Un pittore profugo cerca una soffitta per lavorare di Giorgio Lunt

Un pittore profugo cerca una soffitta per lavorare Un pittore profugo cerca una soffitta per lavorare Siamo andati a portargli un aiuto nel «centro» delle Vallette - Ha perso tutto a Castelvetrano Dal « Centro sociale delle Vallette » — che a Torino ospita parecchie famiglie di profughi dalla Sicilia — è giunto a « Specchio dei tempi » il disperato appello di un giovane pittore, il trentenne Antonio Cannata. Risiedeva a Castelvetrano con la moglie Francesca Bonura, di 22 anni, e i due figli: Angelo di 3 anni e Giovanni, di 9 mesi. Slamo andati a trovarlo, per consegnargli un aiuto di 50 mila lire e per farci raccontare le disavventure che dallo sperduto centro del Trapanese lo hanno costretto a rifugiarsi a Torino. Esile, sparuto, lo sguardo che sembra divorato dalla passione per la pittura, Antonio Cannata vuole innanzitutto dimostrarci che l'arte per lui è una cosa seria, l'unica ragione della sua esistenza. Apre una valigia che racchiude i pochi indumenti salvati al momento della fuga, srotola una tela e la fissa alla parete del dormitorio con due puntine da disegno. E' la sua ultima opera, abbozzata nel « Centro di raccolta »: un Don Chisciotte surrealista. Antonio Cannata è figlio di un ciabattino di Castelvetrano. Ha frequentato le scuole medie, della fanciullezza conserva un ricordo amaro: povertà, rinunce, orizzonte grigio. Per guadagnare qualcosa si era messo a lavorare da imbianchino. Ma fin da ragazzo era attratto dalla pit¬ tura, sfogava con i pennelli la malinconia. Prendevano forma, cosi, i primi disegni accurati, precisi, allucinanti o grotteschi. « Vivo in un mondo che non ha alcun rapporto con la realtà quotidiana — spiega —. Un mondò di sogno, diciamo pure di pessimismo. Ma è l'unico che "vedo" e "sento", non saprei esternarlo diversamen te. Castelvetrano non è una città adatta per un pittore. Lontana dagli ambienti artistici, chiusa alle fantasie. Tuttavia era la mia oasi. Ave vo uno studio, il terremoto l'ha distrutto insieme con una ventina di quadri e coti una scultura che contavo di esporre in primavera a Torino. In questa città, nel '65. una mia "personale" aveva attirato l'attenzione dei critici e del pubblico Ho anche partecipato a rassegne collettive di una certa impor tanza, lo confermano questi ritagli di quotidiani e riviste specializzate ». Perduto lo studio, inabita bile la casa, Antonio Cannata e la famiglia hanno vissuto dieci giorni all'addiaccio, in aperta campagna. Il secondogenito s'è ammalato di broncopolmonite, sta rimettendosi appena adesso. Poi l'esodo verso Torino, con pochi tubetti di colori, due o tre pennelli, un lembo di tela su cui si è arenato il Don Chisciotte. « E' triste — conclude lo sfortunato pittore — vivere di carità, sentire dentro tanta voglia di dipingere e /io/! poterlo fare. L'unica speranza è trovare una soffitta in cui riprendere la mia attività. Potrei pagare l'affit .to con qualche quadro, in at-1tesa che la situazione migliori. Non mi fa paura la miseria: siamo cresciuti insieme, la conosco fin troppo be ne. Quello che mi spaventa è non poter tradurre sulla tela le mie ansie, la visione di un mondo tormentato e talvolta crudele a. Noi siamo profani nel campo della pittura, ma la sua passione e la sua abilità — tanto più sorprendente, trattandosi di un autodidatta — sono senz'altro sincere. Gli abbiamo espresso, insieme con la modesta solidarietà materiale, l'augurio che il mil'aggio di una soffitta non lardi a realizzarsi. A « Specchio dei tempi » si è rivolto anche il quarantaduenne Mauro Misuraca, profugo da Cinisi con la moglie e i tre figli. « Abbiamo perduto ogni cosa, perfino gli abiti che indossiamo ce lì hanno prestati ». I Misuraca sono ospiti di parenti, in via Boston 8. Dormono sul pavimento, sulle coperte, ma non si lamentano. « Prima, nella tendopoli, eravamo esposti al freddo e alla pioggia: adesso abbiamo un tetto e un po' di calore ». Anche alla famiglia Misuraca « Specchio dei tempi » ha portato un aiuto di 50 mila lire. Giorgio Lunt

Persone citate: Antonio Cannata, Don Chisciotte, Francesca Bonura, Mauro Misuraca, Misuraca

Luoghi citati: Castelvetrano, Cinisi, Sicilia, Torino