Tre anni ad un padre the maltrattò la famiglia per poter seguire Vomita
Tre anni ad un padre the maltrattò la famiglia per poter seguire Vomita Tre anni ad un padre the maltrattò la famiglia per poter seguire Vomita Ritenuto responsabile anche di favoreggiamento della prostituzione - L'uomo picchiò la giovane moglie ed il figlio dodicenne - Inflitti all'amante cinque mesi per lesioni - Il processo al Tribunale di Alba (Dal nostro c i rispondente) Alba, 23 febbraio. Con la condanna a tre anni, di reclusione e 140 mila lire di multa si è concluso stasei'a in Tribunale, il processo a carico del trentaquattrenne Giuseppe Cannatella. residente ad Alba in via Paruzza 6. L'uomo, che è comparso al banco degli imputati insieme con la sua amica, Nicolina Aschettino, di 25 anni, era accusato di adulterio, lesioni volontarie pluriaggravate, mal- trattamenti, abbandono del tetto coniugale, favoreggia mento e sfruttamento della prostituzione. La donna doveva rispondere di concorso in adulterio, lesioni e percosse nei confronti della moglie del Cannatella, Giuseppina Pecoraro, di 26 anni, e del figlio dodicenne. La vicenda che ha condotto i due davanti ai giudici ebbe inizio il 10 agosto del '67. Quel giorno tra il Cannatella e la moglie scoppiò una violenta lite, a causa della relazione illecita che l'uo- mo da qualche tempo aveva allacciato con la Aschettino, loro vicina di casa. Giuseppi na Pecoraro riportò alcune ferite e dovette essere ricoverata in ospedale. Quando la donna tornò a casa, scoprì che il marito aveva lasciato l'abitazione per recarsi a Torino in compagnia della Aschettino, abbandonando i figli, di 12, 7 e 5 anni. La Pecoraro presentò una denuncia. L'uomo venne rintracciato dai carabinieri alcuni giorni dopo e ritornò ad Alba. I rapporti fra i coniugi si fecero però ancora più tesi e i litigi sempre più frequenti, anche perché nel frattempo il Cannatella e la Aschettino avevano intrapreso una squallida attività: l'uomo, infatti, aveva preso ad accompagnare l'amica a Bra, Asti e in altre località, a procacciarsi convegni galanti. Uria sera Giuseppe Cannatella ebbe un diverbio con una pattuglia di vigili a Bra, mentre cercava di difendere la Aschettino da alcune prostitute. In seguito a questo episodio le indagini si intensificavano e il 15 dicembre scorso il procuratore della Repubblica di Alba spiccava mandato di cattura nei confronti dell'uomo e della Aschettino, che venivano arrestati. Durante il processo, oltre a quelle di parecchi testimoni, si sono avute le deposizioni della moglie dell'imputato. Giuseppina Pecoraro ha detto tra l'altro di essersi dovuta sobbarcare tutta la responsabilità dei figli, cercando dì procurar loro il necessario, con molte difficoltà. E' stato sentito anche il figlio dodicenne: il padre e la sua amica, sorpresi in atteggiamento intimo, lo avevano percosso per indurlo a tacere sul fatto. Il P.M. dott. Ferrerò ha chiesto che l'uomo venisse condannato ad una pena complessiva di sette anni e quattro mesi di reclusione, due anni di casa di lavoro, 400 mila lire di multa, interdizione perpetua dai pubblici uffici e privazione della patria potestà. Per la Aschettino ha proposto cinque mesi per il reato di lesioni. La sentenza è stata emessa nel tardo pomeriggio. Il Cannatella, ritenuto responsabile di favoreggiamento, oltraggio lesioni e maltrattamenti, è stato condannato a tre anni di reclusione, 140 mila lire di multa e all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Alla Aschettino sono stati inflitti cinque mesi per lesioni. g. f. In aula ad Alba: l'imputato Giuseppe Cannatella, la moglie Giuseppina Pecoraro e l'amica Nicolina Aschettino
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