Il Mec dice agli Stati Uniti "Non chiedeteci troppo,, di Sandro Doglio

Il Mec dice agli Stati Uniti "Non chiedeteci troppo,, Incontro su toni vivaci ieri a Bruxelles Il Mec dice agli Stati Uniti "Non chiedeteci troppo,, La Comunità subisce già le più pesanti conseguenze della svalutazione della sterlina; anche le restrizioni sugli investimenti e sul turismo degli americani ricadrebbero in gran parte sull'economia dei « Sei » - Washington invitata a non imporre tasse sulle importazioni, per non provocare contromisure (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 22 febbraio. Rappresentanti del governo americano e rappresentanti del Mercato comune si sono incontrati oggi a Bruxelles per « consultarsi » — è la definizione ufficiale della riunione — a proposito delle misure di austerità annunciate da Johnson per - raddrizzare la bilancia dei pagamenti americana. In realtà le autorità comunitarie hanno cercato di convincere l'ambasciatore statunitense Trezise sull'inopportunità di prendere decisioni che, a conti fatti, farebbero pagare in gran parte all'Europa del Mec il riassetto dell'economia di oltre Atlantico. Il rappresentante americano, dal canto suo, si è limitato a esporre i ben noti motivi della politica di austerità e ha detto che Washington terrà conto degli interessi europei e della buona volontà mostrata dai dirigenti del Mercato comune. La riunione si è chiusa senza comunicati, senza dichiarazioni, ma tra gli europei che hanno partecipato al « consulto » trapela un certo pessimismo. C'è chi ritiene inevitabile l'adozione da parte del Congresso americano di una tassa del 2 per cento sulle importazioni negli Stati Uniti, tassa che danneggerebbe in modo rilevante il commercio del Mec e che, unita alla drastica restrizione prevista per gli investimenti americani in Europa e alle conseguenze della limitazione del turismo, rappresenterebbe un pesante carico per gli Stati del Mer cato comune. Il responsabile degli Affari economici e finanziari della Comunità — il commissario francese Deniau, che presiedeva la delegazione del Mec — ha detto oggi all'ambasciatore Trezise che colpire le importazioni in America significa alterare-il faticoso equilibrio realizzato con il « Kennedy round »: ne potrebbero derivare reazioni a catena, ha aggiunto Deniau, rivelando che la Gran Bretagna avrebbe già pronto un piano^ di contromisure. Se tutti i Paesi ri correranno a queste contromisure, i benefici per l'America sarebbero nulli, l'unica vittima sarebbe il commercio internazionale. Secondo il Mec, per eliml nare o ridurre il deficit della bilancia americana dei pagamenti si deve ricorrere a misure economiche di carattere Interno, e in primo luogo — per gli Stati Uniti — a un aumento della fiscalità. La situazione congiunturale dei sei Paesi del Mercato comune, del resto, è tale da aiutare gli sforzi americani: l'economia della Comunità è in fase di espansione, aumentano i consumi, aumenteranno le importazioni, e dunque gli acquisti di prodotti americani. La ripresa tedesca, ha af fermato il commissario De niau, è persino superiore alle già ottimistiche previsioni, e ciò contribuirà ili modo no tevole a ridurre, a vantaggio degli Stati Uniti, l'attivo della bilancia commerciale di Bonn. . In certi momenti, a quanto si apprende, l'intervento delle autorità comunitarie ha assunto toni piuttosto duri: il Mercato comune, è stato detto all'ambasciatore americano, già paga i due terzi delle conseguenze negative totali i della svalutazione della sterlina, e nella stessa misura — se non di più — l'Europa del Sei pagherà le perdite del turismo per la riduzione dei viaggi e dei soggiorni all'estero dei cittadini statunitensi. « Non bisogna chiedere troppo alla Comunità ». . L'ambasciatore Trezise, che nei giorni scorsi ha incontrato responsabili di governo in altre capitali europee, è partito stasera stessa per Parigi, dove domani avrà un colloquio con alti esponenti del governo francese. Ritornerà la settimana prossima a Washington, per fare una relazione a Johnson, Sandro Doglio

Persone citate: Johnson, Kennedy