Riaperto il consolato americano dopo l'attentato con una bomba

Riaperto il consolato americano dopo l'attentato con una bomba ULTI IVI DI CRONACA Riaperto il consolato americano dopo l'attentato con una bomba L'ordigno era confezionato con polvere da mina - Indagini della polizia: interrogate una ventina di persone - Lo sdegno della città espresso in numerose lettere inviate al Console Ieri alle 8,30 gli uffici del consolato americano, devastati sabato sera dall'esplosione di un ordigno, sono stati riaperti al pubblico. I venti impiegati erano al loro posto, 11 console Glvon Parsons, alla sua scrivania. I segni dell'attentato erano evidenti e non scompariranno tanto in fretta: c'è da risistemare porte e muri, rimettere vetri. Gli agenti della polizia scientifica e 1 tecnici della Direzione d'artiglieria cercano ancora tra le macerie qualche frammento che possa dare maggiori indicazioni sulla bomba. Essa — come ha pubblicato ieri « Stampa Sera u — era composta da un chilo di polvere da mina compressa in un cilindro di ottone otturato alle due estremità da cemento. Una miccia collegata ad almeno due detonatori ha provocato l'esplosione. L'ordigno è stato deposto sul pianerottolo davanti alla porta blindata degli uffici consolari alcuni minuti prima dello scoppio. L'attentato dinamitardo contro la sede consolare degli Stati Uniti ha succitato vivo sdegno nella cittadinanza. Questa espressione ricorre in tutti 1 messaggi che il console Glvon Parsons ha ricevuto. Il sindaco prof. Grosso gli ha scritto per esprimere « lo sdegno e la riprovazione dei torinesi per l'inconsulto, inqualificabile gesto, contrario ad ormi principio di civiltà ». Altri messaggi portano la firma del presidente della Provincia, Oberto, del presidente del San Paolo, Jona, del prof. Allara, del presidente della Hegione della Val d'Aosta, del Prefetto di Cuneo, e di decine di altre, personalità. Il console statunitense ci ha dichiarato: « Sono commosso da questa imponente massa di attestazioni dt solidarietà. Giudico l'attenìato di sabato sera un gesto stupido, come le fu quello contro la sede dell'ambasciata sovietica compiuto a Washington ». Ha così conclusa: « Desidero esprimere il mio grazie alla polizìa per il suo attivo e immediato intervento ». Come e noto, l'ingresse della sede consolare è controllato da agenti su una camionetta, ma il palazzo è frequentato da numerose persone e non è stato difficile all'attentatore entrare con l'ordigno sotto il cappotto.

Persone citate: Allara, Glvon Parsons, Oberto

Luoghi citati: Cuneo, San Paolo, Stati Uniti, Val D'aosta, Washington