Le infezioni sessuali aumentano (soprattutto tra i più giovani)

Le infezioni sessuali aumentano (soprattutto tra i più giovani) Un problema di igiene che bisogna affrontare Le infezioni sessuali aumentano (soprattutto tra i più giovani) Nella provincia di Torino e in Val d'Aosta i casi di sifìlide accertati nel '67 risultano cresciuti del 18,130'r rispetto al '66 - Ma parecchi contagi sfuggono all'indagine statistica: i medici non li denunciano - I possibili rimedi proposti dagli specialisti: 1) maggiore educazione igienica, in particolare ai giovani; 2) esami sierologici di massa; 3) controllo sanitario della prostituzione, fonte prima delle infezioni SI è svolto ieri a Roma il congresso nazionale degli Ispettori dermosifllografl italiani. Nel corso di esso il prof. Franchi, di Torino, ha tenuto una relazione sul tema « Profilassi delle malattie sessuali ». Nell'articolo che pubblichiamo l'autore riassume i risultati delle sue osservazioni. I servizi di bonifica e profilassi della Provincia di Torino e della Regione autonoma della Valle d'Aosta — con una popolazione complessiva di circa 2.200.000 anime — risultano ufficialmente affidati a undici dispensari antivenerei municipali e ad una sala celtica. Affiancano l'opera di accertamento e di cura 24 ambulatori specialistici di Enti assistenziali e due consultori dell'Onmi. Per quanto concerne l'indice di morbilità della Provincia di Torino e della Valle d'Aosta nel 1967 è stato riscontrato un aumento del 18,13 ».o delle forme di sifilide primo-secondaria con manifestazioni contagiose in atto rispetto all'anno 1966. Le cifre ufficiali fanno testo: ma non si può né si deve dimenticare che i rilievi epidemiologici sono di gran lunga inferiori alla realtà dei fatti, poiché non è vero che tutta la sifìlide e la blenorragia di nuovo accertamento passi sempre e soltanto attraverso i dispensari. Basti pensare a tutti i casi accertati di queste due infezioni che cadono sotto il vaglio di: 1) medici liberi professionisti — specialisti o no — i quali nella assoluta maggioranza non ottemperano alla compilazione del modulo di denuncia, ancorché essa sia puramente numerica; 2) enti.j assistenziali, che pur provvedendo alla denuncia dei casi nuovi di infezioni sessuali, non vengono presi in considerazione agli effetti statistici; 3) laboratori provinciali o comunali, che essendo deputati alle indagini sierologiche di massa, sono in grado di rivelare un notevole numero di casi di sifilide ignorata, ma che, al pari dei precedenti, non vengono inclusi nelle statistiche ufficiali. Questi dati di fatto, ben noti alle autorità tutorie ed al corpo dei medici dermosililografi, sfuggono naturalmente al pubblico profano, che continua a cullarsi nell'illusione che l'infezione sifilitica sia in corso di eradicazione e quella blenorragica rientri fra i ricordi del passato. Tutto ciò, naturalmente, contribuisce a rendere più precaria la situazione allorché si passa dal campo dell'epidemiologia a quello della bonifica e della profilassi, se si tiene presente che le possibilità di indagine delle fonti di infezione sono praticamente ridotte ai minimi termini — per non dire a zero — dalle vigenti disposizioni. L'inibizione delle iniziative atte alla identificazione delle maggiori fonti delle infezioni sessuali contribuisce a tarpare sul nascere quei provvedimenti che, soli, consentirebbero una più idonea lotta contro queste malattie e più particolarmente contro l'infezione treponemica, cosicché il nostro mandato si esplica fra le maggiori difficoltà e con risultati infinitamente deficitari in questa nostra epoca in cui, con l'apporto delle più recenti acquisizioni terapeutiche, non era fuor di luogo sperare nella riduzione a quote minime di talune infezioni, al pari di quanto sta avvenendo nei confronti di altre malattie infettive. Dobbiamo perciò preoccuparci di potenziare quegli elementi che ancora sono nelle nostre mani e che costituiscono- un valido apporto, sia pure limitato a determinati settori, per l'identificazione individuale di casi ignorati di sifilide: intendo riferirmi alle indagini sierologiche dì inassa, che consentono di rivelare annualmente migliaia di casi