Ingmar Bergman: «In ogni film racconto la storia di uno sconosciuto, me stesso»
Ingmar Bergman: «In ogni film racconto la storia di uno sconosciuto, me stesso» Ingmar Bergman: «In ogni film racconto la storia di uno sconosciuto, me stesso» Ha terminato le sue vacanze italiane con la bella attrice norvegese Liv Ullman che far del cinema: «No, no», | ha risposto arrossendo. « Da \ quando lavoro con Bergman ho cambiato idea ». E' stata l'unica volta che ha aperto bocca. Lui, invece, seduto su un bracciolo accanto a lei con aria protettiva, parlava rapi do e sicuro di sé e dei suoi sua quarta mo- j film. Ha quarantanove anni stata la prima i ma non li dimostra: disteso, nell'albergo dove si nasconde con rvegese Liv Ull quale ha abban sua quarta mo- stata la prima (Nostro servizio particolare) Roma. 26 febbraio. Fresco, riposato, elegante in un abito verde marcio, il regista Ingmar Bergman ha tenuto stasera una conferenza stampa nell'albergo dove da un mese si nasconde con l'attrice norvegese Liv Ullman (per la quale ha abbandonato la glie). « E' vacanza della mia vita », ha detto ai giornalisti, per giustificarsi di non averli ancora incontrati, « ed è anche la prima volta che vengo a Roma ». Liv Ullman, vestita di rosso acceso e con le scarpette bianche, lo guardava con oc chi innamorati. E' molto più bella che nel film presentato stamane alla stampa in anteprima, quello che ha suscitato tante polemiche e che si intitola L'ora del lupo. NpI film in bianco e nero non ci sono i bei colori della sua carnagione accesa, degli occhi chiari ed infantili e dei lunghi capelli biondo-rosa. I giornalisti le hanno chiesto se sia sempre dell'opinione, espressa tempo fa in Svezia, che far del teatro è meglio roseo, disinvolto è il prototipo del « succesful man » europeo, l'artista colto e geniale, che non disdegna la ricchezza e il plauso. Gli han no chiesto: — Che cosa ha fatto durante questa sua vacanza a Roma? Ha preso appunti per futuri film? « Liv ed ' io pensavamo di girare mezza Italia. Ma non basta un mese per vedere Roma. Una settimana se n'e andata solo per i musei del Vaticano. E già progettiamo di ritornare presto. In Piazza San Pietro, ho assistito ad una scena che mi ha colpito: c'era una coppia che litigava, lui aveva il volto segnato dai graffi. Poi è apparso il Papa, i due si sono inginocchiati e lacrime scendevano sul volto di lei. Io non prendo mai appunti, ma ricevo ed accumulo emozioni. Ecco, quella scena so che non la dimenticherò. In qualche modo un giorno la restituirò, senza premeditazione, in un mio film. Tutti i miei film sono nati così. Sogni, emozioni, tensioni che si scaricano in un'opera creativa. Ma tutte le opere d'arte non nascono così? ». Impossibile tuttavia strappargli commenti e spiegazioni sui film già fatti, nemmeno sui più ermetici: « Io non mi pongo problemi né prima né dopo la creazione di un nuovo film. Ogni volta che comincio è come se incontrassi una persona sconosciuta. Man mano che la conoscenza si approfondisce, scorgo i suoi problemi e lì annoto. Se poi li commentassi, rìschiereì di diminuire la tensione del pubblico che deve giudicare ». Non lo dice, ma si capisce che questa persona sconosciuta che incontra in ogni suo film è lui stesso. Infatti, poco dopo afferma: « I miei film sono sempre dichiarazioni personali. Io sono in tutti i personaggi: nel protagonista, nell'attrice ed anche, come nell'Ora del lupo, nei demoni che li perseguitano ». L'unica cosa che gli importa facendo un film — ha aggiunto — è di destare delle reazioni, buone o cattive che siano. C'è riuscito. |. b. regista Ingmar Bergman accanto all'attrice Liv Ullman durante la conferenza stampa (Telefoto A.P.) Il regista svedese intervistati* iei'i a Hotna
Persone citate: Bergman, Fresco, Ingmar Bergman, Liv Ullman
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