Negano la rapina alla banca di Orbassano
Negano la rapina alla banca di Orbassano Negano la rapina alla banca di Orbassano Gli imputati sono due cuneesi - il « colpo » contro la Cassa di Risparmio, nel dicembre '65, fruttò 3 milioni Giacomo Valerio De Colombi di 23 anni e Giacomo Vittorio Barrerò, ventenne, i due girovaghi cuneesi accusati dell'assalto alla Cassa di Risparmio di Orbassano, di tentato omicidio e di parecchi furti aggravati, sono comparsi ieri mattina davanti alla Corte d'Assise di Torino. Con loro è processata per ricettazione Liliana Barovero, di 20 anni, residente a Pinerolo. I due principali imputati sono cugini: il primo abita a Caraglio in via S. Rocco 12, il secondo a Mondovì in via Bertini 12. Hanno negato ogni accusa. La Cassa di Risparmio di Orbassano fu rapinata il mattino del 30 dicembre '65. Due banditi, il volto coperto da una sciarpa di lana, fecero irruzione nell'agenzia di viale Margherita. All'interno c'erano il direttore rag. Michele Cornandone, quattro impiegati e cinque clienti. Uno dei malviventi si fermò accanto alla porta e puntando il mitra gridò: « Mani in alto e faccia al muro », l'altro, scavalcato il bancone, appoggiò la pistola alla schiena del cassiere Adriano Marocco e gli intimò di aprire la cassaforte. L'impiegato eseguì l'ordine. Dentro, però, non c'era un soldo, e il bandito si avventò infuriato sul Marocco: « Dimmi dove sono i soldi o ti ammazzo ». Il cassiere indicò un tavolo e il rapinatore prese tutto quello che c'era sopra: 3 milioni e 100 mila lire, poi i due fuggirono. La sera stessa della rapina i carabinieri ebbero ì primi sospetti sui cugini De Colombi e Barrerò. Al termine di una perquisizione in un campo di zingari alla periferia di Orbassano trovarono 700 mila lire in contanti, due pistole, parecchie cartucce. La caccia ai due giovani ebbe così inizio e per poco non si concluse tragicamente un mese dopo. La sera del 5 febbraio, rubata una « 600 » a Poirino, i due si recarono in una sala da ballo di Carmagnola. I carabinieri li attesero e verso le 23, quando uscirono dal locale, gli piombarono addosso. La reazione dei due girovaghi fu immediata. Il Barrerò estrasse una pistola e sparò tutto il caricatore contro il carabiniere Airaudi: una sola pallottola colpì al braccio il milite, ma nonostante la ferita egli riuscì ad afferrare il malvivente e lo immobilizzò. Il De Colombi stava per ripetere la scena del cugino, quando il brigadiere Romanelli lo prevenì, facendogli scattare ai polsi le manette. Dopo V interrogatorio dei due imputati (difesi dall'avvocato Altara e dal prof. Gallo, e dagli avvocati Toselli e Vercellotti di Cuneo) sono cominciate le deposizioni di una trentina dei 42 testimoni citati. Oggi il processo prosegue, s. r. Dall'alto: Romano De Colombi e Giacomo Barrerò Ieri in Assise a Torino
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