Gli attori adolescenti hanno superato la prova di Mario Ciriello

Gli attori adolescenti hanno superato la prova Gli attori adolescenti hanno superato la prova (Dal nostro corrispondente) Londra, 4 marzo. A un anno dalla « prima » mondiale a Londra della Bisbetica domata, Franco Zeffirelli ha oggi presentato al pubblico britannico il suo nuovo film Giulietta e Romeo. E' la sua seconda fatica cinematografica e, come la prima, porta sullo schermo una celebre opera scespiriana. Il film è pregevole ma. come il precedente, non privo di difetti. Al pubblico tuttavia piacerà: vi troverà colore, calore e un'eccellente interpretazione del testo originale. Man¬ ca purtroppo l'audace tocco che avrebbe trasformato il lavoro in una genuina, intensa narrazione cinematografica. Per gli attori, diretti con maestria da Zeffirelli, non vi possono essere che parole di lode. John McEnery è un ottimo, caustico Mercuzio; l'irlandese Milo O'Shea è un dolce padre Lorenzo; Robert Stephens incarna, con vigore, tutta l'autorità del principe di Verona; e Pat Heywuod, la nutrice di Giulietta, domina con la sua travolgente personalità alcune tra le migliori sequenze Il grande esperimento era quello costituito dai due •protagonisti. Zeffirelli voleva due adolescenti e due volti nuovi. La prova e riuscita. Nel dramma scespiriano, Giulietta ha 13 anni; Romeo, tra i 15 e i 16. La Giulietta di Zeffirelli, Olivia Hussey, ne aveva 15 lo scorso anno, quando cominciarono le riprese; Romeo, Léonard Whiting, 17. I due teenagers hanno visi che sembrano creati per la macchina da presa. Quello di Olivia Hussey da seducente giovanetto ma con sfumature ancora da bambina. Quello di Léonard Whiting da pensoso, ma focoso, ragazzo « italiano ». La già controversa scena sul letto nuziale non disturba. Giulietta e Romeo giacciono sul talamo, è l'alba. Romeo è ignudo: ma dì Giulietta si vede soltanto, e fugacemente, un castissimo seno. Né Olivia né Léonard sono grandi attori, ma dove la parte — come nella celebre « scena del balcone » — supera la loro fragile esperienza, Zeffirelli interviene con abili giochi di regìa. La sequenza migliore — appunto perchè la più cinematografica — è la morte di Mercuzio e il duello RomeoTebaldo: l'obiettivo insegue, veloce, le mortali risse tra la polvere delle vie e delle piazze. Troppo spesso, purtroppo, Zeffirelli si lascia prendere la mano dal suo gusto per i costumi ed i co¬ lori. Il dramma perde allora quel realismo che anima invece i brani concepiti con maggior rigore. Mario Ciriello

Luoghi citati: Londra, Verona