Uccise il figlio che piangeva battendogli il capo sul divano
Uccise il figlio che piangeva battendogli il capo sul divano Oggi in Assise a Genova un padre di 25 anni Uccise il figlio che piangeva battendogli il capo sul divano L'uomo deve rispondere di omicidio preterintenzionale - Il piccolo aveva sei mesi (Dal nostro corrispondente) Genova, 19 febbraio. Salvatore Nicastro il materassaio venticinquenne che, per far tacere il proprio figlio di sei mesi, che piangeva, gli fece battere la testa contro la spalliera di un divano uccidendolo, compare domani dinanzi alla Corte d'Assise per rispondere di omicidio preterintenzionale. L'episodio avvenne la sera del 19 novembre 1965, ma fu scoperto solo quattro mesi dopo, il 21 febbraio del '66. I carabinieri, infatti, avevano notato qualcosa di poco chiaro nella spiegazione dell'incidente: (fu detto che il bimbo era caduto dal divano mentre la madre faceva i lavori domestici) e interrogarono la madre, Rosa De Marco, allora ventunenne, nata a Polistena (Reggio Calabria). « E' vero, Giovannino non è morto per una disgrazia — ammise la donna piangendo — l'ha ucciso mio marito ». Salvatore Nicastro dovrà anche rispondere di maltrattamenti nei confronti della moglie. Il materassaio e Rosa De Marco si sposarono grazie ai buoni uffici di un sensale di matrimoni. Il sensale aveva mostrato a Nicastro una fotografia della ragazza dicendogli: « E' la donna che fa per te ». Un lungo viaggio in Calabria, due ore di colloquio con i genitori della giovane. Cinque giorni dopo le nozze la moglie seguì il materassaio a Genova e dopo alcuni giorni ci fu un primo litigio e l'amara dichiarazione del Nicastro: « Non siamo fatti l'uno per l'altra ». La - situazione peggiorò con la nascita di Giovannino. Nicastro accusava la moglie di aver voluto il bimbo per tenerlo maggiormente legato a sé e le liti divennero sempre più frequenti. La sera del 19 novembre 1965, durante un ennesimo diverbio, avvenne la tragedia: « Mentre litigavamo — ha raccontato Rosa De Marco ai carabinieri — Giovannino si mise a piangere. Mio marito allora gli diede uno schiaffo per farlo tacere, ma il bambino continuò. Allora Salvatore lo prese e gli fece battere il capo contro la spalliera del divano ». La donna vide il figlioletto impallidire e tacere: si avventò sul marito gridandogli « assassino », quindi, accompagnata dalla cognata, portò il bimbo all'ospedale Gaslini, dove il piccolo morì dodici ore dopo. Minacciata dal Nicastro, disse: « Il bambino è caduto dal divano mentre facevo i lavori domestici » e fu creduta. Poi cominciarono i sospetti e alla fine la donna raccontò la verità. Al processo si è costituita parte civile. f. d. f
Persone citate: De Marco, Nicastro, Rosa De Marco, Salvatore Nicastro
Luoghi citati: Calabria, Genova, Polistena, Reggio Calabria
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