Taxista di Avigliana ucciso nell'auto con un colpo di rivoltella alla testa
Taxista di Avigliana ucciso nell'auto con un colpo di rivoltella alla testa IN IZI N Taxista di Avigliana ucciso nell'auto con un colpo di rivoltella alla testa Il proiettile è stato sparato dietro l'orecchio destro - Il cadavere trapassato da altre due pallottole, alla spalla e al fianco - Il delitto, avvenuto presso lo stabilimento Duco, è scoperto nella notte da quattro colleghi del morto che erano stati con lui in un ristorante fino alle 21 - L'omicida, forse un cliente, si è appropriato del portafogli della vittima Un taxista di Avigliana è stato assassinato sul proprio taxi, con ogni probabilità a scopo di rapina. Si chiamava Aldo Bert, aveva 34 anni e abitava in corso Laghi 24 con la moglie Anna Maria Geraldi di 25 anni e la figlia Daniela di 10 anni. Era nipote del sindaco di Rubiana. Titolare di una licenza di autonoleggio, possedeva due vetture, una «Opel Rekord 1500» e una « Simca 1000 ». Ieri sera, come al solito, il Bert era di servizio al posteggio della stazione di Avigliana. Si è intrattenuto a lungo nel ristorante della stazione insieme con quattro amici: Giuseppe Baronetto, 45 anni e Sergio Ganzitti, 36 anni, taxisti, Giuseppe Guaraglia, 41 anni, autista di una ditta, e un quarto del quale non si conosce il nome. Alle 20,30 il Bert è stato chiamato al telefono dalla moglie e si è intrattenuto a parlare con lei qualche minuto. Alle 21,15 ha salutato gli amici ed è uscito. Nessuno era entrato nel locale per chiedere un taxi. Poco dopo l'auto del Bert è stata vista dirigersi verso i laghi. Alle 22,30 i suoi quattro amici hanno deciso di lasciare il ristorante della stazione per andare a concludere la serata a Sant'Ambrogio di Susa. Erano a bordo di una auto sola. Quando sono arrivati in via Galilei, nei pressi dello stabilimento della Duco, hanno scorto l'Opel del Bert ferma sulla strada, di sbieco, con il cofano rivolto verso Avigliana, come se fosse stata diretta di nuovo alla stazione. Le ruote posteriori appoggiavano al terrapieno della siepe. I quattro si sono fermati incuriositi, anche perché i fari e il motore erano accesi e al volante sembrava che non ci fosse nessuno. Sulle prime hanno pensato a un guasto o a un incidente. Sono scesi, hanno chiamato il Bert, ma nessuno ha risposto. Hanno aperto ' 4o - sportello - anteriore sinistro "e hanno scorto la tragica immagine. Il corpo del taxista s'era rovesciato sul sedile di destra; il brac ciò sinistro era penzoloni, con il pugno chiuso appoggiato al pavimento e sul tappetino, a pochi centimetri di distanza, c'era un bossolo, calibro 22. Un altro bossolo era dietro sul pavimento dove era colato del sangue che si era fermato in una pozza; altro sangue era in uria vasta chiazza sul sedile posteriore: vi era forse schizzato dal foro di un proiettile, entrato dietro l'orecchio ' destro» Sul cadavere c'erano ancora i segni di una ferita sempre da rivoltella alla spalla e al fianco destro. Due degli amici sono rimasti sul posto e gli altri due con l'auto sono andati ad avvertire ì carabinieri i quali, prima di dirigersi sul luo go, hanno telefonato al Nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri di Torino, poi sono passati a prelevare il pretore dott. Sensini. Poco più tardi sono sopraggiunti il cap. Denaro e il ten. Formato. Il corpo è stato rimosso soltanto all'una e trenta, dopo che erano stati effettuati tutti i rilievi del caso. La salma è stata portata nell'obitorio del cimitero, mentre la Opel è stata rimorchiata nel cortile della stazione dei carabinieri. Senza dubbio si tratta di omicidio. L'assassino era nelle vesti di cliente e come tale sedeva nel posto posteriore. Ha sparato mentre la macchina stava procedendo in leggera salita su una strada stretta, quindi a velocità ridotta. Il Bert, sentendosi colpito ha fatto in tempo a di¬ sinnestare, con moi-j istintivo, la marcia, per cui l'auto si è fermata da sola e poi è retrocessa per efletto della pendenza, fino ad appoggiarsi al terrapieno della siepe. L'assassino deve avere agito a scopo di rapina. Infatti nelle basche della vittima non è stato trovato il portafogli che pure portava sempre con sé per il denaro e per 1 documenti. L'assassino dopo averlo depredato, è fuggito richiudendo lo sportello. Deve essersi imbrattato di sangue, sia per il getto che è sgorgato dalla ferita e che ha macchiato il sedile posteriore, sia per la ricerca fatta nelle tasche. L'omicida non ha preso alla sua vittima né la fede d'oro né l'orologio da tasca. Il taxista Aldo Bert, 34 anni, con la moglie a figli; I carabinieri esaminano il cadavere riverso nel taxi
Persone citate: Aldo Bert, Anna Maria Geraldi, Giuseppe Baronetto, Giuseppe Guaraglia, Sensini, Sergio Ganzitti
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