto, sul campo di Heathrow, erano state date tutte le disposizioni di emergenza. Ambulanze e vigili del fuoco erano pronti ad accorrere. A bordo l'equipaggio aveva avvertito i passeggeri che si tentava uh atterraggio di emergenza. Ma dagli oblò si vedeva benissimo che metà dell'ala sinistra era avvolta dal fuoco. Le hostess dissero ai genitori di portare i bambini verso la sezione di coda: l'aereo non era al completo e fu possibile sgomberare quasi tutti ì posti anteriori, dove si prevedeva che l'urto avrebbe fatto più danni. Come il « Boeing » toccò la Ipista, il carrello non resse al |peso inconsueto del carburante e si schiantò. A questo punto si staccò .anche un'ala e uno dei motori esplose e i frammenti volarono circa trecento metri lontano. Poi con un ultimo sobbalzo, finalmente il velivolo si fermò: ma di colpo le fiamme si alzarono più alte e tutta la parte centrale della fusoliera fu avvolta dal fuoco e da un fumo acre e nero. I pochi testimoni che han- no assistito da vicino alla |scena la descrivono sconvolti: « Si vedeva una nube nera, e in mezzo ad essa lampi di fuoco rossastri. Si udivano scoppi in serie, e pezzi di metallo volavano in alto da ogni parte: eppure d'un tratto dal fumo uscirono figure umane, a decine, con te mani alzate a proteggersi il capo dalla pioggia dei frammenti: uo mini, donne, bambini... ». Tutto questo non durò che pochi secondi (del resto dal momento del decollo a quello del disperato atterraggio erano passati appena due mi- nuti). La coda dell'apparec- chio era ancora in alto, in posizione quasi normale: e dai portelli e dagli oblò la gente era saltata giù con un balzo di più di due metri. I pompieri si erano avvicinati e buttavano sul rogo acqua e getti di schiuma. I primi feriti vennero caricati sulle ambulanze, gli illesi erano corsi da soli fino al vicino «Queen's building», uno degli edifici dell'aeroporto. L'incendio infatti divorava ora l'intera fusoliera; e la coda, sotto il contraccolpo di una delle esplosioni, si era ! schiantata. Alle 16,35, del ' Boeing non rimaneva che uno scheletro annerito. In mezzo ai rottami, secondo i dati forniti questa sera dalla Boac, sono morte 5 persone. I superstiti sono quindi 121, trenta dei quali feriti in modo più o meno grave. A bordo dell'aereo c'erano due pacchetti di materiale radioattivo. Uno è stato recuperato intatto mentre il secondo si è aperto. Tuttavia, non vi è stata fuoruscita dì materiale radioattivo. Carlo Cavicchioli La sezione di coda del quadrigetto in fiamme sulla pista dell'aeroporto di Londra (Tel. Associated Press)

Persone citate: Charles Taylor, Katz, Mark Wynter