E' morto Alberto Tallone il grande maestro stampatore

E' morto Alberto Tallone il grande maestro stampatore E' morto Alberto Tallone il grande maestro stampatore La fine improvvisa nella villa-tipografìa di Alpignano all'I ,30 di questa notte - Lo assistevano la moglie ed i due figli - Era appena tornato dall'Astanteria Martini di Torino dove aveva subito un delicato intervento chirurgico Questa notte all'1,30 è morto nella sua villa-tipografìa di Alpignano il maestro stampatore Alberto Tallone. Era stato riportato a casa nel pomeriggio dall'Astanteria Martini, dove aveva subito un intervento chirurgico al fegato. E' stato stroncato da un improvviso collasso. Al momento del trapasso gli erano vicini la moglie e i due figli. Alberto Tallone aveva 70 anni, ed era considerato il più illustre dei maestri stampatori italiani, erede a buon diritto dell'arte di Giambattista Bodoni, al quale si compiacque di dedicare una delle sue ultime fatiche, la « Aminta » del Tasso, con la prefazione di Mario Fubini. Era nato a Bergamo, nel 1898, da una famiglia di importanti tradizioni artistiche. Il padre, il pittore Cesare Tallone, fu uno dei più grandi ritrattisti del secondo Ottocento. Il fratello Guido, morto la scorsa estate nella stessa casa di Alpignano, si affermò anch'egli nella pittura, ed espose nelle più importanti rassegne internazionali. Alberto scelse per sé il mondo del libro: prima come libraio antiquario, a Milano, poi, con un felicissimo cambiamento di indirizzo, come tipografo. A 34 anni quando già sì poteva considerare inserito con la prima professione, lasciò tutto e partì per Parigi, met¬ tendosi alla scuola del famoso maestro Maurice Darantière, come apprendista. In breve tempo uscirono dalle sue mani delle opere che meravigliarono gli intenditori: edizioni di Leopardi, di Keats, di Racine, che avevano una impronta tipografica nettamente italiana. Le pubblicazioni si moltiplicarono: Tallone sceglieva semp.e grandi classici, latini, greci, autori del Rinascimento, ìì seconda delle sue predilezioni; e li presentava con un nitore, una esattezza di caratteri, senza fronzoli, senza sbavature, così come era stato nella più grande tradizione degli stampatori del nostro Cinquecento. I testi dei lirici greci, di Rabelais, di Petrarca, ài Dante, di Molière, rivivevano nella loro forma più propria, recuperavano, attraverso quella presentazione il loro più limpido e asciutto significato originario. Tallone sceglieva con grande minuzia la carta (era la migliore d'Europa) e i caratteri tipografici: con poche varianti, ma tutti di straordinaria eleganza. Nel 1949, a coronamento della prima fase della sua attività, disegnò e fece incidere il carattere tipografico che porta il suo nome: cosi come, nei secoli passati, avevano fatto Manuzio e Bodoni. Uomo brillante, vivace, incline a coltivare i rapporti sociali, Tallone seppe diventare uno dei personaggi della Parigi di quegli anni. Conob- | be l'allora nunzio Angelo Roncalli, Luigi Einaudi, tutti i maggiori scrittori, diplomatici e uomini politici francesi, che non mancavano di passare dalla sua « bottega ». Nel 1957 tornò in Italia, e trasferì la tipografia ad Alpignano, dove era la casa della madre. Nel centro del paese, che rapidamente si andava trasformando in un grosso quartiere cittadino, Tallone salvò la sua « bottega » come una specie di oasi d'arte. Con una certa civetteria arredò la casa di straordinari oggetti di antiquariato, popolò il giardino di antiche locomotive e decauvilles del Far West: tutto disposto per fare corona alla biblioteca, dove erano riposti, come tesori, i grandi pezzi dell'arte tipografica di tutti i tempi, da lui pazientemente raccolti in tanti anni. E, al piano terra, la piccola, raffinata tipografìa, continuava a produrre, con intervalli di mesi, i suoi capolavori. Il catalogo negli ultimi anni si arricchì dei Vangeli, del Werther di Goethe, delle opere di Neruda; e proprio in questi mesi stava per fregiarsi dell'opera più ambiziosa: l'intera edizione della Divina Commedia, nel più aggiornato testo critico a cura di Giorgio Petrocchi. ^, c. Lo stampatore Alberto Tallone, nella sua tipografia