Più facile con lo «sci corto » imparare a correre sulla neve

Più facile con lo «sci corto » imparare a correre sulla neve Nuovi metodi di insegnamento per lo sport della montagna Più facile con lo «sci corto » imparare a correre sulla neve Si comincia con l'attrezzo lungo 65 centimetri, poco più della scarpa normale - Quindi, gradatamente, le assicelle di legno vengono portate alla lunghezza di 1,80-2 metri - In una settimana, si giunge a compiere esercizi che prima richiedevano mesi di prove - Previsti «corsi per volontari» al Sestriere In fondo al « muro » del Corvatsch, il ragazzo che mi ha superato poco prima è fermo, si sta levando gli sci. Strano, siamo soltanto a metà J pista. Apre fino in fondo la cerniera della sua lunga giacca a vento. Strano, non c'è il sole, la giornata è fredda. Il ragazzo estrae da tasche interne due brèvissimi sci, la cui punta appoggia, accompagnandola, sulla curva delle spalle. Gli sci hanno attacchi normali, il ragazzo li assicura agli scarponi, mette in spalla gli sci che ha appena tolto e ricomincia a scendere. Alla stessa velocità di prima, o quasi. Lo ritrovo in coda allo skilift, risponde alle domande come uno abituato alla curiosità della gente, e non troppo gentile: mezzo tronfio mezzo seccato. E' la prima volta, in realtà, che vedo in azione questi famosi sci corti, di cui si parla come del sistema per rivoluzionare un'altra volta l'insegnamento dello sci. Lo sci è uno sport difficile da apprendere, e due sono gli ostacoli da superare all'inizio: la neve, elemento così scivoloso, e l'attrezzo, che prolunga le scarpe di un metro davanti e di un altro metro posteriormente. Trovare una persona che si dimostri subito a suo agio, quando mette gli sci per la prima volta, è logicamente piuttosto raro. Ma se si elimina uno dei due ostacoli, se si riduce cioè la lunghezza degli sci, si mette l'aspirante discesista in condizione di affrontare con maggiore naturalezza i primi passi, le prime curve, e anche le prime inevitabili cadute sulla neve. Questa tesi è stata avanzata nel 1965 da uno dei tecnici più preparati e famosi nel campo dell'insegnamento dello sci, il prof. Kruckenhauser, padre del wcdel — cioè del cristiania a raggio corto, miraggio di ogni sciatore moderno. Il professore austriaco ha presentato nel 1965 un film, in cui dimostrava come adottando gli sci corti si possa insegnare subito il. cristiania parallelo — ribattezzato per l'occasione «Murmelschwung», o « cristiania alla marmotta » — cioè proprio quello che finora era considerato l'esercizio finale e più complicato. Riducendo l'ingombro davanti e dietro alle scarpe, ogni esercizio si semplifica: il maestro può suggerire all'allievo movimenti che richiamano gesti noti, gli stessi che si fanno quando si cammina, si corre, si gira l'angolo di una casa. Eppure, per molto tempo si è pensato che per sciare bene fosse indispensabile eseguire movimenti anti-istintivi, conquistati con fatica e dispendio di tempo. Ma gli sciatori oggi sono milioni, in tutto il mondo; e aumentano sempre. Il tempo a disposizione di ognuno non è molto, e tutti vogliono essere in condizione di divertirsi presto, sorpassando alla svelta il noioso periodo dell'apprendistato; quanto alla fatica, la massa degli sciatori viene dalle città, dagli uffici, dalle fabbriche, dalle scuole, e non si può pretendere che disponga di una vera preparazione fìsica. La prima scuola di sci che ha adottato ufficialmente gli sci corti si trova però in California, non in Austria. Il metodo viene applicato con la denominazione di « Progressive Ski Length », prevede cioè la variazione progressiva della lunghezza degli sci, in un corso normale di insegnamento. E i risultati sembrano sorprendenti. Lo ha confermato anche un esperimento condotto nel novembre scorso, a St. Moritz in Svizzera, da un gruppo di maestri tedeschi insieme ad allievi che non avevano mai messo gli sci. Ad una parte di questi allievi si impartirono lezioni con il metodo tradizionale, e sci di lunghezza normale; con gli altri, venne adottato il sistema « Miniski ». Questi ultimi usarono cioè Le cadute, con II mini-sci, non sono pericolose. I «nuovi» non hanno paura, sono rilassati e Imparano più presto per i primi due giorni sci lunghi 65 cm, poi passarono a quelli di 100 cm; il quinto giorno gli sci diventarono di 130 cm, e vennero usati per la prima volta i bastoncini. Un altro passaggio su sci di 160 cm, e negli ultimi giorni ogni allievo ebbe sci di lunghezza normale, rapportati cioè alla sua statura (da 180 a 205 cm). Mentre dopo dieci giorni gli allievi del primo gruppo sapevano a malapena curvare, quelli del « Miniski » avevano superato il programma di tre corsi normali, si erano divertiti molto più degli altri, avevano imparato a girare fin dal primo giorno ed erano in grado di percorrere una pista con disinvoltura. Il ragazzo incontrato sul Corvatsch era uno di questi, e continuava a perfezionare il sistema per propria soddisfazione. L'esperimento ha destato interesse anche in Italia: alcuni maestri della scuola di sci del Sestriere hanno recentemente comunicato di volerlo ripetere, con la collaborazione di allievi «volontari». L'insegnamento con il metodo degli sci corti, se venisse adottato, permetterebbe agli allievi un sensibile risparmio di denaro: infatti tutta l'attrezzatura necessaria al principiante, cioè la serie degli sci di lunghezza progressiva, dovrebbe essere disponibile presso le scuole di sci o noleggiata da negozi di articoli sportivi. L'acquisto degli sci normali potrebbe quindi essere deciso soltanto dopo un certo numero di lezioni, quindi con conoscenza di causa, e quando si è ben sicuri di aver la vocazione allo sci. M. G. Moneta Marchetti

Luoghi citati: Austria, California, Italia, Sestriere, Svizzera