Scontro russo - romeno a Budapest per la conferenza comunista mondiale di Massimo Conti
Scontro russo - romeno a Budapest per la conferenza comunista mondiale Scontro russo - romeno a Budapest per la conferenza comunista mondiale Suslov propone che il convegno si svolga in novembre a Mosca - I romeni (spalleggiati da altri partiti) pongono dure condizioni: 1) che non si discuta la condanna della Cina; 2) che Pechino sia invitata Bucarest accusa l'Urss di voler creare un «centro di potere» - Severo colpo al prestigio del Cremlino (Dal nostro inviato speciale) Budapest, 27 febbraio. Michail Suslov, il capo della delegazione russa a Budapest, ha chiesto oggi la convocazione d'una conferenza mondiale dei partiti comunisti col fine di ristabilire l'unità politica fra gli alleati. La conferenza dovrebbe svolgersi nel novembre prossimo a Mosca. La proposta di Suslov è stata accolta negativamente dai romeni sostenuti da un consistente gruppo di partiti comunisti. E' questa la prima volta che il piano per una conferenza mondiale, abbozzato da Kruscev nel 1960, viene formalmente rifiutato in un convegno di « partiti fratelli ». Il capo della delegazione romena Niculescu non ha escluso, in linea di principio, la possibilità di una conferenza mondù.le: ma vi ha posto una serie di condizioni che sono in aperto contrasto con le premesse e le finalità stabilite da Mosca, e che quindi svuoterebbero l'incontro d'ogni pratico contenuto. I russi sostengono che nessun partito è in grado, da solo, di trovare punti di | orientamento del tutto sicuri nella complessa situazione del mondo: c che si rendono necessarie pertanto delle comuni analisi seguite da comuni conclusioni. E' la tesi d'una « strategia » globale da opporre ai nemici del campo socialista: gli « imperialisti », ma anche (nei riposti intenti di Mosca) i cinesi. Oltre a ciò i russi affermano che il corso della politica mondiale, di cui l'Unione Sovietica è principale protagonista, condiziona in differente misura l'azione di tutti i movimenti comunisti. E tornano così ad affermare, seppure in forma più sfumata, la funzione del « partito guida ». A queste esigenze dei sovietici, i capi romeni oppongono il diritto d'ogni partito alla più assoluta indipendenza e libertà di manovra. Su questo « diritto inalienabile » ha insìstito il delegato Niculescu sulla traccia d'un copioso articolo apparso stamattina su Scintela, organo del partito comunista romeno. Interpretando con particolare vigore le perplessità degli altri partiti contrari, i romeni hanno chiarito che una conferenza mondiale è del tutto possibile: a condizione però die « si escludano subito dal dibattito le materie controverse » (per esempio il dissidio russo cinese); che « non si costituiscano centri di potere », come un tempo il Cominform; che la conferenza « sia un foro di libera discussione senza impegni per alcuno, senza firme di documenti o direttive ». A questo libero commercio di idee e di esperienze « devono essere ammessi tutti i partiti senza eccezioni e senza distinzioni », compresi quindi i cinesi. Qui i romeni hanno accusato la Russia di aver fatta largo uso di « discriminazioni » già durante la fase preparatoria del convegno di Budapest. Da queste « discriminazioni » che verrebbero certamente accentuate in futuro fino a degenerare in condanne dell'uno o dell'altro movimento, sono stati oggetto gli jugoslavi, che non sono stati invitati, nonché i rappresentanti di altri partiti. Mosca, in pratica, ha escluso in partenza dal convegno di Budapest alcuni partiti comunisti di dubbia tendenza. Il caso si è ripetuto in particolar modo in quei paesi con due o più partiti comunisti. L'accusa romena sì spinge al punto di sostenere che « si sono già manifestate tendenze ad imporre, in questa fase preparatoria, punti di vista unilaterali ». E' chiaro che date queste premesse i romeni diffidino d'una conferenza mondiale e, in particolare, d'un raggruppamento di consensi intorno a Mosca, sia pure su un tema apparentemente poco impegnativo quale è appunto la « lotta all'imperialismo ». Lo scontro russo romeno ha acceso vivaci dispute fra i delegati dei 65 Paesi rinchiusi da due giorni negl'hotel Gellert prescelto per l'incontro. « L'atmosfera si è surriscaldata nelle ultime ore », ha confermato stasera un testimone della giornata. Massimo Conti
Persone citate: Kruscev, Michail Suslov, Niculescu
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