Gli allevatori di Ozieri esasperati hanno dichiarato guerra ai banditi di Giuseppe Fiori

Gli allevatori di Ozieri esasperati hanno dichiarato guerra ai banditi La Sardegna si ribella agii atti di violenza Gli allevatori di Ozieri esasperati hanno dichiarato guerra ai banditi Durante una riunione in Comune è stata decisa la costituzione di una compagnia civile permanente - Centinaia di volontari armati battono le campagne, uniti a carabinieri e "baschi blu" - Nessuna notizia degli ultimi tre sequestrati (Dal nostro inviato speciale) Ozieri, 19 marzo. Erano voci di gente esasperata. Qualcuno ha detto: « Ci diano le armi e noi andremo incontro ai banditi ». E altri: « Pensiamoci noi, occhio per occhio, dente per dente »; « Bisogna passare all'offensiva, ì sequestri avvengono perché nessuno reagisce »; « Dovremmo cacciar via dai pascoli dell'Ozierese tutti i pastori scesi dalla Barbagia». In un clima fortemente passionale gli "allevatori di Ozie- ri, riunitisi oggi nella sala del Consiglio comunale per decidere la costituzione di una compagnia civile permanente, hanno discusso le iniziative da opporre alla spavalderia dei banditi. Ozieri è un grosso centro di 11 mila abitanti, a una quarantina di chilometri da Sassari. Le sue terre, 37 mila ettari dei quali 25 mila coltivati, sono fertili e producono buona ricchezza, quasi tutte in pianura, sfruttate con spirito imprenditoriale raro in Sardegna; ed anche l'allevamento del bestiame è all'avanguardia. Cinquanta grandi aziende zootecniche e 600 medie e piccole hanno selezionato bovini di razza bruno-alpina, esposti con successo a tutte le fiere nazionali ed internazionali. Andarsene nei pascoli di Ozieri dove l'erba cresce alta da lisciare i fianchi del bestiame è il sogno dei pastori nomadi sardi. In Barbagia spesso i pascoli rimangono spelati per le frequenti siccità e il bestiame muore d'inedia o è magro, dà poco latte e meno carne. Ed ecco gli insediamenti nel Logudoro. I pastori alla ricerca di pascoli si fanno concorrenza fra loro, offrono sempre di più pur di non restare senz'erba. E i proprietari di Ozieri hanno dato i pascoli a chi offriva di più, spesso uomini di Orgosolo, di Orune, di Bitti. Ora credono dì poter dire che forse tra quegli uomini è la centrale dei sequestri. Il rapimento di Giovanni Campus, prelevato dai fuorilegge il 7 marzo, e di Nino Petretto, prigioniero dei banditi da sabato scorso, ha scosso i proprietari di Ozieri il cui stato d'animo è perciò il meno incline alla riflessione. Di qui una furiosa polemica che investe tutto l'apparato statale, cui si muove l'addebito di non aver ripristinato in tempo il confino di polizia, di non usare la maniera forte nella lotta al banditismo e di scarcerare gli arrestati per sequestro: il riferimento esplicito è alla magistratura che in questi giorni ha prosciolto in istruttoria, per mancanza di indizi, i presunti responsabili del tentativo di sequestro d'un mediatore della Costa Smeralda, Nicola Azara, e due giovani accusati di partecipazione al rapimento di un commerciante nuorese, Peppino Capelli. Di queste sentenze istruttorie si è parlato in termini polemici durante la pubblica adunanza. Ora gli allevatori ozieresi vorrebbero sopperire a simili presunte insufficienze dello Stato mobilitandosi personalmente per combattere in uno scontro frontale i banditi. E' l'aspetto passionale i d'un movimento d'opinione che pure ha le sue zone di I ragionevolezza. Il sequestro di Nino Petretto non poteva non suscitare | sdegno. E' una famiglia di non grandi risorse patrimoniali, tutti i fratelli lavorano nell'officina impiantata con sacrifici dal padre comm. Giovannantonio, commissionario della Fiat: Nino è meccanico, Alberto si occupa della contabilità e Mario è addetto alle vendite; un quarto, Marcello, issbsv insegna. Che i banditi potessero prendere a bersaglio questa famiglia, nessuno l'avrebbe immaginato. Perciò il risentimento generale e l'approvazione del rifiuto, nuovo in Sardegna, di versare una sola lira ai banditi per il rilascio dell'ostaggio. E' stato specialmente l'ultimo sequestro a indurre gli ozieresi alla mobilitazione civile. Da domenica mattina centinaia di volontari battono le campagne, si prodigano, fanno turni estenuanti uniti agli 800 carabinieri e « baschi blu » che con l'ausilio di elicotteri e cani-poliziotti perlustrano i monti fra Anela e Bultei, nel Goceano. Tuttavia finora di Petretto, Campvs i Luigi Moralis, il comm Le piemontese rapito veni li scorso nel suo ufficio di viale Monastir a Cagliari, nessuna notizia. Per quanto concerne il se¬ questro di Giovanni Campus, nonostante i contatti avuti dal fratello Salvatore con emissari dei malviventi, i fuorilegge-si ostinano a chiedere 70 milioni per rilasciare il giovane. E' la prima volta che i banditi non vogliono trattare sul prezzo del riscatto. Domani ad Ozieri si svolgerà una giornata di sciopero generale in segno di protesta contro la recrudescenza degli episodi di criminalità organizzata. In particolare gli allevatori, i pastori e gli agricoltori dell'Ozierese, che nella giornata di domani si riuniranno nuovamente in assemblea, intendono sollecitare con una manifestazione plebiscitaria provvedimenti drastici contro la delinquenza e al contempo far conoscere la disponibilità di tutta la popolazione per una lotta organica su tutto il fronte. Giuseppe Fiori

Persone citate: Durante, Giovanni Campus, Nicola Azara, Nino Petretto, Peppino Capelli