In Giordania si teme un complotto contro il re

In Giordania si teme un complotto contro il re r estremisti arabi non disarmano In Giordania si teme un complotto contro il re Hussein ha ordinato all'esercito di "neutralizzare" i terroristi palestinesi Costoro rifiutano di consegnare le armi - Lo stesso governo è diviso - L'esercito giordano è bene armato e fedele al sovrano - Ma come si comporteranno (se scoppia la guerra civile) le truppe irakene presenti nel paese? (Nostro servizio particolare) Beirut, 22 febbraio. Fosche nubi si addensano sulla Giordania. Il terrorismo arabo in Israele (che provoca severe rappresaglie) sembra avere diviso il paese. Re Hussein appare in contrasto con il suo primo ministro, Talhouni, che si oppone a qualsiasi compromesso con Gerusalemme; gli stessi membri del governo sono schierati su posizioni diverse. L'altro giorno, al termine di una riunione a porte chiuse del Parlamento, Tr.lhouni ha dichiarato che « si era discusso della situazione interna e delle misure adottate dal governo per far fronte alla aggressione israeliana ». Poco dopo si apprendeva che il gabinetto aveva deciso di organizzare una « resistenza popolare » e di costruire rifugi per proteggere la popolazione civile dai bombardamenti di Israele. La situazione rimane tuttavia tesa. Hussein mantiene uno strano silenzio dopo che Talhouni ha sconfessato pubblicamente il ministro degli Interni: quest'ultimo aveva ripreso una dichiarazione del sovrano che denunciava i rischi del terrorismo. Lontani dall'Egitto e dalla Siria, i terroristi palestinesi in Transgiordania rischiano l'isolamento. Temono che il governo di Amman vieti loro con la forza ogni attività; i commandos attestati lungo il confine siriano hanno l'ordine di resistere ad un eventuale tentativo dell'esercito giordano di disarmarli e di smantellare i loro accampamenti. Nelle città e nei villaggi invasi dai palestinesi si respira aria di rivoluzione. Si rimprovera a re Hussein di avere condannato apertamente l'attività dei' commandos proprio nel momento in cui l'artiglieria e l'aviazione di Israele colpivano i campi dei rifugiati sul Giordano. In realtà, Hussein ha tentato con spirito realistico di reagire ad una fiammata di nazionalismo palestinese che minacciava il suo trono. Da tempo le organizzazioni terroristiche hanno perduto ogni contatto pratico con i governi del Cairo e di Damasco, e si sono attestate nella Transgiordania. Qui i commandos approfittavano della complicità del governo di Amman, che li appoggiava nelle incursioni in territorio occupato. Ma dopo le ultime rappresaglie israeliane, Hussein fu costretto a dare un colpo di freno agli aiuti ed a chiedere ai capi militari di neutralizzare le cinque organizzazioni terroristiche dei feddayin che agiscono in Giordania, compresi la El Fath ed il «Fronte popolare » di obbedienza nazionalistica araba. Presto il sovrano si accorse che una parte del governo, e soprattutto Talhouni (che aveva giocato la carta nasseriana per battere il suo tradizionale concorrente alla presidenza del Consiglio, Wasfl Tali, ritenuto «isolazionista» nel concerto arabo), era rimasta solidale con i commandos dei terroristi e si opponeva ad ogni misura diretta a stroncarli. Si era creduto che questo atteggiamento di una parte del ministero fosse suggerito dal re, per attenuare gli effetti del suo discorso ostile ai feddayin. L'ipotesi non annulla la possibilità di un tentativo dei palestinesi per rovesciare la monarchia ed instaurare la repubblica. Non pare che gli avversari del trono possano sconfiggere un esercito disciplinato e fedele alla persona di re Hussein. Ma non si sa come si comporterebbero, in caso di complotto, le unità irakene trincerate nel fronte settentrionale e che potrebbero far da arbitri nel conflitto. Si teme infine che una prova di forza opporrebbe i beduini alla popolazione di ceppo palestinese. Martedì scorso, quando la crisi politica ad Amman parve risolta, soprattutto in seguito alle « spiegazioni » tra re Hussein ed alcuni dei suoi ministri, El Fath prendeva posizione contro il sovrano. Un comunicato della organizzazione (datato Da- masco ma stampato a Beirut) annunciava che El Fath non consentirà ad alcun regime di metter -fine ai suoi attacchi contro Israele. Il documento rivela infine che i leaders della organizzazione arrestati di recente in Giordania hanno iniziato uno sciopero della fame e che non lo sospenderanno fin quando saranno tenuti in carcere. Edouard Saab

Persone citate: Edouard Saab, Re Hussein