Non ancora rilasciato il taxista privo d'alibi per l'ora del delitto

Non ancora rilasciato il taxista privo d'alibi per l'ora del delitto Ila 5?4 om*g è sottoposto ad ÉMMtes*x*o(Msitoa»É ad AirigliaxE.sk E' un quarantenne padre di un bimbo di 13 anni - Con altri tre amici, la sera del 23 marzo, Scoprì il cadavere - Ora sarebbe caduto in contraddizioni circa gli spostamenti nella mezz'ora in cui fu commesso il crimine - Le dichiarazioni della vedova Non ancora rilasciato il taxista privo d'alibi per l'ora del delitto (Nostro servizio particolare) Avigliana, 30 marzo. L'interrogatorio del taxista Giuseppe Baronetto — nell'ambito delle indagini sull'omicidio del suo collega Aldo Bert — è proseguito quasi ininterrottamente da ieri sera. Insieme con lui sono stati interrogati anche Sergio Ganzati, un altro taxista, Giuseppe Quaraglia, operaio della Fiat Spa e Paolo Amodeo; ma mentre Ganzitti, Quara¬ glia e Amodeo sono potuti uscire dalla caserma nella giornata di oggi per brevi intervalli, il Baronetto non si è mosso. Alle 13,30, dopo aver mangiato la colazione che gli aveva portato la moglie in bi- cicletta, si è messo a dormire e non è stato disturbato fino alle 17. Anche il col. Dellucca e il cap. Denaro si sono presi soltanto queste poche ore di riposo, da ieri mattina. Oggi, dunque, i maggiori sospetti si sono puntati su Giuseppe Baronetto. Ha 40 anni, abita in un alloggio moderno di corso Laghi 10, con la moglie, un figlio di 13 anni e una figlia di 10. Fa il taxista da molti anni, ma divide la propria attività con un altro incarico, quello di ispettore della Siae (Società italiana autori editori), per la quale compie saltuari controlli in cinema, teatri e altri locali di divertimento. Baronetto, come già si disse, scoprì il cadavere del Bert sulla sua Opel ferma in via Gallìnieri, alle 22,30 di sabato 23 marzo, mentre era in compagnia del taxista Ganzitti, di Giuseppe Quaraglia e di Paolo Amodeo. Tutti e quattro, sulla Volkswagen del Baronetto, si stavano dirigendo verso S. Ambrogio per andare a mangiare in un ristorante. Perché un interrogatorio così lungo? Il Baronetto sarebbe caduto in una contraddizione circa i propri spostamenti nella mezz'ora in cui fu commesso il delitto. Come si ricorderà il Bert uscì dal bar della stazione presumibilmente alle 21,10 o 21,15 e alle 21,30 circa qualcuno vedeva già l'Opel ferma in via Gallìnieri dove poi si scopriva che a bordo c'era il cadavere. Il Baronetto, spiegando come ha trascorso quella sera, racconta di essersi diretto verso Almese per fare un controllo in un cinema come ispettore della Siae. Ma strada facendo si ricorda che l'ispezione deve essere fatta in un'altra sera e allora ritorna indietro e va al cinema Corso di Avigliana e vi rimane, a suo dire, dalle 21 alle 21,30, quindi va al bar della stazione. Ma Fulvio Allaìs lo smentisce dicendo di essersi intrattenuto quattro o cinque minuti con il Baronetto al bar della stazione, tra le 21 meno due minuti e le 21 e due minuti (l'orario è preciso perché l'ATlais era in attesa del treno che arriva alle 21,02). Dopo di che il taxista ha lasciato il bar. Perché Giuseppe Baronetto avrebbe ucciso? Per rancori derivanti dal mestiere, sostengono gli inquirenti. I coniugi Bert qualche volta usavano, per servizio, anche la vecchia Simca Ariane per la quale non avevano la licenza; agli amici talvolta praticavano prezzi di favore che potevano essere considerati concorrenzwli dai colleghi; il a sinistra, il taxista Sergio Ganzitti, collega dell'ucciso, e Giuseppe Quaraglia doo essere stati interrogati durante le indagini per il delitto di Avigliana (Moisio) iiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimiiiimiiiiiiiiii unii Bert aveva intenzione dì concorrere all'appalto per la gestione del servizio di pompe funebri che scade dalle mani di Paolina Cortese alla data del 30 giugno; e anche il Baronetto intendeva concorrere per cui tra i due ai vecchi attriti si aggiungeva ora questa rivalità. Sono tutte supposizioni sulle quali carabinieri e polizia stanno conducendo le loro idagini. D'altra parte non i Ita che Baronetto abbia m posseduto una rivoltella e che tra lui e il Bert vi siano state liti o discussioni di una certa entità. La vedova di Bert, Anna Maria Girardi, dopo avere retto per alcuni giorni alla drammatica tensione, oggi ha avuto un collasso. Senza forze, in preda all'esaurimento nervoso, tremante, si è messa a letto, in casa dei suoceri, a Rubiana. Un medico l'ha visitata e le ha ordinato alcune medicine e assoluto riposo e tranquillità. E' sconcertata di fronte al lungo interrogatorio di Baronetto. «Non so cosa dire — ha affermato —, mi pare impossibile che si possa uccidere per degli screzi così da poco, come quelli che esistevano fra noi taxisti. Penso che sospetti siano infondati ». r. I.

Luoghi citati: Almese, Avigliana, Rubiana, S. Ambrogio