L'azzurra ha ottenuto il titolo senza disputare l'ultima gara

L'azzurra ha ottenuto il titolo senza disputare l'ultima gara L'azzurra ha ottenuto il titolo senza disputare l'ultima gara La pista di Villard-de-Lans era impraticabile - La giuria, dopo molte discussioni, ha deciso di considerare chiuse le prove di slittino - Erica Lechner, che si trovava al comando della' classifica, è diventata automaticamente olimpionica. /Dal nostro inviato speciale) Villard-de-Lans, 15 febbraio.Oggi, per l'Italia, terza medaglia d'oro. Dopo Franco Nones, superbo trionfatore nella « 30 chilometri » di fondo, dopo Eugenio Monti, vincitore del bob a due, è venuto il turno di Erica Lechner, la ventenne bambinaia di Maranza che, nello slittino, ci ha offerto un successonel quale, alla vigilia, benpochi credevano. Lo slittino, da noi, è spe-cialità quasi sconosciutapraticata soltanto nell'AltoAdige ed in alcune vallatedel Trentino. Le donne cheregolarmente inquadrate nella federazione, praticano questo sport su piste artificiali sono cinque soltanto; gli uomini, tra seniores e juniores, sono un centinaio, forse meno ancora. Eppure, proprio lo slittino ci ha già garantito una medaglia di bronzo ad Innsbruck, nel '64, ed un terzo posto nei recenti « mondiali », sempre grazie al « doppio » maschile; e adesso, a Villard-de-Lans, la Lechner ha addirittura conquistato il titolo al termine di una rocambolesca vicenda, che, in una singolare altalena di emozioni, si è trascinata per giorni e giorni. Prima il brivido per il drammatico incidente toccato alla Pabst, poi il nervosismo por la lunga serie di rinvìi, poi ancora il « giallo » e le brusche polemiche suscitate dalla squalifica dellerappresentanti della Germa-nia Est, ed infine la conclu-sione di stamane. Si è cominciato con l'incidente alla Pabst. L'azzurra èvolata fuori pista, si è ferita in modo grave, il corpo martoriato dalle fratture, il voi-to tumefatto dalla violenza dell'urto. La Pabst e la Lechner sono amiche, nate edabitanti nello stesso paesee si è temuto che la disgrazia dell'una incidesse sul morale dell'altra, ma la Lechner, piccola, magra, minuta1,61 di altezza e 57 chili dipeso, racchiude in sé la forza di carattere della gente di montagna. Dopo due « manches » era al terzo posto, a sette cen-tesimi di secondo dalla te-desca orientale Enderlein, la rivale che comandava la classiflca, e con un solo centeSimo di secondo di ritardodalla seconda in graduatoria, la Mueller, altra tedesca dell'Est. La Lechner ha tenuto duro, decisa a battersi sino all'ultimo per il trionfo E' capitato il « giallo » deipattini abusivamente scaldati dalle rappresentanti della Germania Est. Battisti, il nostro dirigente, giovane ed accorto, ha avvertito qualcosa di irregolare. Ha svolto caute indagini, da persona intelligente. Alla partenza della terza prova, Battisti è in-tervenuto. Ha fatto si cheil vicepresidente della giuriaconstatasse lo strappo alleleggi che disciplinano l'atti-vita, ha provveduto perchéalcuni fotografi riprendesse-ro la scena delle tedesche obbligate a raffreddare nellaneve i pattini scaldati Lasqualifica è stata inevitabileLa Lechner. così, si è trovata al comando. Mancava una prova, la quarta, la prova conclusiva. A Villard-deLans, come del resto nel l'intera zona di Grenoble, il tempo ha preso a giornate di caldo fuori stagione. La pista ne ha risentito. Impossibile gareggiare Necessaria una serie di sveglie all'alba, per dare uno sguardo all'intorno e decidere... il rinvio al giorno dopo. Fino a stamattina. Ancora uno sguardo. Il solito lempo tiepido, la solita pista impraticabile, il solito rinvio. Arregalarerivava a Villard Sir Brundane, per una visita ufficia le. La m'uria si riuniva Oreed ore di seduta. Battistprendeva la Lechner, che di mostra meno anni dei pochi che ha, e l'accompagnava in una passeggiata a distendere i nervi. Qui, li raggiungeva la notizia. La giuria aveva emanato il « verdetto », la giuria aveva stabilito di annullare la quarta « manche ». Obiettivo raggiunto: la Lechner era campionessa olimpionica. Sulle labbra dell'azzurra fioriva un timido sorriso, il sorriso impacciato di chi non ha l'abitudine alla popolarità. Battisti la prendeva sottobraccio. « Andiamo, ragazzina — le sussurrava — andiamo, ti aspettano per le interviste ». La Lechner arrossiva, con un sospiro. Già, le interviste. La bambinaia di Maranza saliva, con un po' di fatica, il primo scalino della gloria. Gigi Boccacini

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