Novotny, l'ultimo protagonista del buio dopoguerra staliniano

Novotny, l'ultimo protagonista del buio dopoguerra staliniano ATMOSFERA D'INQUIETUDINE IN CECOSLOVACCHIA Novotny, l'ultimo protagonista del buio dopoguerra staliniano Era l'uomo di ferro per un regime di ferro - Onesto e noioso, più burocrate che « leader », dal partilo e dall'Urss aveva accertato lutto: la linea di Stalin e quella di Kruscev, il terrore ed il disgelo - Ma non trova posto in un paese che sta chiedendo di tornare alle sue tradizioni civili Il suo ritratto era dappertutto. Nei posti di frontiera, negli ospedali, nelle birrerie che ricordano « il buon soldato Svejk», nel vecchio negozio di stampe, accanto al Ponte di Carlo. Capelli bianchi, profilo regolare, oc- chi freddi, senza espressione. L'ultima fotografia lo mostra in mezzo ai pionieri, bimbetti e fanciulline bionde, col fazzoletto rosso attorno al collo. Antonin Novotny si faceva vedere poco in giro: alle cerimonie, alle sfilate. Solo una volta mandò gli inviti per una festa in un parco,, e si mostrò allegro, si lanciò a ballare in un cerchio un motivo popolare. La moglie ha l'aria d'una donna di casa. Un giorno, qualcuno li notò in Piazza Venceslqo; il Presidente della Repubblica cecoslovacca e la signora erano usciti dal grande palazzo sulla collina per acquistare scarpe. Antonin Novotny viveva, senza sfarzo, senza clamore, in un appartamento del Castello reale, l'edificio chiuso e misterioso che suscitava fantasmi nel cuore del bambino Franz Kafka. Di lui, della sua vita privata, si sapeva ben poco: un'aneddotica senza rilievo, una storia che assomiglia a quella di altri compagni, Kadar e Gomulka, ad esempio. Gomulka, da ragazzo, aveva pascolato le vacche fra l'erba secca dei campi della Polonia, battuti dal vento, e fatto il manovale nei cantieri; Janos Kadar custodiva branchi di oche, poi guidava i tram gialli che sferragliano nelle strade di Budapest; Antonin Novotny era stato garzone in una bottega- di fabbro. C'è sèmpre, agli inizi, un padre operaio, e uno sciopero, poi la scoperta del partito, è d'una passione che durerà per sempre. Le vicende di questi personaggi hanno tappe d'obbligo: i '.cortei di..dimostranti, le tetri ture, disordinate, il carcere, le lotte interne, I campì dì concentramento, i gendarmi della reazione, i soldati di Hitler, quelli di Stalin, la conquista del potere, le crisi e le condanne. ' Novotny è scampato ja Mauthausen, da dove è tornato con la tubercolosi, ha vissuto all'ombra di Gottwald, ha obbedito ciecamente al Cremlino, ha accettato la eliminazione di Clementis e di Slansky, finiti sulla forca con l'accusa di titoismo, senza discutere, poi s'è adeguato alla fine del culto della personalità, ai deliberati del XX Congresso; ma il disgelo, sulle rive della Moldava, è stato lento, estenuante. L'immensa statua di Josef Jugasvili, che dominava le torri d'oro di Praga, venne demolita per ultima. Gottwald fu espulso dal tetro mausoleo con, rnolta fatica; la parziale riabilitazione degli impiccati ha provocato aspre controversie e nuovi rancori. « L'onesto Novotny », come dicevano gli estimatori, è cresciuto nel clima del comunismo di Stalin, e possedeva, come tutti i bravi militanti, quel senso di adattamento che permette di accettare, in vista della felicità ultima, tutti i contorcimenti della politica, le necessità tattiche, la revisione ideologica, ma non poteva ' cambiare la sua natura, né nascondere la sua intima vocazione. Uomo di ferro per un regime di ferro: ma anche lo Stato-guida ha dovuto accogliere Kruscev, la coesistenza pacifica, certe forme economiche, compresa la rivalutazione dell'odiato profitto. Nella civile Cecoslovacchia dei Masaryk e dei Benes, che ha sopportato prima l'avanzata della Wehrmacht poi le regole imposte dall'Armata'Rossa, anche se sopravvive qualcosa della prussiana disciplina, i fermenti dei giovani che auspicano un nuovo corso, le rivendicazioni dei perseguitati degli Anni Cinquanta, la suggestiva lezione di Bucarest, dovevano prima o poi prender forza. Le vicende e le esperienze del passato tornano col loro insegnamento: « La rivoluzione evapora, e non rimane che il limo d'una nuova burocrazia » scriveva lo scettico Kafka: si legge nei discorsi di Tommaso Masaryk: « La democrazia non è solo una forma di governo, è un concetto dell'esistenza », e sulla bandiera bianca con un leone in campo che sventola sul Castello è stampato il motto- « La verità vincerà ». Sono passati vent'anni da quando, una mattina brumosa, venne scoperto, sul lucido selciato che fronteggia Palazzo Czermin, il corpo inanimato di Jan Masaryk, l'ultimo esponente d'un mondo liberale al tramonto; sul comodino trovarono la Bibbia aperta, e il passo segnato diceva: « Ma il frutto dello spirito è amore, gioia, pace, moderazione », e adesso i giornali chiedono al duro compagno Antonin Novotny « un dignitoso ritiro dalla vita pubblica », gli domandano di farsi dimenticare. I cortei degli studenti agitano cartelli sui quali sta scritto: i( Socialismo e libertà ». Gli operai e i contadini pretendono migliori condizioni. Dei devoti seguaci del capo, uno, Vladimir Janko, è finito suicida, nella lunga macchina nera abbandonataalla periferia; un altro, Jan Sejna, ha chiesto protezione alla patria di tutti i capitalismi, gli Usa. L'intelligentsia, per tanto tempo umiliata, è di nuovo sulla scena, e chiede che il segreto di Stato non copra jjìù i dibattiti, dai quali dipende il destino comune. Tra la paura della Germania e il rispetto per la Russia, i cecoslovacchi debbono trovare la loro strada. Se ne va, intanto, l'ultimo protagonista del tormentato dopoguerra. Antonin Novotny, noioso oratore, e virtuoso tribuno. Coi suoi discorsi, e con le sue promesse, non sapeva guadagnarsi le simpatie del popolo. Lo consideravano, ormai, un superstite. Come Ulbricht, o come Gomulka. Ha passato i sessanta, è stanco, ma difende con ostinazione il prestigio e il comando. Non lascerà rimpianti, ma una penosa eredità. Il comunismo in cui credeva ha fo-, mentalo ribellioni ed eresie. Enzo Bìagi Il presidente cecoslovacco Novotny durante una delle ultime apparizioni in pubblico a Praga (Tel. Ansa)