Johnson propone nuove economie di Nicola Caracciolo

Johnson propone nuove economie Johnson propone nuove economie (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 marzo. Negli uffici della Riserva federale ha avuto inizio oggi una riunione di portata storica. Ospiti del governatore della Riserva, William Chesney Martin, i governatori delle Banche centrali dei Paesi aderenti al «pool» dell'oro (Stati Uniti, Belgio, Germania Occidentale, Italia, Olanda, Inghilterra e Svizzera) si sono riuniti per discutere del sistema finanziario internazionale, della stabilità del dollaro, del prezzo dell'oro. La Banca d'Italia è rappresentata dal suo governatore Guido Carli. Si teme non solo la rivalutazione dell'oro ma addirittura una crisi monetaria internazionale. Sarebbe una catastrofe. Il progresso economico dei paesi industriali dell'Occidente negli ultimi venti anni (un progresso rapidissimo andato al di là di ogni previsione e di ogni precedente) è stato reso possibile da vari fattori. Di essi almeno uno è stato indispensabile: il buon funzionamento del meccanismo internazionale dei pagamenti. Gli americani si sono mossi oggi con decisione in difesa' del dollaro. Il presidente Johnson stamattina ha annunciato che è allo studio un piano per ridurre ancora le speseN del bilancio federale. Si apprende che i tagli dovrebbero raggiungere l'ammontare di nove miliardi di dollari. Ha insistito inoltre sul fatto che non rinuncia a un inasprimento del dieci per cento delle tasse sul reddito. Altre misure sono state prese nei giorni scorsi: il Senato ha votato una legge per la quale le riserve auree americane (che sono di circa undici miliardi e cinquecento milioni di dollari) vengono interamente adoperate per difendere il ruolo internazionale del dollaro. In precedenza dieci miliardi di dollari servivano a coprire la circolazione interna. Undici miliardi e mezzo di dollari sono una cifra imponente, sufficiente a garantire il dollaro contro ogni speculazione: il che ovviamente non risolve il problema, ma dà la certezza che non ci saranno crisi improvvise. Inoltre, l'altro ieri la Riserva federale ha aumentato il suo tasso di sconto, che già nel novembre scorso aveva portato dal 4 al 4,5 per cento, fino al 5 per cento. La riunione alla Riserva federale si svolge a porte chiuse. Non si ha idea quindi .quali decisioni siano contemplate, All'ordine del giorno in teoria ci sono tre progetti. Uno che prevede la demonetizzazione dell'oro, che gli Stati Uniti per trattato sono impegnati a comprare e a vendere al prezzo di 35 dollari l'oncia (gli Stati Uniti smetterebbero di farlo); un altro contempla la rivalutazione dell'oro, in misura da decidere (i francesi chiedono addirittura che il prezzo venga raddoppiato); il terzo, presentato dal governatore della Banca d'Italia Guido Carli, prevede che il sistema attuale resti inalterato ma che ì Paesi del pool dell'oro smettano di vendere a privati. Si creerebbero così due mercati: uno ufficiale basato appunto sulla quotazione dell'oro a 35 dollari l'oncia; uno libero che potrebbe comportare la rivalutazione dell'oro. Secondo voci diffuse dagli americani, quest'ultimo progetto è quello che ha maggiori probabilità di essere accettato. Le difficoltà che esso comporta sono note. Bisogna che tutte le Banche centrali di tutti i paesi del mondo, che per trattato hanno diritto di comprare oro a 35 dollari l'oncia dagli Stati Uniti, rinuncino alla possibilità di realizzare un profitto rivendendolo a un prezzo più alto sul mercato libero. Il che è possibile, ma solo per un breve periodo di tempo. Alla lunga è necessario che gli Stati Uniti riequilibrino la loro bilancia dei pagamenti, che cioè abbia termine il loro progressivo indebitamento con il mondo esterno. E' comunque, si apprende, probabile che le Banche centrali europee decideranno — in attesa che questo obbiettivo venga raggiunto — di continuare ad aiu: tare gli americani. Ed'è significativo'.che. per facilitare, le trattative, alla. Riserva federale, Johnson abbia scelto proprio la' giornata ;di oggi per fare annunciare che non ci sarà « escalation' » in Vietnam: ciò. significa non solo che la minaccia sul dollaro si attenua ma anche che gli Stati Uniti implicitamente riconoscono che il buon funzionamento dei rapporti all'interno -deTmóndo occiden¬ tale è più importante che non la vittoria in Vietnam. I governatori delle Banche centrali hanno finito la loro giornata alle 18,30 e sono andati per un ricevimento al Dipartiménto di Stato. Sono arrivati uno dopo l'altro in lunghe « limousine » nere. Assaliti da decine di giornalisti che chiedevano notizie si sono tutti schermiti. Il governatore della Banca d'Italia Guido Càrlr non ha detto ima parola sola. Martin appariva disteso e sorridente ma anche lui ha mantenuto il silenzio. II governatore della Banca Centrale della Germania Occidentale, Karl Blessing,è stato l'unico che ha lasciato capire che le cose non sono andate male: «Non passo- dirvi nulla — ha. spiegato — la riunione riprenderà domani ». Ha aggiunto tuttavia, a chi gli chiedeva un giudizio, d'essere ottimista. E' tutto quanto si é potuto sapere finora sull'andamento dell'incontro. Nicola Caracciolo (Vedere a pag. 2i) il discorso di Johnson sul Viètnàqt)

Persone citate: Guido Carli, Johnson, Karl Blessing, William Chesney Martin