Benvenuti combatterà in Italia per evitare le tasse americane

Benvenuti combatterà in Italia per evitare le tasse americane Benvenuti combatterà in Italia per evitare le tasse americane Il sistema scalare del fisco d'oltre Atlantico incide sulle borse fino ad una quota del 50 per cento - Nino dovrebbe riprendere l'attività agonistica sul ring di Roma in maggio - Ritornerà negli Stati Uniti soltanto in occasione di incontri particolarmente importanti - In America curerà invece i suoi affari commerciali (Nostro servizio particolare) Roma, 13 marzo. Nino Benvenuti sosterrà molto probabilmente il suo primo incontro italiano, dopo la riconquista del titolo mondiale, nel maggio prossimo a Roma. «A meno che Nino non intenda rinunciare ad ogni attività pugilistì ca in Italia, il suo ritorno av verrà entro due mesi su quel lo stesso ring dove, dalle Olimpiadi in poi, ha ottenuto i maggiori successi ». Cosi ci ha dichiarato Rino Tommasi, l'organizzatore che ha praticamente « costruito » la carriera del triestino nel nostro paese. Le intenzioni di Benvenuti e del suo « patron » Amaduzzi, non sono ancora no- te a nessuno, né prevedibili. Da quanto si è potuto capire e dedurre finora, gli interessi del « clan » sono sem pre più rivolti verso gli Sta ti Uniti. Sia il pugile che il suo manager appaiono fortemente suggestionati da tutto ciò che è americano, un po' per evidenti motivi di ordì ne commerciale (entità delle borse, contratti pubblicitari, prospettive cinematografiche) un po' per il fascino che quel mondo ha su chi viene da lontano e che spesso frastorna i suol ospiti più fortunati. C'è chi parla, per quanto riguarda Nino, di « stato di soggezione» nei confronti del favoloso meccanismo del Madison Square Garden. Un secondo fattore ohe potrà condizionare la scelta fra America e Italia è di ordine fiscale. Il sistema della tassazione addizionale vigente negli Stati Uniti, ed applicato con particolare severità verso i personaggi di interesse pubblico, potrebbe anche sconsigliare Benvenuti dal concedere troppe repliche al Madison o su altri ring statunitensi. Nino, insomma, potrebbe essere portato, a rigor di logica, a preferire i guadagni « effettivi » italiani e europei a quelli americani riducibili in pratica anche della metà ad opera del fisco. Finora Benvenuti se l'è cavata relativamente bene nei rapporti con gli esattori americani. Ha pagato tremila dollari (circa due milioni di lire) in occasione del primo incontro con Griffith e diecimila (sei milioni e duecentomila lire) per il secondo (su una borsa di 119 mila dollari pari a oltre 70 milioni di lire). Stavolta ha incassato 80 mila dollari (cinquanta milioni) ma non ha ancora fatto i conti con il fisco di New York. Queste condizioni non si verificherebbero però in futuro specie se Benvenuti dovesse combattere più volte in un anno. Il cumulo degli introiti, in breve tempo, e l'alta media delle borse, potrebbe infatti portare anche ad una tassazione del 50 per cento. In questo caso, una borsa americana di 100 mila dollari (60 e più milioni) equivarrebbe dopo il taglio fiscale a una borsa italiana di 40 milioni di lire, facilmente ottenibile ancora per qualche tempo da Benvenuti a Roma o Milano. Comunque trovare un primo avversario per Nino, in Italia, con o senza titolo in palio, e sulla distanza di quindici o dieci riprese, non è facile. La soluzione più semplice sarebbe quella di opporre Benvenuti a Don Fullmer (che l'italiano però ha già battuto), la più nuova sarebbe rappresentata dal cubano Rodriguez già avversario di Griffith. C'è infine un ultimo interrogativo: per quanto tempo vorrà riposare Benvenuti? Anche su questo punto i pareri sono contrastanti. Nino tenderebbe a un riposo prolungato e Amaduzzi sarebbe sostanzialmente d'accordo con lui, ma altri, fra i quali l'organizzatore Tommasi, ritengono che due mesi di lontananza dal ring siano più che sufficienti. e. p.