La suocera assassina d'Acquarone forse liberata con la tesi della disgrazia

La suocera assassina d'Acquarone forse liberata con la tesi della disgrazia Singolare procedura del magistrati d'Acapulco La suocera assassina d'Acquarone forse liberata con la tesi della disgrazia Un ufficiale, campione di tiro a segno, ha dimostrato che, premendo una sola volta il grilletto della pistola con cui fu ucciso il conte veronese, era possibile sparare a raffica - Stamane però l'esperimento sarà ripetuto Nostro"servizio particolare Acapulco, lunedi mattina. Sofìa Celorlo Bassi, la bella esponente della High Life messicana, in carcere dal 4 gennaio, accusata di aver volontariamente ucciso il genero, conte Cesare D'Acquarone, tornerà quasi certamente in libertà. Forse già oggi, in attesa di decidere in via definitiva, il giudice istruttore di Acapulco potrebbe firmare l'ordine di scarcerazione provvisoria. La signora Bassi deve la «salvezza» al capitano Martin Larranaga, esperto di armi portatili, campione messicano di tiro con la pistola e arbitro della «Unione internazionale di tiro a segno », il quale ha dimostrato come la « Walter » calibro 7,65, con la quale Cesare D'Acquarone fu ucciso sul bordo della piscina della villa del dottor Bassi, può effettivamente sparare « a raffica ». Il capitano Larranaga — allenatore della squadra olimpica messicana di tiro a segno — ha potuto, in altre parole, dimostrare che Sofia Celorio Bassi non ha mentito quando, sia davanti alla polizia sia durante il procedimento istruttorio preliminare, affermò che Cesare D'Acquarone fu colpito accidentalmente. Sabato, in un poligono di tiro di Acapulco, alla presenza del magistrato istruttore, dei difensori dell'imputata, del pubblico ministero e di due esperti di balistica nominati dal Ministero dell'interno, il capitano Martin Larranaga ha sparato tre volte con la pistola « Walter » e per ben due volte, alla unica pressio¬ ne del dito sul grilletto, l'arma ha lasciato partire una volta quattro colpi consecutivi, un'altra tre colpi. Subito dopo, parlando con i giornalisti accorsi per as¬ sistere all'esperimento, l'uf- \ Sciale, considerato uno dei maggiori esperti mondali di pistole semi-automatiche, ha dichiarato tra l'altro: « Ritengo che pur essendo "in buo- ne condizioni " la pistola con la quale Cesare D'Acquarone fu uccìso sìa troppo vecchia e sia stata molto usata. Da ciò è evidentemente derivata una impercettìbile usura del meccanismo di scatto con la conseguenza che, come -poco fa è accaduto, una sola pressione, " indecisa ", può provocare il fuoco a raffica ». La perizia eseguita dal capitano Larranaga capovolge la situazione a tutto favore della signora Bassi la quale ha sempre affermato: « Quando presi dalle mani di mio genero la pistola schiacciai inavvertitamente il grilletto e sentii l'arma-che si scuoteva nel mìo pugno. Non so quanti colpi essa abbia sparato so solo che furono due o più ». Stamane il capitano larranaga ripeterà resperimento ed il giudice istruttore ha già lasciato chiaramente intendere che, ove si verifichi ancora il fenomeno del tiro «a raffica », egli esaminerà « con pronta attenzione » una eventuale domanda di concessione della libertà provvisoria per Sofia Celorio Bassi. Negli ambienti forensi di Acapulco si sottolinea che peraltro la notissima signora Bassi potrà essere processata per omicidio colposo. Resta da vedere se i familiari dell'industriale ucciso accetteranno la tesi della colpa in luogo di quella del dolo. Si fa infatti osservare che Sofia Celorio Bassi potrebbe aver davvero voluto uccidere il genero, con uno o più colpi e che il suo proposito potrebbe essere stato agevolato dal cattivo funzionamento dell'arma. (Ansa-Afp) Sofia Celorlo Bassi durante la ricostruzione della «disgrazia» eseguita tempo fa: nella destra tiene l'arma con cui uccise

Persone citate: Acquarone, Cesare D'acquarone, Larranaga, Martin Larranaga

Luoghi citati: Sofia