La madre accoltellata dal suo bimbo gli disse morendo: «Non è niente, niente»

La madre accoltellata dal suo bimbo gli disse morendo: «Non è niente, niente» IL PENOSISSIMO CASO DI SANREMO La madre accoltellata dal suo bimbo gli disse morendo: «Non è niente, niente» Il ragazzo, di 9 anni, l'aveva colpita in uno scatto d'ira e forse senza volerlo - La ferita all'inguine risultò mortale - Ma la donna cercò in ogni modo di consolare, e soprattutto di scagionare, il figlio - Questi ora è molto abbattuto, piange - Il padre e le sorelle cercano di fargli dimenticare la tragedia (Nostro servizio particolare) Sanremo, 2 aprile. Michele Pallanca — il bambino di nòve anni che domenica, in uno scatto d'ira, ha ferito mortalmente la madre con il coltello — è stato ancora interrogato oggi dalla polizia. Ma non è stato possibile sapere molto da lui. Michele — che in famiglia è chiamato Tonino — tremava, cercava di rispondere alle domande, ma scoppiava in un pianto inconsolabile. La sola frase che è riuscito a pronuncia re: « La mamma: ma io le volevo bene... ». I poliziotti erano commossi, non hanno insistito. Hanno indagato in un'altra direzione: interrogando il pa dre e le sorelle del bimbo e le persone che avevano cercato di soccorrere la madre, Maddalena di 50 anni E le indagini hanno scoperto il lato umanissimo e patetico della tragedia. Un gesto di rabbia ne è stata la causa. Tonino è un bimbo alto, gracile, con un gran ciuffo di capelli. Non è migliore né peggiore dei bimbi della sua età, ma di temperamento vivace e impulsivo. I genitori, che hanno allevato altri cinque figli, non lo hanno viziato: sempre amorevoli, ma anche severi se era il caso. La collera del bimbo è esplosa perché la madre aveva preparato una merenda che egli non gradiva. Il ge¬ sto è stato irragionevole e fulmineo: Tonino ha afferrato la prima cosa che ha avuto sotto mano: un coltello. Ha colpito e soltanto in quel momento si è accorto di quello che faceva. Per qualche istante, madre e figlio si sono guardati in silenzio, tutti e due pallidi. Poi il bimbo è scappato. « Aspetta, Tonino, non è niente » ha cercato di fermarlo la madre. La lama le aveva reciso un'arteria al basso ventre. Probabilmente, se si fosse fatta trasportare subito all'ospedale, la signora Pallanca si sarebbe salvata. Ma avrebbe dovuto raccontare l'accaduto, incolpando il bimbo. Il marito, le figlie già grandi l'hanno assistita, sono venute anche delle vicine. Nessuno immaginava che la ferita fosse tanto grave. La madre' ripeteva a tutti: « Ma non preoccupatevi per me. Cercate invece Tonino, chissà com'è in pena». Ora Tonino non ricorda dove è stato: sa dire soltanto che si è nascosto sotto un portone, poi ha spiato da distante la sua casa: voleva ritornare per vedere come stava la mamma, ma aveva paura. Si è deciso, è corso nella stanza della madre. Ha trovato molta gente in casa, tutti affannati. Si è affacciato alla camera da ietto dei genitori, la donna lo ha subito visto e lo ha chiamato: « Vieni qua, To- nino. Dove sei stato? Mi hai fatto stare in pena». L'emorragia la indeboliva di minuto in minuto. Tonino si è avvicinato al letto e non riusciva a dire nulla. La madre affondava la sua mano nel ciuffo del figlio, riusciva ancora a sorridere: « Non è niente, Tonino. Su, dammi un bacio ». Mentre lui era chino su di lei, gli ha detto piano nell'orecchio: «Se fi chiedono come è accaduto, dì che mi hai ferita mentre giocavi agli indiani ». L'hanno trasportata all'ospedale, ma era troppo tardi e, malgrado un lungo intervento chirurgico, è morta nella notte. « Povera donna » dice tutta Sanremo. Ma c'è anche chi dice: « Povero bimbo ». Tonino è oppresso dal rimorso. Ha pianti disperati e — è peggio — ha lunghi silenzi, resta immobile a guardare il vuoto. La notte si sveglia e urla. Il padre e le sorelle sono i primi a comprendere il suo dramma: lo circondano d'affettuosità, si sforzano di distrarlo. Ma Tonino non dimenticherà mai, nemmeno quando sarà uomo. Soprattutto non potrà dimenticare quella frase detta con voce dolce: « Non è niente. Dammi un bacio e facciamo la pace ». 1. c. 4-

Persone citate: Michele Pallanca, Pallanca

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