Oggi sfilano ad Acqui i primi testi al processo per la « Sutto e Gaino »
Oggi sfilano ad Acqui i primi testi al processo per la « Sutto e Gaino » li clamoroso dissesto della piccola banca Oggi sfilano ad Acqui i primi testi al processo per la « Sutto e Gaino » I testimoni citati sono 158 ma parecchi non si presenteranno - I tre imputati negano di aver sottratto denaro al fallimento del loro istituto di credito: « Siamo stati onesti e scrupolosi sino alla fine» - Il dibattito si concluderà nella prossima settimana (Dal nostro inviato speciale) Acqui Terme, 27 febbraio. Il processo per il dissesto della banca « Sutto e Gaino » riprende domani, dopo un giorno di interruzione, con l'interrogatorio dei testimoni. In teoria, dovrebbero essere 158: ma molti non verranno, la difesa e l'accusa hanno rinunciato ad ascoltarli e, secondo il programma tracciato dal presidente dott. Parigi, una giornata dovrebbe bastare ad esaurire questo capitolo del dibattimento. Dopodomani saranno ascoltati i periti contabili che hanno analizzato i bilanci e i registri della banca, poi parlerà il pubblico ministero. Da venerdì, la parola sarà alla difesa: gli avvocati sono sei, avranno a disposizione quattro giorni. Il processo sarà sospeso da lunedì a mercoledì della prossima settimana, riprenderà giovedì e si concluderà, probabilmente, venerdì. La posizione degli imputati si sta precisando, per quanto è pcssibile, nei confronti di un'accusa che non è definita con molta chiarezza. Proprio a causa di questa oscurità l'avv. Gabri, all'inizio del dibattimento, aveva chiesto che il Tribunale dichiarasse la nullità del decreto di citazione: « L'accusa di bancarotta fraudolenta è formulata genericamente, senza contestazioni precise: non è possibile alla difesa controbattere queste imputazioni vaghe ». Ma i giudici hanno respinto l'istanza. Gli accusati ammettono uno solo dei capi di imputazione: « E' vero, abbiamo falsificato i bilanci che avevamo l'obbligo di inviare periodicamente alla Banca d'Italia. Lo abbiamo fatto per evitare di versare la garanzia prescritta, pari a un decimo dei depositi ricevuti dalla banca. Lo abbiamo fatto perché avevamo bisogno di tutto il liquido per le nostre operazioni ». Respingono però le accuse di bancarotta fraudolenta e di aver sottratto denaro al fallimento: « Non ci è rimasto un soldo — dice l'ing. Tommaso Gaino —: durante i quattro anni che ho passato in Svizzera per sottrarmi all'arresto ho dovuto lavorate per guadagnarmi il pane ». Sui sistemi della banca, il presidente ha insistito a lungo. Ha ricordato la concessione di libretti di risparmio a un armatore, che li ottenne versando non denaro, ma cambiali. « Non c'è stato nessun danno per i creditori — sostengono gli imputati —; al momento del crollo, l'armatore ha restituito i libretti e si è ripreso le sue cambiali ». Si è parlato a lungo anche di una somma di 75 milioni, prelevata in conto profitti: « Quei soldi — dicono gli accusati — non sono usciti dal- la banca. Sono passati semplicemente dal nostro conto privato a un altro conto ». « Siamo stati onesti e scrupolosi fino alla fine — dice l'ing. Tommaso Gaino — al punto che, quando è cominciato il crollo, abbiamo iscritto gli interessi che dovevamo sui conti correnti e sui libretti di risparmio, ma non quelli che erano dovuti alla banca nei conti passivi ». Anche per quanto riguarda un'altra accusa, quella di aver concluso affari in nome proprio con il denaro della banca, l'ing. Gaino ha protestato la sua buona fede: « L'ho fatto per motivi psicologici: il nome dell'istituto non doveva figurare in speculazioni commerciali che potevano essere considerate rischiose ». « La " Sutto e Gaino " — concludono gli imputati — ha potuto pagare il 65 per cento dei suoi debiti con i suoi beni, benché siano stati venduti affrettatamente, al di sotto del loro valore reale. Al 65 per cento, avremmo potuto chiedere il concordato e ottenerlo. Così avremmo evitato anche il procedimento penale. Se non lo abbiamo fatto, è stato per la speranza che, alla fine, si potesse pagare al cento per cento, senza aiuti da parte di nessuno ». g. m. m Alberto Gaino, uno dei titolari della banca di Acqui
Persone citate: Alberto Gaino, Gabri, Gaino, Sutto, Tommaso Gaino
Luoghi citati: Acqui, Acqui Terme, Parigi, Svizzera
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