Forte successo in America del «pacifista» McCarthy di Nicola Caracciolo

Forte successo in America del «pacifista» McCarthy Le "primarie» nel New Hampshire Forte successo in America del «pacifista» McCarthy atici, contro il 48 "/a al Presidente Il rivale di Johnson ha ottenuto ij 42 yo dei voti democratici, contro il 48 X al Presidente 1 risultati sono indicativi di uno stato d'animo contrario alla guerra, ma hanno un valore relativo: il New Hampshire (630 mila abitanti) è il più piccolo degli Stati americani - Per i repubblicani, Nixon (79 per cento dei voti) ha battuto largamente Rockefeller (11 per cento) Bob Kennedy stende in campo cantra Johnson? (Dal nostro corrispondente) Washington, 13 marzo. Le «primarie» del New Hampshire hanno radicalmente modificato la situazione politica americana: con il 42 per cento dei voti al pacifista democratico Eugene McCarthy (contro il 48 per cento a Johnson), queste elezioni parziali, fortemente indicative di uno stato d'animo, hanno dimostrato da una parte che Johnson è in crisi e che il suo rivale come candidato alla presidenza per il partito democratico è assai più forte di quanto si pensasse. Per ciò che riguarda i repubblicani Richard Nixon esce considerevolmente rafforzato dalle votazioni (ha ottenuto il 79 per cento dei suffragi, contro ni per cento al governatore di New York Nelson Rockefeller, suo unico rivale, che ha subito un grave scacco). I risultati nel New Hampshire sono stati questi. Per i democratici Johnson ha ottenuto 25.970 voti, pari al 48 per cento, McCarthy 22 mila 479 voti, pari al 42 per cento, Robert Kennedy, che però aveva chiesto ai suoi sostenitori di non votarlo, l'I per cento dei voti. 11 resto è andato a personalità locali. Ancora tre settimane fa i sondaggi d'opinione non f concedevano a McCarthy più j dell'I 1 per cento dei-suffragi gi. Tre giorni prima delle (elezioni era arrivato al 29. [Il suo successo è andato al r di là delle più ottimistiche ! previsioni, specie tenendo \ conto che l'elettorato del [New Hampshire è tendenjzialmente assai conservatore e che nello Stato i paci; fisti finora erano sembrati ; soltanto una minoranza esigua. La sua vittoria è il prodotto di un insieme di fattori: lo scontento per la ! guerra nel Vietnam, diventato acutissimo in America idopo gli ultimi sviluppi, erjrori dei sostenitori di Johnson nel New Hampshire (il i Presidente non ha preso parte direttamente alla campagna) che hanno fatto balenare — pur senza mai dirlo chiaramente — l'accusa contro il senatore di lavorare jper Hanoi, per i nemici deljl'America. Ciò che ha porStato per reazione più voti a 'McCarthy di quanti gliene 'abbia fatti perdere. | Per finire, un fattore che potrebbe avere una portata I storica. Con McCarthy la •« nuova sinistra », che trova le sue basi essenzialmente nelle università (sia tra i i professori sia tra gli stujdenti) sta provando di essere una forza politica reale con la quale si devono fare i conti. Il movimento studentesco sin dall'inizio della guerra si è battuto a fondo a favore delle « colombe », senza ottenere in tre anni di attività nessun risultato concreto. L'escalation è andata avanti come se non ci fosse stata alcuna protesta: ciò che, per quanto riguarda gli studenti, poteva oom portare pericoli gravissimi. ; Alcuni mesi fa (in questo periodo invece non se ne sente più parlare) stavano prendendo piede nelle Università gruppi che auspicavano la rivolta aperta contro il sistema. La strategia di McCarthy è stata la seguente: inserire queste energie nella lotta politica allo scopo da una parte d'influire sulla politica americana in Vietnam, dall'altra di riportare il movimento studentesco nell'ambito della democrazia americana tradizionale. E' troppo presto per trarre conclusioni definitive. Sembrerebbe, comunque, ■he l'operazione stia andando in porto. I voti di VlcCarthy sono stati essenzialmente ottenuti da mi¬ gliaia di studenti, che, venuti da tutta la costa atlantica, hanno avvicinato giorno per giorno tutti gli elettori del New Hampshire, schedando i nomi di coloro che erano favorevoli alle «colombe» in modo da poterli andare a cercare il giorno delle elezióni, distribuendo manifestini e opuscoli vari contro la guerra in Vietnam, organizzando una serie infinita di.riunioni. Alcune settimane fa sembrava ohe i pacifisti non avessero nessuna speranza nel New Hampshire. Tuttavia la gente avvicinata da attivisti giovani, che per lo più conoscevano bene il problema e che erano ovviamente entusiasti e personalmente disinteressati, si è la- sciata in larga misura convincere. Robert Kennedy, che in precedenza aveva dichiarato di non voler presentarsi candidato, ha annunciato oggi di essere in procinto — alla luce dei risultati del New Hampshire — di rivedere la propria posizione. Forse si presenterà in opposizione a Johnson. Ha elencato in un comunicato i motivi di questo riesame: 1) le primarie hanno dimostrato l'esistenza di un forte malcontento contro la guerra alla quale Kennedy effettivamente si è sempre opposto; 2) il successo di McCarthy indica che è possibile criticare Johnson senza rischiare di trasformare la competizione in una lotta personale; 3) la deposizione di Rusk ieri di fronte alla Commissione agli Esteri del Senato indicherebbe che l'amministrazione non intende cambiare politica. Kennedy tuttavia non si è lanciato in campo. Sta solo considerando l'opportuni-, tà di farlo. Rispetto a Me Carthy, come candidato pa cifista contro Johnson, la sua posizione è per certi versi" molto più forte. Là popolarità dei Kennedy resta in America larghissima. In conclusione le «primarie » del New Hampshire (che conta 630 mila abitanti) hanno dimostrato che Johnson è in gravissime difficoltà con gli elettori del suo stesso partito, che Me Carthy ha acquistato un peso rilevante tra i democratici e che Robert Kennedy, in conseguenza di questa doppia evoluzione, potrebbe decidersi a dare battaglia a Johnson. Nicola Caracciolo II sen. Eugene McCarthy, festeggiato à Manchester,.nel New Hampshire, dopo il successo elettorale (Tel. A.P.}