Silurato un ministro, un altro sotto accusa a Praga per il fallito «putsch» dei militari di Massimo Conti

Silurato un ministro, un altro sotto accusa a Praga per il fallito «putsch» dei militari Cadono in Cecoslovacchia gli ultimi stalinisti Silurato un ministro, un altro sotto accusa a Praga per il fallito «putsch» dei militari Il titolare dell'Interno, Kudrna, destituito con il Procuratore della Repubblica, Bartuska - Sono imputati di avere favorito la fuga in America del gen. Sejna, che tentò con un colpo di mano di mantenere Novotny al potere - Il loro arresto è probabile: usarono «metodi inumani» nei processi politici tra il '49 e il '54 - Anche il ministro della Difesa, Lomsky, accusato di complicità nel complotto - Novotny, costretto a ratificare i decreti di esonero, ha firmato la sua condanna tDal nostro inviato speciale) Praga, 15 marzo. Nel castello di Hradschin, residenza presidenziale, Antonin Novotny ha firmato oggi un decreto che esonera dalle loro cariche il ministro dell'Interno Josef Kudrna ed il procuratore della Repubblica Jan Bartuska, responsabili di aver favorito la fuga in America del generale Jan Sejna. Sejna è l'uomo che con un colpo di mano militare tentò di salvare- Novotny quando questi dovette lasciare la carica di segretario del partito per volontà del comitato centrale. Novotny quindi, è stato costretto a condannare con la propria firma i complici del fallito putsch. E quindi a sottoscrivere la propria condanna: la giubilazione definitiva dello Stalin cèco viene preparata con tutti i crismi della legalità. L'arresto di Kudrna e Bartuska non dovrebbe tardare dato che essi vengono accusati oltre tutto « di aver usato metodi inumani nei processi politici svoltisi fra il 1949 e il 1954 ». Un altro personaggio coinvolto nel putsch, il ministro per la Difesa Bohumir Lomsky, è stato posto oggi sotto accusa. E' ormai sicuro che fu lui a far trapelare la notizia dell'imminente arresto di Jan Sejna, permettendo cosi al generale di fuggire negli Stati Uniti. Nel suo rapporto sull'affare Sejna «il ministro per la Difesa non ha saputo rispondere alle molte questioni postogli dal governo ». Le sue responsabilità appaiono così evidenti. Le accuse contro i tre alti personaggi sor^ rivolte in realtà contro Novotny e concorrono a indebolire la sua posizione già molto precaria. Data ormai, come scontata la sua giubilazione da presidente della Repubblica, si profila ;.ià l'ipotesi di una sua incriminazione per il tentato colpo di Stato: evento questo che non avrebbe precedenti nella storia del paesi socialisti. Il fatto più importante è che il processo a Novotny — politico o giudiziario che sia — coinciderebbe con la più ferma condanna dei metodi stalinisti; e che questa condanna chiama una opera di revisione politica suscettibile di portare la Cecoslovacchia — che fino a pochi mesi fa era un paese di stretta obbedienza sovietica — su posizioni di avanzata democrazia socialista: oltre la stessa Jugoslavia, considerata tuttora all'avanguardia del revisionismo. Oldrich Cernik, il capo dell'ufficio Piani e probabile futuro premier cecoslovacco, ha detto: «Il partito de ve guidare, non amministrare ». Deve cioè man^inere la funzione di guida ideologica senza immischiarsi direttamente nelle cose dell'economia, della cultura, della giustizia: è quella «soppressione del partito come élite di potere, premessa all'autogoverno, che — secondo i teorici jugoslavi — rappresenta il momento decisivo della rivoluzione socialista ». A Praga la gente continua a scaldare molte speranze fondate su dati obiettivi. L'Assemblea nazionale, cioè l'atrofizzato Parlamento, sa-1 rà oggetto di una riforma come assicurano i giornali. In futuro accanto al partito comunista dovrebbero avere una qualche voce In capitolo anche altre formazioni politiche che almeno in teoria esistono già da tempo. Forse le speranze della gente sono eccessive su questo punto, in quanto nessun partito comunista ha mai abdicato al potere di propria volontà. Sembra certo però che alla feroce dittatura di Novotny seguirà un regime di tolleranze, sull'esempio della Jugoslavia.' E che il processo di revisione interna influirà per forza di cose su tutta la politica della Cecoslovacchia. L'altro giorno gli studenti di Praga portarono corone alla tomba di Jan Masarik, il ministro degli Esteri morto in circostanze misteriose nel marzo del 1948. Masarik cadde dalla finestra dol suo ufficio dopo che i comunisti ebbero preso il potere: con tutta probabilità venne defenestrato. Adesso i giornali di Praga, commentando il gesto pietoso degli studenti, riconoscono a Masarik, uomo politico borghese, il merito di aver lottato «per l'indipendenza della Cecoslovacchia ». Un'altra morte non del tutto chiara nelle sue circostanze, quella del presidente Clement Gottwald, ha fornito oggi altra materia di riflessione. «Gottwald, è stato- scritto, "tentò di aprire una " via cecoslovacca " al socialismo: Stalin glielo impedì ». Indipendenza nazionale e «via cecoslovacca al socialismo » sono trascrizioni di una medesima idea, il distacco dalla Russia ed il ritorno dèlia Cecoslovacchia alle sue tradizioni di Stato europeo, aperto all'Occidente. C'è di più: alla conferenza dei partiti comunisti di Budapest i delegati cecoslovacchi hanno preso la difesa della Jugoslavia, che non era stata invitata; e hanno poi mostrato sufficiente comprensione per i romeni quando questi ultimi abbandonarono la conferenza. Fra cèchi, jugoslavi e romeni si manifesta ora una solidarietà naturale, arricchita da interessi comuni. Poco per volta, alla periferia ^dell'antico impero di Stalin, i tre paesi ribelli a Mosca stanno configurando un nuovo blocco. Massimo Conti Il ministro Kudrna e il procuratore generale Bartuska destituiti a Praga (Tel. A.P.)