di infezioni il più delle volte ignorate. Qualche risultato positivo potrà ancora trarsi potenziando ulteriormente le indagini cliniche e sierologiche nell'ambito delle carceri, dei centri di rieducazione per minorenni, dei riformatori giudiziari, delle case penali per minori e — nei limiti del consentito — dalle ricerche sierologiche su coloro — maschi o femmine che siano — che si prostituiscono abitualmente, sempre, beninteso, che non facciano opposizione agli inviti loro rivolti. Malgrado le più impensate difficoltà che si frappongono all'espletamento di quelle attività che ci sono congeniali nel campo della bonifica e della profilassi delle infezioni sessuali, nel corso dell'ultimo quinquennio — sempre in base alle statistiche nazionali ufficiali — occorre riconoscere che qualche risultato è stato conseguito in quanto dalle cifre paurose del 1961 (oltre 8000 casi nuovi di sifilide primo-secondaria accertati nei soli dispensari) siamo scesi a quote inferiori ai 5000 casi annui, con una contrazione di circa il 500-'o. Ma è altrettanto vero che siamo fermi da tempo su queste ultime cifre, il che vai quanto dire una battuta di arresto stabilizzata a quote che sono tuttavia ancora quasi doppie rispetto a quelle del sessenio 1952-1957. * * In concomitanza a queste amare constatazioni non si può ignorare un altro elemento doloroso: la maggiore incidenza delle infezioni sessuali a carico dei giovani, e più in particolare la preoccupante ed incontenibile diffusione dell'omosessualità. L'organizzazione mondiale della sanità, allarmata dalle cifre sempre più elevate delle denunce di infezioni sessuali, ha recentemente promosso una inchiesta in 150 Paesi. Secondo i dati resi di pubblica ragione, la situazione si conferma preoccupante in questo settore: in tutti i Paesi le infezioni sessuali colpiscono, con alte percentuali, soprattutto i giovanissimi. In Australia il 24'Vo di tutti i casi di sifilide e di blenorragia si riscontrano a carico dei giovani fra i 15 ed i 29 anni. In Canada il 5".'o dei casi di sifilide ed il 140Zo dei casi di blenorragia incidono i giovani fra i 15 ed i 19 anni. Le cose vanno in effetti certamente peggio se si considera che, in base a quanto è stato calcolato, soltanto 1*11 per cento dei casi di sifilide in stadio contagioso viene denunciato all'autorità tutoria. Questo per quanto riguarda due nazioni lontane: da noi la situazione non è certo migliore. La crescente diffusione delle infezioni sessuali, particolarmente evidente negli ambienti giovanili, è un fenomeno che lascia addolorati e perplessi, soprattutto per le già citate impossibilità di una concreta azione di bonifica e di profilassi. Per una buona azione nel campo delle infezioni sessuali occorre ricercare il male alle sue origini: e poiché la prostituzione vera, ieri come oggi, vive più all'aperto che non al chiuso e continuerà ad essere così come è divenuta attual¬ mente, e cioè « industrializzata », è necessario poter individuare uomini e donne affetti da infezioni sessuali che non si curano e di conseguenza possono continuare a diffondere i contagi. Sarebbe quanto meno auspicabile un controllo obbligatorio delle meretrici di mestiere, al pari di quello a carico degli uomini che sono dediti a pratiche omosessuali, al fine di individuare i soggetti malati, per poterli sottoporre a cure tempestive. E' pacifico che con tali provvidenze non possiamo nemmeno lontanamente spe¬ rare di eradicare sifilide e blenorragia, ma si verrebbe in tal modo a controllare due delle maggiori fonti di infezione tuttora in atto. Il resto va fatto con l'educazione sanitaria del popolo: istruire i giovani sulle conseguenze che certi rapporti possono procurare. Pur nel rispetto della libertà individuale occorre realizzare in fretta questi obbiettivi, poiché siamo ormai giunti a limiti che non è opportuno superare. prof. Filippo Franchi Primario dermatologo Ospedale Mauriziano di Torino iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiin Il francese Desailloux mentre si avviava alla parete da scalare. Sullo sfondo la «Nord» delle Grandes Jorasses: la linea punteggiata indica la via di Desailloux

Persone citate: Filippo Franchi