Gagàrin muore nell'aereo che cade in un volo di prova di Ennio Caretto

Gagàrin muore nell'aereo che cade in un volo di prova Fu il primo uomo ohe salì nello spazio (aprile 1961) Gagàrin muore nell'aereo che cade in un volo di prova Laconico annuncio della radio sovietica ieri mattina alle 9,30: «L'eroe dell'Urss Yuri Gagàrin. primo cosmonauta, è perito in un disastro aereo» Poi i particolari - L'incidente è avvenuto mercoledì presso Novosselkovo. a 120 km da Mosca - L'astronauta (34 anni) era in missione con il col. Vladimir Seregin, «asso» della guerra mondiale - Dopo venti minuti si interrompono i contatti radio - Lo schianto in aperta campagna per un guasto al motore - Secondo testimoni, i piloti avrebbero potuto lanciarsi col paracadute: si sacrificarono per portare l'apparecchio lontano dal centro abitato - Il dolore dei russi che fanno ressa davanti ai giornali -1 due astronauti saranno sepolti domani ai piedi delle mura del Cremlino (Dal nostro corrispondente) Mosca, 28 marzo. Yuri Gagàrin è morto, e non soltanto la Russia ma il mondo intero piange oggi la perdita di questo eroe sorridente degli spazi. Il suo aereo si è schiantato al suolo ieri pomeriggio, durante un volo di addestramento o di collaudo, presso Vladimir, 120 chilometri circa ad est di Mosca. Il primo cosmonauta della storia è deceduto sull'istante e con lui è perito il colonnello Vladimir Seregin, ingegnere, capo collaudatore della « pattuglia spaziale sovietica». La notizia è stata diramata soltanto stamattina dalla radiotelevisione e dall'agenzia Tass. Per tutta la giornata,, molti moscoviti hanno pianto. Già il 24 aprile scorso la morte di Komarov sulla sua Soyuz nella fase d'atterraggio aveva sconvolto e commosso la città. Komarov, per l'uomo della strada, era un coraggioso ufficiale scomparso nell'adempimento del dovere. Ma Yuri Gagàrin era qualche cosa di più: un volto familiare, amico, entrato a far parte della realtà di una Russia nuova e aperta alla speranza. Davanti al suo ritratto, esposto nella vetrina dell'agenzia Novosti, abbiamo visto oggi uomini e donne a capo scoperto, alcuni immersi in preghiera. L'ingresso delle Izvestia, il quotidiano della sera, era bloccato da quattro, cinque code di persone in attesa che il giornale fosse messo in vendita. Persino i giovani ci sono parsi mesti e silenziosi, oppressi da un dramma a cui non avrebbero voluto credere. La radio, stamane, ha dato per prima la notizia. Alle 9,28, con due minuti d'anticipo sul notiziario, veniva interrotto il programma di musica leggera. Qualche attimo di silenzio. Poi una voce grave diceva: « E' stato annunciato ufficialmente che l'eroe dell'Unione Sovietica Yuri Gagàrin, il primo cosmonauta, è perito in un disastro aereo ». Nessun commento, nessuna precisazione. Dopo qualche secondo, alla radio subentrava musica da camera, mentre la Tass diffondeva identico, laconico messaggio. Alle 10,14, la Tass pubblicava questo comunicato: « Il Comitato Centrale del partito comunista, il Praesidium del Soviet Supremo e il Consiglio dei ministri annunciano con profondo dolore che Yuri Gagàrin, il primo cosmonauta, è morto il 27 marzo in seguito ad un disastro aereo durante un volo di addestramento ». Alle 10,32, ancora la Tass dichiarava che era stata costituita una commissione governativa per le esequie dei due caduti, sotto la direzione del segretario del Comitato Centrale Kirilenko, con i membri del Politburò Polyanski e Ustinov, il capo del partito di Mosca Grishin, il generale Yakubovsky, comandante del Patto di Varsavia, il cosmonauta Nikolajev, marito della prima donna tra lè~ stelle, Valentina Tereskova ed alcuni altri: « Yuri Gagàrin e Vladimir Seregin verranno sepolti ai piedi delle mura del Cremlino, sulla Piazza Rossa, accanto a Komarov.. Alla conferenza biennale del partito comunista moscovita, a cui partecipano Breznev, Kossighin e Podgorni, è stato osservato un minuto di silenzio in loro onore. Sono state espresse ai familiari dei defunti le più sentite condoglianze ». A poco a poco, nella città, si faceva strada l'ineluttabilità della tragedia. Ma sulle circostanze di questa, ancora nulla. Solamente questa sera si è potuto diradare il mistero che circondava la morte di Gagàrin e di Seregin. Nella mattina