Moro: non si può avere subito tutto senza sacrificio non c'è progresso

Moro: non si può avere subito tutto senza sacrificio non c'è progresso IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO IN VALTELLINA Moro: non si può avere subito tutto senza sacrificio non c'è progresso Parlando a Sondrio ricorda che è necessario saper fare delle scelte tra quel che è urgente e quello che si può far dopo - Elogia gli abitanti di questa regione: tutti i 78 comuni (e sono di terra povera) hanno il bilancio in pareggio - A Morbegno il Presidente depone una corona sulla tomba di Ezio Vanoni (Dal nostro inviato speciale) Sondrio, 20 marzo. « Noi siamo gente di montagna e sappiamo che le vet- te non si possono raggiunge-1 r-i correndo, bisogna camminare adagio, ma con continuità. Per questo, signor Presidente, il suo carattere ci è particolarmente comprensibile ». Con queste parole il sindaco di Sondrio, Saverio Venosta, ha salutato stamattina l'on. Moro che da Sondrio ha iniziato la sua visita ai vàri centri della Valtellina. Faceva freddo, il bel sole di ieri aveva ceduto il posto ad una grigia foschia che velava le montagne ancora tutte incappucciate di neve. Durante tutto il suo giro, il Presidente del Consiglio si è trovato a suo agio i forse più che in altre regioni. Il fatto è che in . Aldo Moro i valtellinesi hanno istintivamente avvertito un po' di quelle che sono le loro più antiche e tradizionali virtù: prudenza, misura,' naturale inclinazione alla austerity nel quadro di un radicato catto- licesimo. Dei 78 comuni della grande vallata 71 sono retti da democristiani, 7 dalle sinistre. E fin qui niente di straordinario. Quello che sorprende è un altro fatto: tutti i 78 Comuni hanno il bilancio in pareggio. Non che la regione sia ricca, non che abbondino le industrie. I dorsi brulli di queste montagne, dove per far crescere le viti bisogna costruire piccole terrazze a furia di piccone e trasportarvi faticosamente la terra, bastano a rivelare come il pareggio dei Comuni valtellinesi sìa frutto d'una concezione di vita improntata ad una severa austerità. Naturalmente i valtellinesi sono orgogliosi di queste loro « finanze sane», ed oggi tutte le autorità locali che Moro è venuto via via incontrando hanno tenuto a -ribadirlo a testa alta. Ma naturalmente, con le' loro modeste forze economiche non sono certo in grado di risolvere i gravi problemi che li assillano, primo tra tutti quello delle comunicazioni. Per percorrere in ferrovia i 130 chilometri che dividono Milano da Sondrio occorrono più di tre ore. E in auto talora è peggio. Per arrivare a Colico e imboccare la Valtellina, chi viene da Milano deve inevitabilmente percorrere la stretta, tortuosa, ingorgatissima strada statale che costeggia 1? sponda orientale del lago di Como. Non per nulla quelli da Lecco a Colico sono stati definiti « i 45 chilometri più lunghi d'Italia ». , Il Presidente del Consiglio parlando alle autorità di Sondrio e a tutti i sindaci della Valle, riuniti nella grande sa¬ la dell'amministrazione provinciale, ha detto di avere sperimentato personalmente le difficoltà che sì incontrano per arrivare fin quassù in automobile e ha aggiunto che il governo si era già posto il problema ed ha la ferma intenzione di risolverlo. Ma a questo punto, ha posto l'accento sull'importanza della programmazione regionale, insostituibile anello di congiunzione fra gli enti locali e lo Stato, e sulla necessità di stabilire una scala di priorità. Non tutto purtroppo si può fare subito, per questo egli si vede costretto a ripetere continuamente che, se si vogliono davvero risolvere certi problemi, bisogna rinunciare a qualcosa, accetta¬ re alcuni sacrifici temporanei. J senza dei quali le mete prefisse rimarrebbero irraggiungibili. Commentando la legislatu- va testé conclusa, il Presidente del Consiglio ha affermato che essa ha avuto il pregio di caratterizzare un nuovo sistema, quello della programmazione che ha per scopo la | giustizia e per metodo la gradualità. Dopo Sondrio, il Presidente del Consiglio si è recato a Tirano — la seconda cittadina della vallata —, è salito fino a Bormio, nell'alta Valtellina, quindi è ridisceso fino a Morbegno, dove ha deposto una corona di fiori sulla tomba di Ezio Vanoni, lo statista democristiano nato fra queste montagne. Lo ha accolto la sorella dello scomparso. Virginia Vanoni Gavazzi. Sulla piazza centrale di Morbegno Moro ha pronun- ciato un altro breve discorso ricordando la figura di Vanoni, l'uomo che col suo « piano di sviluppo », attuato purtroppo solo parzialmente, aveva anticipato di quindici anni l'attuale epoca basata sulla programmazione. Fra le migliaia di persone che si stringevano affettuosamente attorno al Presidente del Consiglio per applaudirlo e stendergli le mani che egli stringeva pazientemente una dopo l'altra, c'erano anche due oppositori: uno reggeva un cartello che raffigurava una bandiera vietcong, l'altro una scritta alquanto sibillina, « No alla comprensione ». Un carabiniere si è avvicinato ai due ragazzi e con le buone li ha pregati di abbassare i cartelli. Era poco educato, diceva. Dopo qualche esitazione i due hanno acconsentito, li hanno abbassati e sono rimasti ad ascoltare. Oppositori sì, ma valtellinesi. Il Presidente del Consiglio ha concluso la sua giornata a Chiavenna. Gaetano Tumiati

Persone citate: Aldo Moro, Ezio Vanoni, Gaetano Tumiati, Saverio Venosta, Vanoni