si erano diffuse a Mosca le voci più contrastanti. S'era parlato d'una missione spaziale, del collaudo di un aereo razzo, di una esplosione in volo. Le voci parevano avere trovato conferma nell'alto grado dei due personaggi. A 34 anni, Gagàrin era il comandante degli astronauti sovietici (i giornalisti occidentali l'avevano avanzato come ipotesi ma la Tass l'ha confermato). Seregin, quarantaseienne, asso dell'aria nell'ultima guerra mondiale, pluridecorato, aveva la responsabilità dei loro apparecchi e dei loro addestramenti..Uomini di tanto valore, s'era pensato, non potevano essere saliti su un aereo qualunque per delle manovre collettive o un esercizio tecnico individuale. La realtà si è rivelata più semplice e più amara. Gagàrin e Seregin sono morti nel corso di un normale ad¬ destramento. Un annuncio diffuso .nella tarda serata ha reso noto che l'astronauta è precipitato presso il villaggio di Novoselkovo, nella regione di Vladimir, 120 chilometri a nord-est di Mosca. «Il 27 marzo — dice l'annuncio — Gagàrin decollò per un regolare volo da un aeroporto nei pressi di Mosca assieme all'istruttore Seregin a bordo di un aviogetto biposto da addestramento, allo scopo di provare tecniche di pilotaggio ». Sembra che i due piloti fossero partiti nel primo pomeriggio di ieri dall'aeroporto di Kolovskaya nella « Cittadina delle stelle », il centro cosmonautico presso Mosca, diretti verso Noginsk, a est. Dopo una ventina di minuti, è venuto meno ogni contatto radio con la torre di controllo. Alcune persone avrebbero visto l'aereo, col motore in panne, perdere gradualmente quota sopra un centro abitato. Gagàrin o Seregin (non si sa chi era ai comandi) avrebbero lottato per portarlo al largo delle case, poi, nel tentativo di riattivare il motore, si sarebbero buttati in picchiata, giocando il tutto per tutto, poiché mancava loro il tempo di lanciarsi col paracadute. I rottami dell'aereo sono stati ritrovati nel raggio di alcune centinaia di mètri, non lontano da Vladimir. Un banale incidente, forse un guasto all'impianto elettrico, sarebbe così costato la vita a Gagàrin. E il primo cosmonauta del mondo si sarebbe sacrificato nobilmente per salvare gli uomini che. egli forse vedeva dalla sua cabina, cadendo sulle case; dando cioè l'esempio, in morte, come l'aveva dato incita. Da un punto di vista tecnico, la morte di Gagàrin e di Seregin'non dovrebbe causare alcun ritardo al programma spaziale sovietico. Gagàrin stesso, qualche settimana fa, ricordando la tragica fine di Komarov, aveva detto: « I difetti della " Soyuz " sono stati eliminati. Il prossimo grosso passo avanti sarà la conquista della Luna ». Ma il nuovo incidente, da un punto di vista psicologico, potrebbe avere scosso i suoi colleghi, già rattristati dal decesso, qualche mese fa, dello scienziato Korolov, il padre della cosmonautica sovietica. Domani le ceneri di Yuri Gagàrin e di Vladimir Seregin saranno esposte in pubblico, ed è perciò probabile che le esequie abbiano luogo sabato alla presenza delle massime autorità. Una camera mortuaria è stata preparata al Palazzo dell'Esercito, nel centro di Mosca, subito dopo la cremazione avvenuta oggi, con una cerimonia per pochi intimi. Telegrammi provengono da stamane al ministero della Difesa; all'Alto Comando delle Forze Armate, all'Aviazione. Nelle vie di Mosca appaiono bandiere listate a lutto e corone di fiori. Un pensiero commosso va alla giovane vedova, Valentina Ivanovna e alle sue due bambine, Yelena e Galina, di 9 e 7 anni. Yuri Gagàrin era legato alla moglie da un amore grande e delicato. Quando, il 12 aprile 1961, egli era salito per primo nello spazio, le aveva taciuto quella sua missione. Valentina aspettava la sua secondogenita, ed il marito non voleva spaventarla. Questa donna forte, bruna, dall'aspetto timido, ma che è sèmpre stata al fianco dell'eroe, apparirà probabilmente in prima fila, ai funerali, precedendo un pubblico che già si preannuncia fittissimo, quale Mosca ha raramente conosciuto. Ennio Caretto Gagàrin nell'abitacolo della «Vostok» all'inizio della sua memorabile impresa (Tel.) Il volto sorridente di Yuri Gagàrin, Il primo « uomo spaziale ». Era diventato un personaggio famoso, ma la fama non modificò il suo carattere semplice (Telef.)